4 Settembre 2015
Il sindacato Fials lancia l'allarme: "Pseudounificazione scaricata sulle spalle di infermieri e operatori"

Ausl e Sant’Anna, vita da ‘separati in casa’ nell’ex ospedale

di Redazione | 3 min

sant'annaUna difficile coabitazione che rischia di penalizzare la sanità ferrarese e di rendere sempre più difficile il progetto per la Casa della Salute nell’anello di corso Giovecca. È quella tra le aziende Sant’Anna e Ausl, che da oltre un anno condividono sotto lo stesso tetto i due tronconi dell’attività specialistica ambulatoriale, da cui scaturisce l’allarme del sindacato Fials, che descrive alcuni dei punti più critici della vita da “separati in casa” delle due aziende sanitarie.

“Da maggio 2014 – afferma la segretaria provinciale Mirella Boschetti -, i ricongiunti medici specialisti convenzionati Usl, provenienti da via Cassoli e in parte da via Mortara, continuano ad erogare prestazioni per conto delle due aziende sanitarie per un totale di circa 450 ore alla settimana, di cui oltre 180 per la Usl e oltre 250 per l’azienda ospedaliera. E continua a gravare sui contribuenti l’oneroso ultradecennale affitto del polo odontoiatrico di via Montebello in cui coabitano “separati in casa” i due tronconi di odontoiatria”.

Una situazione che secondo il sindacato richiede diversi chiarimenti, così come il “percorso di razionalizzazione e integrazione di altri servizi all’interno della Casa della Salute”, tra cui il servizio giri e la manutenzione delle apparecchiature medicali. Esempi che secondo la Fials “da soli dimostrano come si è lontani dalla completa e reale integrazione dei e nei servizi, dove resistono alla grande, e da troppi anni, costosi doppioni e sovrapposizioni anacronistiche che ritardano e ostacolano l’efficientamento aziendale”.

Ma a preoccupare maggiormente il sindacato è la situazione di criticità in cui versano infermieri e operatorisocio-sanitari, dal momento che “la ‘pseudounificazione’ della specialistica, il cui carico di attività diretta ed indiretta complessiva è di 450 ore circa la settimana, è stata totalmente scaricata su infermieri e Oss dipendenti Usl”, per via del “recupero da parte dell’azienda ospedaliera del proprio personale infermieristico, completato a marzo 2015, con il ritiro degli ultimi due infermieri assegnati agli ambulatori oculistici che da soli producono circa 150 ore di attività settimanale”. Un problema a cui si aggiungono la recente attivazione del punto di accoglienza aperto dal lunedì al venerdì, “la cui gestione ricade sullo stesso personale Usl”, e “l’aumento dei permessi famigliari, i pensionamenti non sostituiti, le prossime cessazioni dal servizio e le malattie che interessano non solo gli operatori della specialistica, ma anche quelli di altri servizi, come la medicina di gruppo o il servizio stomizzati”.

Una situazione che secondo la Fials mina alla radice tutto il progetto per corso Giovecca: “Ma è credibile un progetto di sviluppo di Casa della Salute Ferrarese con tali premesse? Vorremmo conoscere questo progetto di sviluppo e i suoi tempi di realizzazione”, afferma la Boschetti, che biasima “il modo ‘carbonaro’ con cui l’ operazione è stata sinora condotta senza la dovuta trasparente e necessaria informazione, che abbiamo più volte sollecitato, nel rispetto delle relazioni sindacali e del diritto dei lavoratori”.

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