Economia e Lavoro
30 Agosto 2015
Il punto di vista di Confagricoltura Ferrara sul fenomeno: "Promuovere l'occupazione regolare"

Lavoro nero in agricoltura, ecco come combatterlo

di Redazione | 3 min

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scaramagli confagricoltura“La lotta al lavoro nero non deve essere combattuta solamente con misure repressive, occorre anche promuovere l’occupazione regolare attraverso la semplificazione degli adempimenti burocratici e l’alleggerimento degli oneri contributivi e fiscali; in questo senso è da apprezzare il lavoro che il Ministro Martina sta svolgendo per arrivare al taglio, già dal 2016, dell’Irap e dell’Imu agricole”.

Ad affermarlo è il presidente di Confagricoltura Ferrara, Pier Carlo Scaramagli, che aggiunge: “Il fenomeno del lavoro sommerso, oltre che rappresentare un problema per i lavoratori non denunciati, che restano privi di una adeguata copertura previdenziale e assistenziale, nonché di un’idonea tutela sotto il profilo della sicurezza, è una criticità anche per le aziende che adempiono puntualmente agli obblighi burocratici ed economici connessi ai rapporti di lavoro dipendente, in quanto si trovano costrette a competere con aziende che operano con costi di produzione notevolmente inferiori. E’ per questo motivo, come è stato puntualmente ricordato da alcuni rappresentanti del sindacato agricolo ferrarese, che Confagricoltura Ferrara, insieme alle altre organizzazioni datoriali e al sindacato, ha intrapreso diverse iniziative atte a scongiurare l’utilizzo improprio di talune tipologie contrattuali e ciò, a nostro avviso, ha senz’altro contribuito, insieme ai controlli svolti in provincia di Ferrara dagli Uffici Ispettivi e dalle forze dell’ordine, a marginalizzare le situazioni di irregolarità”.

“Noi siamo convinti, come affermato dal presidente nazionale Guidi –  pèrosegue Scaramagli – che la lotta al caporalato e al lavoro nero in agricoltura, che attualmente rappresentano una piaga diffusa in certe aree della penisola, non richieda nuove regole, che tra l’altro potrebbero andare a pesare ulteriormente sulle aziende che lavorano nel rispetto delle norme, occorre piuttosto che quelle che già ci sono vengano applicate con maggiore efficacia”.

“Confagricoltura Ferrara è la principale organizzazione datoriale agricola a livello provinciale, in quanto associa aziende che complessivamente rappresentano circa il 70% delle giornate di lavoro – a ricordarlo è il direttore di Confagricoltura Ferrara Paolo Cavalcoli, che prosegue – si tratta principalmente di aziende strutturate, pochissime delle quali fanno ricorso al lavoro occasionale di tipo accessorio (il cosiddetto “voucher”). Negli ultimi due anni abbiamo tra l’altro registrato una contrazione dell’utilizzo di questo strumento da parte delle aziende associate alla nostra organizzazione, in controtendenza rispetto ad altre organizzazioni agricole ed extra agricole. Senza voler in alcun modo giustificare chi non rispetta le regole, è chiaro che l’ormai strutturale compressione dei prezzi dei prodotti all’origine, può portare alcuni produttori in difficoltà a ricercare ogni forma di riduzione dei costi; d’altro canto, il consumatore deve rendersi conto che se acquista prodotti ultra low-cost è perché o provengono da Paesi del terzo mondo che hanno costi di manodopera bassissima (e chissà se regolare) e norme in materia di sicurezza sul lavoro e alimentare assolutamente diverse dalle nostre (quando esistono), oppure, se prodotti in Italia, difficilmente possono essere stati realizzati nel rispetto delle regole. Non bisogna dimenticare che l’occupazione dipendente del settore agricolo, sia su scala nazionale sia in modo particolare nella nostra realtà provinciale, rappresenta una quota importante del mercato del lavoro e che anche in questi anni di crisi, il settore non solo ha tenuto in termini di contributo occupazionale ma ha addirittura registrato un sensibile aumento, in assoluta controtendenza rispetto agli altri settori produttivi”.

“Fenomeni di caporalato e tragici incidenti sul lavoro collegati a condizioni di lavoro irregolari, come quelli registrati al sud nei giorni scorsi, non possono essere sottovalutati – conclude il direttore di Confagricoltura Ferrara – in quanto l’eco mediatico di queste situazioni può determinare un ulteriore allontanamento dei consumatori dai prodotti della terra, quando al contrario il settore agricolo deve vedere rafforzato il proprio ruolo per l’economia, l’occupazione ed il progresso sociale. Nell’interesse di tutti”.

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