Eventi e cultura
1 Settembre 2015
Dal 14 novembre 2015 al 28 febbraio 2016 grande mostra a palazzo Diamanti

Tornano a Ferrara i capolavori di De Chirico

di Redazione | 4 min

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de chiricoA cento anni dalla loro realizzazione, tornano a Ferrara i capolavori che Giorgio de Chirico dipinse nella città estense tra il 1915 e il 1918, in una mostra a palazzo Diamanti, dal titolo “De Chirico a Ferrara. Metafisica e avanguardie”, dal 14 novembre al 28 febbraio 2016. La mostra, organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dalla Staatsgalerie di Stoccarda, in collaborazione con l’Archivio dell’Arte Metafisica, celebrerà quest’importante stagione della pittura metafisica e le ricadute che le opere ferraresi dell’artista ebbero sull’arte italiana  contemporanea e sulle avanguardie europee come il surrealismo, la Nuova Oggettività e il dadaismo.

Quando l’Italia entra nella prima guerra mondiale, de Chirico e suo fratello Alberto Savinio lasciano Parigi, si arruolano nell’esercito italiano e, alla fine del giugno del 1915, vengono assegnati al 27° Reggimento di Fanteria di Ferrara. Il soggiorno nella città emiliana determina cambiamenti profondi rispetto al periodo precedente, tanto nel modo di dipingere che nei temi che ispirarono le loro opere. Travolto da un’ondata di romantica commozione di fronte alla bellezza di Ferrara e al ritmo sospeso della vita cittadina, de Chirico dà vita a quadri ambientati in piazze fuori dal tempo immerse in tramonti fantastici (Il grande metafisico, 1917, collezione privata) e in stanze segrete dalle prospettive vertiginose che fanno da sfondo agli oggetti misteriosi scoperti nelle peregrinazioni tra i vicoli del ghetto, o che diventano il palcoscenico su cui sono dipinti manichini da sartoria e personaggi muti e senza volto (Il trovatore, 1917, collezione privata). Sulle tele, che si accendono di un cromatismo intenso, compaiono scorci di architetture (I progetti della fanciulla, fine 1915, New York, MoMA), fabbriche, carte geografiche militari, strumenti da disegno e misurazione (Malinconia della partenza, 1916, Londra, Tate), ma anche dolci e forme di pane tipici della tradizione locale. Nella poetica metafisica tutti questi elementi, isolati dal loro contesto e accostati tra loro, rivelano nuovi significati e legami che suscitano nello spettatore un senso di straniamento.

Presso Villa del Seminario, l’ospedale psichiatrico militare per la cura delle nevrosi di guerra, de Chirico conosce Carlo Carrà, con il quale instaura un intenso sodalizio. Per pochi mesi i due lavorano in grande armonia e dipingono una serie di opere che eserciteranno una profonda influenza sull’arte italiana ed europea. Tra il 1918 e il 1919, anche Giorgio Morandi realizza un ristretto numero di nature morte dove compaiono elementi tipici dell’iconografia metafisica come le teste di manichino e gli oggetti quotidiani (Natura morta con manichino, 1919, Milano, Museo del Novecento). Filippo de Pisis, invece, fra i primi a Ferrara a frequentare de Chirico, elabora una personale visione della metafisica e inserisce nelle proprie opere precisi riferimenti ai quadri ferraresi dell’amico, riscontrabili soprattutto nelle tele che realizza a Parigi negli anni Venti (I pesci sacri, 1926, Milano, Pinacoteca di Brera). Nel dopoguerra, grazie alla rivista «Valori Plastici» e alle mostre organizzate dal suo direttore Mario Broglio, si assiste in tutta Europa a una diffusione capillare della pittura metafisica: Man Ray, Raoul Hausmann, George Grosz, René Magritte, Salvador Dalí e Max Ernst realizzano, alcuni straordinari capolavori in cui è evidente il debito nei confronti dei temi e delle iconografie sviluppati da de Chirico e Carrà a Ferrara.

Il percorso espositivo, che comprende circa ottanta opere provenienti dai principali musei e collezioni di tutto il mondo, ha il suo fulcro in un nucleo di tele realizzate da de Chirico nella stretta forbice temporale degli anni ferraresi. Scandita in sezioni cronologico tematiche, la rassegna è arricchita da una selezione di dipinti, ready made, acquerelli, disegni, collage e fotografie degli artisti che si ispirarono al maestro italiano, nei quali sarà possibile leggere sorprendenti riprese e citazioni.

ll catalogo della mostra, che si pone come punto di arrivo di oltre trent’anni di studio e di ricerca sull’argomento e che sarà corredato da saggi di autorevoli esperti della materia, offrirà uno sguardo inedito e a tuttotondo su questa straordinaria stagione.

Mostra a cura di Paolo Baldacci e Gerd Roos, organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dalla Staatsgalerie Stuttgart. Orari di apertura: tutti i giorni 9–19. Aperto anche 8, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio. Informazioni e Prenotazioni Mostre e Musei tel. 0532 244949 diamanti@comune.fe.it www.palazzodiamanti.it

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