Lettere al Direttore
1 Settembre 2015

Su migranti e Shoah avrei bocciato Tagliani

di Redazione | 2 min

“… Quando pensiamo ai vagoni carichi di ebrei che partivano per i campi di concentramento, tutti pensiamo che oggi non potrebbe succedere (…)È chiaro che immigrazione crea delle situazioni di attenzione ma l’alternativa è dire che non li vogliamo, come nel 1943 con i treni carichi di ebrei…”.

Oltre che occuparmi di storia del fascismo e dell’occupazione tedesca a Ferrara, ho partecipato come assistente a diversi esami di storia del Novecento, e se uno studente si fosse presentato a parlarmi di persecuzione e deportazione degli ebrei italiani, dicendo le cose sopra sostenute da Tiziano Tagliani, penso che gli avrei consigliato vivamente di tornare alla sessione successiva, per evitare di proseguire una imbarazzante conversazione sul tema. Questo senza entrare nella mancanza di sensibilità istituzionale nel gestire un argomento “pesante” come la Shoah in modo così superficiale e indelicato.

Torniamo comunque alle argomentazioni del primo cittadino: gli ebrei catturati dai fascisti o dai tedeschi erano deportati in Germania, non andavano volontariamente verso la Germania e dire “l’alternativa è dire che non li vogliamo, come nel 1943 i treni carichi di ebrei” rende il tutto davvero nebuloso e incomprensibile: chi non voleva cosa? I treni con i deportati sono paragonabili ai camion frigoriferi? Più si scende nel significato delle parole, e più tutto risulta triste e penoso. Gli ebrei erano oggetto di una persecuzione omicida, non andavano volontariamente nel sistema concentrazionario nazista e nessuno inviava a noi i treni carichi di ebrei: erano i tedeschi, e i loro solerti collaboratori italiani che, anche dal nostro paese, inviavano gli israeliti ai campi di eliminazione come Chelmno, Treblinka o Auschwitz.

Fare affermazioni così poco accurate, tra l’altro digerite senza osservazioni da tutti i presenti a Pontelagoscuro (a partire dalla moderatrice Greta Rolfini, che non ha fermato Tiziano Tagliani per chiedere precisazioni su quanto detto) è un pessimo biglietto da visita non solo per il PD, ma per l’intera città che, tra l’altro, si avvia a inaugurare la tradizionale giornata della cultura ebraica.

Se poi il sindaco necessita di una rassegna bibliografica, sarò felice di potergli dare indicazioni in modo solerte e preciso, anche se rivolgendosi al MEIS non dovrebbe essere difficile avere consigli sull’argomento.

Andrea Rossi
ricercatore storico

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