Eventi e cultura
3 Agosto 2015
Oltre 2mila presenza in tre giorni al festival della letteratura indipendente diretto da Marco Belli e Roberta Bergamaschi

Uno staff estense dietro il successo di Elbabook

di Redazione | 3 min

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di Anja Rossi

Un festival in cui si respira la piazza italiana, dove il libro è al centro. Questo è stato Elbabook, il festival dell’editoria indipendente che si è svolto a Rio nell’Elba dal 29 al 31 luglio. Abbiamo chiesto un resoconto sulla manifestazione a Marco Belli, direttore artistico insieme a Roberta Bergamaschi, ferrarese d’adozione ed elbana d’origine, e Andrea Lunghi.

Come è andata la prima edizione di Elbabook?

“È andata benissimo, non ci aspettavamo così tante persone. Grande è stata la risposta della comunità locale, che è stata piacevolmente ‘sequestrata’ da Elbabook. Il festival, che ha segnato duemila presenze in tre giorni, ha avuto per location cinque diverse postazioni situate per le vie del borgo elbano. Nonostante il disagio di avere un festival che occupasse la piazza del paese, non sono mancati i curiosi. Dal vecchietto al commerciante, dagli elbani dei paesi vicini ad alcuni turisti, tutti hanno partecipato a questo ritrovo culturale. 25 le case editrici presenti, 23 gli autori ed esperti in materia che da mercoledì a venerdì hanno parlato di editoria oggi. Per tutti è stata una grande festa, anche con spettacoli come quello dell’Amato jazz trio o quello dell’ultima sera con la giocoleria dei Metà e Mavà che ha incantato grandi e piccini”.

Come si sono trovati gli editori presenti al festival?

“Gli editori sono stati molto soddisfatti, anche dal punto di vista economico. Di libri ne sono stati venduti e le presentazioni sono state seguite. Come prima edizione, quindi anche banco di prova per noi e per loro, è andata bene”.

Quale è stato il momento più seguito?

Sicuramente le due tavole rotonde tardo pomeridiane sono stati i momenti di maggiore successo. ‘Digitale vs cartaceo’ e ‘Grandi gruppi editoriali e grande distribuzione: misure a tutela dei piccoli editori’ sono state molto seguite, visti anche i molti tweet pubblicati durante gli incontri. Abbiamo avuto anche la presenza di Daniele Manca, vicedirettore del Corriere della Sera, che ha portato il suo contributo alla prima tavola rotonda. Nell’incontro conclusivo di venerdì gli editori si sono invece confrontati sugli ostacoli della piccola editoria e il difficile mondo della distribuzione”.

Una cosa positiva e una negativa del festival.

“La bellezza del luogo è stata indubbiamente una stupenda cornice per presentare dei libri. Ammirevole è anche il grande coraggio dell’amministrazione comunale di Rio nell’Elba, che ci ha dato fiducia insieme a uno sponsor soddisfatto del riscontro di pubblico del festival. Un elemento negativo è stato invece non aver avuto un giorno in più, perché molte presentazioni di libri sono avvenute in contemporanea. In un’ottica futura, quindi, vorremmo dare più spazio agli editori e alle loro presentazioni. Sollecitazioni sulle cose che si possono migliorare per le future edizioni sono arrivate anche dal pubblico stesso, sulle quali lavoreremo”.

Quindi è già in programma una seconda edizione di Elbabook festival?

“Questa eventualità che è già stata delineata alla presentazione un po’ da tutti, dagli sponsor all’amministrazione di Rio nell’Elba. Di solito gli sponsor parlano alla fine di una manifestazione, qui hanno parlato all’inizio sottolineando l’importanza dell’evento. Anche Visit Ferrara, che ha promosso i prodotti locali ferraresi e il territorio, è stata molto soddisfatta di Elbabook, tanto che per la prossima edizione ci ha già chiesto di partecipare per tutti i tre giorni e non solo per una serata, come quest’anno. Noi rimaniamo aperti a nuove e proficue collaborazioni, e speriamo di avere nel tempo un crescendo di adesioni”.

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