I 172 soci, lavoratori e volontari della Cooperativa Sociale Camelot – Officine Cooperative, dopo i recenti fatti che hanno visto il Comune revocare alla coop l’affidamento del progetto Sprar 2014-2016, si sono riuniti e hanno deciso di scrivere una lettera in cui esprimono il proprio orgoglio per il lavoro svolto a Ferrara. La pubblichiamo per intero:
Siamo soci, lavoratori e volontari della Cooperativa Sociale Camelot – Officine Cooperative. Siamo educatori, mediatori, psicologi, consulenti legali, assistenti sociali, operai, e tanto altro. Svolgiamo attività sociali ed educative di accompagnamento e di supporto alle famiglie, ai bambini e alle bambine, alle persone fragili e a rischio di marginalità, ai rifugiati e ai richiedenti asilo.
Lavoriamo nella Cooperativa Camelot perché siamo persone motivate e competenti, e crediamo in quello che facciamo. Operare nella cooperazione sociale ci ha permesso di costruirci una professionalità, basata sul merito, lo studio e il sacrificio. Ma ci ha anche permesso di costruirci una vita e delle famiglie. Un lavoro con un contratto regolare e in cui possiamo riconoscerci è qualcosa di prezioso che ci sentiamo di difendere.
Ieri abbiamo sentito l’esigenza di incontrarci, confrontarci e discutere su quello che vediamo succedere attorno alla nostra cooperativa.
Da tempo leggiamo sui giornali notizie e commenti che mettono in discussione il lavoro che ogni giorno portiamo avanti con passione e fatica, un lavoro difficile, per il quale abbiamo studiato e studiamo ancora oggi, e a cui dedichiamo tanto tempo ed energie.
Riteniamo che questo sia un valore, in particolare a Ferrara e provincia, dove il tasso di disoccupazione, in particolare giovanile, è alto.
Quando abbiamo progettato le proposte che hanno portato Ferrara a vincere bandi nazionali abbiamo sentito un grande orgoglio perché stavamo creando servizi per le persone in difficoltà, posti di lavoro, e stavamo portando risorse economiche sul nostro territorio, senza che questo pesasse sugli enti locali ai quali forniamo i nostri servizi.
Siamo fieri di essere soci e lavoratori di una cooperativa che opera in maniera seria e responsabile, e contribuisce alla crescita del tessuto economico e sociale locale.
Camelot, assieme a tutte le altre cooperative sociali del territorio aderenti all’Alleanza delle Cooperative Italiane, è una realtà che offre molti servizi che il settore pubblico non può più garantire, e contemporaneamente offre lavoro ai giovani, li valorizza e li fa crescere.
Continueremo ad impegnarci perché la nostra impresa e magari altre simili alla nostra, possano crescere ancora e offrire servizi di qualità per la nostra comunità e per chi, oggi, ha bisogno del nostro aiuto.
Nel frattempo il caso Camelot è oggetto di un’interrogazione presentata da Galeazzo Bignami (Fi) che chiede “se la Regione ritenga di dover richiamare ufficialmente il Comune di Ferrara al rispetto della normativa vigente e delle disposizioni dell’Anac e se ritenga di dover formulare apposite linee guida per chiarire definitivamente le modalità di assegnazione degli appalti relativi all’accoglienza dei migranti sul territorio regionale”.
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