19 Agosto 2015
Il prorettore Bernardi: "Soddisfazione morale"

La ‘controclassifica’ premia Unife, ma è un divertissement

di Daniele Oppo | 2 min

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Francesco-Bernardi (1)Ferrara è la seconda università al mondo? Sì, addirittura al secondo posto, se si legge la classifica elaborata da un docente di ingegneria di Pavia, Giuseppe Nicolao, pubblicata sulla rivista online Roars.it e ripresa da tutti i media nazionali. Decisamente no se si legge quella ben più famosa dell’Arwu, nota anche come classifica di Shanghai, dove per trovare le università della Penisola bisogna scorrere fino al 150° posto dove c’è la Sapienza di Roma.

La “controclassifica” a sorpresa – mettendo a confronto i primi venti atenei della classifica Arwu e i venti atenei italiani che vi sono classificati – vede in cima quattro università italiane: la Scuola Normale di Pisa, l’Università di Ferrara, Trieste e Milano Bicocca.

Secondo Unife il punteggio ottenuto nel lavoro di Roars è “un risultato davvero sorprendente, che dimostra quanto siano scarsi i fondi per le Università italiane e quanto gli Atenei italiani siano efficienti in rapporto ai finanziamenti ottenuti”. “La soddisfazione per questa classifica corretta è solo morale – afferma il prorettore Francesco Bernardi – : dimostra quanto bene vengano usate in Unife le poche risorse disponibili a livello nazionale. C’è grande rammarico per il molto di più che si potrebbe fare anche con piccoli aumenti di finanziamento nazionale, o almeno con una distribuzione più meritocratica tra gli atenei italiani dei finanziamenti esistenti.”

Ma c’è qualcosa di più che va detto: la classifica stilata da Nicolao si presenta, dichiaratamente,  come un “esercizio pedagogico”, un divertissement. E che i risultati siano quasi ‘senza senso’ è proprio uno dei suoi obiettivi principali dato che punta a smontare la scientificità della classifica principale, quella Arwu. Come scrive lo stesso Nicolao, “non ha pretese di scientificità, perché poggia sui punteggi pseudoscientifici della classifica Arwu”. Ferrara sarebbe la seconda università al mondo per efficienza perché la classifica è un confronto su quanto spendono i singoli atenei (i top 20 italiani contro i top 20 della classifica di Shangai) per avere un punto Arwu ed è solo così che molte università italiane appaiono più efficienti, dato che la spesa è molto inferiore. Per avere un punteggio maggiore nella classifica di Shanghai basterebbe infatti “solo” finanziare di più la spesa per l’Università.

Infatti quello elaborato da Nicolao non è un calcolo assoluto dell’efficienza degli atenei, ma solo un tentativo di dimostrare come la ‘rinomata’ classifica di Shanghai non sia attendibile, suggerendo l’insensatezza di mettere in fila grosse istituzioni con molti finanziamenti con altre più piccole e, per di più, sotto finanziate.

Più che un vero motivo di vanto, la graduatoria è quindi soprattutto un monito per chi mette le mani negli ingranaggi dell’Universita a non fare troppo affidamento nelle classifiche.

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