Politica
3 Settembre 2015
Il leghista ha inviato un esposto relativo agli affidamenti alla coop e ai rapporti con Maisto e Merli. Il vicesindaco: "Nulla da temere"

Caso Camelot, Fabbri rilancia e va alla Corte dei Conti

di Redazione | 2 min

cortedeicontiSegnalazioni all’Anac, un’interrogazione da una parte (quella leghista), un’autodenuncia e una querela nei confronti di Alan Fabbri dall’altra (gli assessori Massimo Maisto e Simone Merli) e ora il capogruppo leghista in Regione rilancia con un esposto alla procura della Corte dei Conti.

Il caso Camelot, dopo la revoca da parte del Comune dell’affidamento diretto del progetto Sprar 2014-2016, si è così pesantemente spostato sul terreno giudiziario.

Nell’atto (che abbiamo chiesto ma che non ci è stato dato, ndr) – che secondo quanto riferito dalla Ln è stato inviato nel pomeriggio di giovedì con Posta elettronica certificata – Fabbri rileverebbe che “l’attuale vicesindaco di Ferrara Massimo Maisto risulta essere il fondatore e l’ex presidente della cooperativa Camelot”. “Il legame dell’attuale vicesindaco di Ferrara con Camelot non sarebbe stato tuttavia segnalato nel suo curriculum vitae presente sul sito internet del Comune”, scrive Fabbri, che aggiunge: “Anche uno degli attuali asssessori della giunta ferrarese, Simone Merli, risulta essere stato dipendente di Camelot fino al 2013”.

Fabbri fa notare che il Comune di Ferrara è già stato destinatario di “doppia segnalazione dell’Autorità nazionale anticorruzione guidata da Raffaele Cantone che ha rilevato la scarsa coincidenza con l’interesse pubblico di affidamenti diretti” dei servizi Sprar a Camelot e precisa altresì che, anche dopo i rilievi dell’Authority, Camelot “è riuscita a vincere l’appalto”, in cordata, “per l’affidamento dei minori stranieri non accompagnati richiedenti asilo e rifugiati (valore potenziale 1 milione di euro) e quello che assegna 1.530.000 euro per l’accoglienza di 400 presunti profughi nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum”.

Il capogruppo del Carroccio, che richiama e allega anche l’interrogazione – a differenza di quanto fatto sapere agli organi di informazione – presentata in Regione solo dopo l’autodenuncia e la querela dei due assessori (la data è quella di martedì 1 settembre) e dove, in realtà e a differenza di quanto detto alla stampa, il nome di Merli non compare (c’è solo l’indicazione generica “uno degli attuali assessori” e anche Maisto viene identificato solo con la sua carica). In aggiunta sarebbe stata allegata anche una corposa rassegna stampa. Fabbri chiede quindi “di verificare se nell’affidamento continuativo di appalti e servizi alla cooperativa sociale Camelot da parte del Comune di Ferrara, in diversi casi senza bando di gara, sussistano elementi lesivi della libera concorrenza o interessi privati/particolari da parte di alcuni membri dell’attuale giunta ferrarese”.

Non è per nulla sorpreso il vicesindaco Maisto: “Me l’aspettavo: dopo che l’abbiamo sbugiardato sapevamo che avrebbe fatto così ma, come già detto, non abbiamo nulla da temere e lo ribadiamo”. Infuocato anche Merli: “Vada pure avanti, non ho paura delle sue infamie”.

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