È ormai un botta e risposta continuo quello tra Alan Fabbri e gli assessori Massimo Maisto e Simone Merli sulla vicenda Camelot: questa volta – per il momento almeno – l’ultimo atto non ha il carattere giudiziario ma quello di una dura e ironica reprimenda su metodi e contenuti.
“Al consigliere della Lega Alan Fabbri sta giocando un gran brutto scherzo la sua inesperienza sui banchi del Consiglio regionale – scrivono in una nota i due amministratori comunali -. È buona norma prima depositare le interrogazioni e poi, eventualmente, consegnarle alla stampa. Altrimenti si rischiano delle gran brutte figure. A meno che egli non fosse in grado di distinguere tra un comunicato stampa ed un’interrogazione con tanto di protocollo. Diciamo questo – spiegano Merli e Maisto – perché il testo dell’interrogazione (quella vera) è ben difforme dal tenore di quella comunicata ai giornali e quindi mai depositata. Che dire quindi?”.
Secondo i due assessori “questo evidente scivolone si aggiunge alle pesanti e calunniose o comunque diffamatorie considerazioni svolte nel primo comunicato che Alan Fabbri ben si guarda di ripetere nel vero testo dell’interrogazione, nella quale il prode consigliere della Lega non ha neppure il coraggio di fare espressamente i nomi dei destinatari del suo sacro furore di fare chiarezza di un conflitto di interessi al quale non viene dato in concreto contenuto alcuno. Se infatti, come egli stesso riconosce, i rapporti del vicesindaco e ‘di uno degli attuali assessori’ (ne ha smarrito la memoria?) con Camelot sono da tempo cessati, di quali ‘interessi’ ci saremmo fatti portatori a pregiudizio di quelli pubblici? Interessi occulti ? E pertanto illeciti? Lo spieghi il prode consigliere Fabbri – provocano gli assessori -. Oggi, evidentemente per mascherare la magra figura pubblicamente rimediata, rilancia annunciando esposto alla Corte dei Conti. Domani magari ci denuncerà alla Corte del Tribunale dell’Aia per crimini contro l’umanità”.
Arriva poi un suggerimento, che è un’altra provocazione: “Mandi in procura tutti i suoi comunicati alla stampa divulgati contro di noi. Così terminiamo questo teatro. O non lo fa perché forse qualcuno gli ha già spiegato che poi potrebbe essere costretto a riferire in concreto e specificamente di cosa sta parlando?”