Lettere al Direttore
3 Agosto 2015

Amici Carife: passato, presente e futuro della banca

di Redazione | 4 min

Porto la voce dell’associazione di Amici della Carife. Siamo azionisti, obbligazionisti, clienti e dipendenti. Abbiamo un consiglio direttivo e uno statuto. Dal 2009 conosciamo le difficoltà di Carife. Siamo stati talvolta accusati di essere stati troppo soft con la banca e, in effetti, negli ultimi anni non è stato facile portare il nome di “Amici”. Possiamo dire che abbiamo sempre scelto di essere “duri” e battere i pugni nelle sedi opportune e non pubblicamente.

Sappiamo bene cosa agita la pancia degli azionisti. Cosa pensiamo? Il valore delle azioni è sceso da circa 40 euro a 0,27 quindi siamo inferociti con i responsabili, perché dopo tanti anni di errori ora pagano i piccoli azionisti. Certamente non ci mettiamo la faccia su questo disastro; noi siamo sempre stati fuori dalla “stanza dei bottoni” di corso Giovecca dove si prendevano le decisioni che contano.

Due parole su passato, presente e futuro.

PASSATO

Dal 2009 assistiamo allo spettacolo avvilente del “tutti contro tutti”, ma non si pone mai il focus sul problema vero: 28.000 persone e aziende hanno visto sparire il loro patrimonio in azioni; molte persone avevano riposto in azioni Carife tanti risparmi e il loro TFR. Lo ripetiamo “siamo inferociti” contro i responsabili.

PRESENTE

COMMMISSARI – Signori commissari, quelle bocche cucite per 2 anni… Capiamo il ruolo, però qualche sussurro potevate farlo a volte. Ora gli azionisti sono a “zero virgola”, certo da zero può solo andar meglio, giusto?

Le decisioni dei commissari sono state rese note sul sito di Carife il “14 luglio”, una data fortemente simbolica, pura casualità? La riduzione del valore del capitale banca e delle delle azioni è impressionante. Nella relazione commissariale ci fa piacere tuttavia il passaggio di pagina 18: “Indiscutibili elementi di valore sono il forte ruolo e il significativo radicamento della banca sul territorio”. Sappiamo che i commissari hanno predisposto un piano industriale, ci piacerebbe sapere qualcosa di più in proposito.

FUTURO

DIPENDENTI – Il vero valore di Carife sono i suoi dipendenti e i suoi clienti affezionatissimi. Sono questi la grande forza della banca. Abbiamo visto alcuni dipendenti piangere quando hanno appreso certe notizie; il loro attaccamento alla banca è fuori discussione. “Dipendenti e clientela” sono la grande risorsa per disegnare il futuro di Carife.

FONDO INTERBANCARIO – E’ il timoniere della nuova Carife. Ora lui deve portarla al successo. Piuttosto che una barca che affonda, meglio un nuovo timoniere; in bocca al lupo al timoniere. Abbiamo incontrato il presidente Maccarone a Roma il 12 giugno. Lui ci ha detto che la banca ha tutte le possibilità di riprendersi e che il fondo la terrà il meno possibile, fino a quando non troverà un compratore.

Carife entrerà in un grande gruppo e questo sarà un punto di forza. In tal modo Carife si attrezza per il futuro. Il vento che spira dalla BCE è infatti chiaro: si va verso grandi concentrazioni bancarie. La riforma delle popolari è stato il primo passo. Nei prossimi anni assisteremo a tante piccole banche che entreranno in grandi gruppi. Vogliamo pensare che i guai di Carife le hanno fatto anticipare un passo che altri competitor faranno comunque tra poco tempo.

Il Fondo deve comunque ricordare che 28.000 persone hanno in tasca azioni Carife, quindi guai a dimenticare l’equazione: AZIONISTI = CLIENTI = CARIFE. In altre parole, se non si renderanno soddisfatti gli azionisti, sarà difficile far funzionare la banca.

LA NOSTRA POSIZIONE

Cosa pensa la nostra associazione? Ripetiamo per la 3^ volta che siamo inferociti con i responsabili di quanto è accaduto. Ciononostante, con un valore delle azioni così prossimo allo zero, è evidente che con l’arrivo del nuovo management può solo migliorare. La scommessa dei WARRANT sembra interessante, nei prossimi mesi e anni aiuteremo i nostri associati a capirli e a fare individualmente i calcoli.

Per vincere non saranno tuttavia sufficienti super manager, servirà capire a fondo i bisogni della clientela e degli azionisti. Ora il pallino è nelle mani della clientela. Il futuro di Carife siamo noi: 28.000 famiglie, circa 100.000 clienti. Decideremo noi il futuro della banca.

CHE FARE? – Tanti ci chiedono continuamente: “Che fare”? Noi rispondiamo che da soli non se ne esce. Ricorderemo continuamente al fondo le nostre richieste: 1) l’azione deve risalire ed essere negoziabile, 2) i warrant devono essere negoziabili. Per farlo dobbiamo essere in tanti. Quindi l’appello è: organizziamoci, non si può stare fermi.

AMICIZIA CONFERMATA CON RISERVA

Alla Nuova Carife, che ancora non conosciamo, diciamo che l’amicizia è confermata, ma ora basta. Gli amici veri sono quelli che, nei momenti difficili, hanno il coraggio di dirti anche le cose scomode e tirarti per la giacchetta. Quindi noi alla Nuova Carife diciamo: nessuna amicizia incondizionata; nessuna amicizia a senso unico; valuteremo se sarà ricambiata.

IN AGGIUNTA A INTERVENTO

A completamento dell’intervento fatto in assemblea Cappellari ricorda di aver ricoperto l’incarico di componente del consiglio di amministrazione in Banca Modenese (una delle banche controllate del gruppo Carife): “ho ricoperto l’incarico nell’ultimo anno di vita della banca tra il 2011 e il 2012, prima che fosse assorbita in Carife con l’operazione “Carife one”. La banca aveva già molte perdite accumulate in passato. Sono entrato in questo cda insieme al compianto Luca Langianni, che stimavo molto e che operava un attentissimo controllo sugli affidamenti; ogni pratica aveva in sostanza l’ok di Ferrara”.

Marco Cappellari
Presidente ‘Amici della Carife’

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