Eventi e cultura
19 Agosto 2015
Congresso internazionale a Ferrara organizzato dalla Fondazione Meis e Aisg

Dal Talmud alla Qabbala, il pensiero magico nella cultura ebraica

di Redazione | 4 min

mostra_2Rituali apotropaici ed esorcismi, amuleti e incantesimi, angeli e demoni. Il pensiero magico che da secoli, nonostante i divieti e i silenzi della Torah, innerva la cultura ebraica sarà al centro del congresso internazionale organizzato dalla Fondazione Meis (Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah) e Aisg (Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo), in programma il 1 settembre a Ferrara e il 2 settembre a Ravenna.

L’appuntamento, curato dai docenti dell’Università di Bologna Mauro Perani e Saverio Campanini, con la collaborazione di Emma Abate dell’École Pratique des Hautes Études di Parigi, accenderà i riflettori sull’eredità di Salomone, il terzo re d’Israele che avrebbe, con le proprie arti magiche, costretto i demoni a costruire il Tempio di Gerusalemme. A partire da lui, la magia si è diffusa in Italia e nel bacino del Mediterraneo, complici una certa ambivalenza sia della letteratura rabbinica, che associa i sortilegi ai peccati punibili con la pena di morte, senza però chiarire in che cosa esattamente consistano i comportamenti interdetti, sia della Torah, con le sue norme talvolta sfuggenti e le sue reticenze al riguardo.

Come testimoniano il Talmud (l’altro grande libro sacro dell’ebraismo, dove è raccolta la Torah orale, ossia le discussioni tra i sapienti e i maestri circa i significati e le applicazioni di quella scritta) e altri fonti, ben radicata in ogni strato della società ebraica e in ogni epoca è la credenza in un complesso microcosmo di entità ultraterrene e demoni, esseri intermediari fra l’uomo e l’angelo. Cangianti nell’aspetto, mobilissimi, invisibili, se necessario, di essi si alimenta una magia al contempo popolare e d’élite, comunque piegata a obiettivi molto quotidiani e umani: proteggersi dalle forze soprannaturali o scatenarle contro il nemico, maledicendolo; modificare il corso degli eventi; influenzare il prossimo, manipolandone opinioni e sentimenti; ottenere la guarigione o un buon esito; soddisfare la propria sete di vendetta.

Al di sopra di questi esseri fantastici e dai poteri eccezionali – dalla suadente Lilith, la più temibile, al Dybbuk, anima di un individuo morto prematuramente che s’incarna in un vivo, di solito entrando dalle dita dei piedi, per portare a compimento lo scopo della sua esistenza, fino al mostruoso Golem, il gigantesco automa di argilla con sembianze di essere umano – vi è Dio, che li ha creati. Ma poiché non fanno parte del mondo naturale, per combattere i demoni o ricavarne dei benefici, non c’è altra strada che ricorrere alla magia.

Se queste figure alimentano da secoli tanto le leggende della tradizione ebraica quanto la letteratura, il teatro e il cinema, permeando la cultura europea, il convegno che verrà ospitato presso la Facoltà di Economia dell’Università di Ferrara, il 1 settembre, e il Dipartimento di Beni Culturali dell’Alma Mater, nella sede di Ravenna, il 2 settembre, coinvolgerà un parterre internazionale in un confronto di grande interesse e attualità, se si considera la grande fortuna che la mistica ebraica e la Qabbala continuano a riscuotere, non solo tra gli ebrei, sull’onda di un ritorno all’esoterismo. Al centro dei lavori saranno innanzitutto le fonti, specie quelle provenienti dall’Italia, tra le quali vari manoscritti che attestano la presenza di rituali magici già nell’antichità.

Tra gli studiosi europei e israeliani che interverranno – oltre ai coordinatori e a Luciano Caro, Rabbino Capo di Ferrara, i rappresentanti delle Università di Torino, Roma (Sapienza), Amburgo, Tel Aviv, Gerusalemme, dello Shalom Hartman Institute, dell’École Pratique des Hautes Études e dell’Institut d’Etudes Avancées di Parigi –, porterà il proprio contributo anche Gideon Bohak, curatore della mostra “Magie. Anges et démons dans la tradition juive”, da poco terminata al Museé d’Art e d’Histoire du Judaisme di Parigi. Attraverso oltre trecento opere e documenti, molti dei quali inediti, prodotti nei secoli in Europa, Vicino e Medio Oriente – fatture, collane e gioielli, hamsot (amuleti di buona fortuna a forma di manina), vestiti, ciotole per incantesimi e antichi testi e rotoli –, l’esposizione parigina ha documentato la vivacità di queste superstizioni fino ai giorni nostri e portato alla luce il ruolo attivo dei rabbini nella trasmissione del sapere legato alla magia. Essendo, infatti, la Torah tanto severa quanto ambigua nella propria condanna delle pratiche esoteriche, le autorità religiose non potevano sperare di riuscire a contrastarle efficacemente e preferirono provare a “contenerle”, inserendole in un quadro normativo.

Il programma di “L’eredità di Salomone. La magia ebraica in Italia e nel Mediterraneo”, che il 31 Agosto, a Ferrara (Sala dell’Arengo, Residenza Municipale), sarà anticipato dalla conferenza di Moshe Idel sul tema “The Italian Center of Kabbalah”, è disponibile sul sito www.meisweb.it.

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