Gentile Direttore,
mi inserisco nel dibattito in corso anche a Ferrara sul pagamento di Ici – Imu da parte della Chiesa per gli edifici adibiti a scuole, scaturito dalla sentenza della Cassazione sul caso di Livorno. Mi riferisco alle prese di posizione, ad esempio, del Vescovo, di Mario Zamorani e di Ferrara Concreta.
Da cattolico praticante e vicino al mondo dell’associazionismo cattolico, è un tema che mi tocca.
Leggo l’affermazione di Ferrara Concreta che dice, in difesa dell’esenzione: “soprattutto se si parla della scuola dell’infanzia, gli enti privati, siano essi religiosi o laici, suppliscono, in alcune zone, ad una evidente carenza dello stato.”
Io concordo. Però, allora, lo stesso privilegio va esteso a chiunque svolga la stessa funzione. Intendo dire che, se il criterio dell’esenzione non è più essere edificio di culto, ma essere edificio adibito a scuola (in particolare dell’infanzia, cioè asilo e scuola materna), dovrebbero essere esenti dal pagamento dell’Imu tutti gli edifici adibiti a quello scopo, siano essi di proprietà della Chiesa Cattolica o di privati.
Ho una bimba di quasi 2 anni e so bene quali differenze di retta ci siano, a volte, tra asili gestiti da enti religiosi e enti laici. Ed è probabile che una parte di questa differenza sia causata proprio dalla diversa tassazione dell’immobile. Non mi pare giusto.
In alternativa, si potrebbe decidere di riscuotere quelle tasse ed utilizzare il ricavato per contribuire al pagamento della retta di tutti quelli che, respinti dalle scuole dell’infanzia pubbliche, siano costretti ad iscrivere i propri figli ad una scuola privata, qualunque essa sia (purché risponda, ovviamente, a determinati requisiti di qualità).
Il Comune ha l’autonomia per fare qualcosa al riguardo, o dipendiamo da scelte del Governo o del Parlamento? Penso che il PD di Ferrara, che governa la città col supporto anche di Ferrara Concreta e al quale sono iscritto, dovrebbe prendere posizione al riguardo.
Cordiali saluti
Sergio Maldotti