Gent.ma Chiara Bertolasi
Non è mia abitudine replicare, anche per non annoiare chi ha la cortesia di leggerci, ma la Sua lettera merita una risposta che mi auguro La possa rassicurare.
Non è mia intenzione, mi creda, rivolgermi alla Procura: io la Sapigni non la voglio in galera, si figuri, ma semplicemente chiedo che si prenda atto di un modo pasticciato, incompetente e poco trasparente della gestione rifugiati (caso Camelot per intenderci) e chiedo le dimissioni dell’assessore “competente”.
Lei afferma orgogliosamente, nella Sua legittima ma un po’ azzardata difesa d’ufficio, che l’amministrazione ha “… applicato la normativa nazionale e regionale…” Ma lei ha letto le 4 pagine della articolata e puntigliosa lettera dell’ANAC? Lei sa che ANAC sta per “Autorità Anticorruzione”? Certo immagino che nel suo micromondo la parola Corruzione stia alla destra come la parola onestà sta alla sinistra (fosse in vita Gaber avrebbe scritto un sequel della sua splendida canzone, utilizzando tutto il recente armamentario di nuovi luoghi comuni tesi a diversificare, tipo democratico, razzismo, legalità, cultura ecc.), ma se l’Autorità scrive che “..tale modus operandi oltre a presentare elementi di opacità connessi ipso facto alla mancanza di una qualsivoglia procedura competitiva … si innesta in un contesto locale che vede la Coop. Camelot detenere una sorta di esclusiva nel campo dell’assistenza agli immigrati…” non credo che sia stato per affermare che le procedure adottate o finite sotto inchiesta di ANAC siano poi così lineari e corrette. Ma se Lei avesse ragione, come si spiega che a seguito della lettera dell’ANAC persino il Comune, in autotutela sia stato costretto a revocare l’affidamento a Camelot?
Vede Sig.ra Bertolasi, non è che io non conosca e non simpatizzi con il Terzo Settore, e non mi costa davvero nessuno “sforzo”, visti i tanti amici che vi operano con grande dedizione e merito; né mi auguro come Lei vorrebbe poco elegantemente farmi dire in chiusura della Sua lettera, che scompaia o venga ridimensionato: semplicemente da vecchio e instancabile liberale non sopporto le furberie e i privilegi, siano di destra ma ancor più di sinistra.
E quando alle furberie si associano poi pratiche illegittime di crescita e sviluppo, legate ad una evidente tutela “politica”, mi indigno, perché vorrei che le imprese del nostro territorio potessero competere tutte ad armi pari, e vinca il migliore. Ma è evidente (e lo scrive, badi bene l’Anticorruzione!) che nel caso di Camelot non sia stato così, e poco mi importa o mi inquieta l’indignazione Sua, del Sindaco, di Maisto e di Merli. I fatti sono lì, come macigni.
Se poi a Lei, che rappresenta come “portavoce” il Terzo Settore, questo fatto non importa o non conta, beh, rimane purtroppo un grave problema Suo e di chi Le continua ad affidare una a mio parere superficiale rappresentanza!
Cordiali saluti.
Vittorio Anselmi
Capogruppo (eletto e non portavoce) di Forza Italia