Economia e Lavoro
2 Agosto 2015
E' la storia recente di un operaio di Area spa, Antonio, leva '62 di Migliaro

Da uomo immagine, ad operaio “spazzatura”

di Redazione | 3 min
Cristiano Zagatti

Cristiano Zagatti

Da aprile 2009 alle dipendenze di Area spa con contratti a tempo determinato, da uomo immagine a operaio “spazzatura”. E’ la vicenda di Antonio, che sta combattendo una battaglia legale con l’aiuto dei sindacati per il riconoscimento dei propri diritti.

A raccontarne la vicenda è lo stesso sindacati Fp Cgil, per voce del segretario generale Cristiano Zagatti, che in questo modo ha voluto dare voce “ai mille Antonio che non possono essere la normalità”. Secondo quanto riportato da Zagatti in una nota alla stampa, Antonio dal primo febbraio fa l’operaio per Area, la società che si occupa dei servizi di igiene ambientale in sedici Comuni della Provincia est di Ferrara e di proprietà al 100% dei Comuni stessi. Sarebbe meglio dire “faceva” l’operaio, perché Area avrebbe deciso di “pattumarlo” dopo 76 mesi di impiego come manutentore, 2221 giorni.

“La legge – spiega Zagatti – prevede che se un lavoratore viene impiegato per la stessa mansione per un periodo continuativo superiore ai 36 mesi, quel lavoratore matura il diritto alla trasformazione del proprio contratto da tempo determinato in tempo indeterminato. Ma come può Area far lavorare Antonio ininterrottamente per 76 mesi nel rispetto della legge e poi sbarazzarsene? Semplice. Ecco che Antonio vede cambiare i propri contratti di lavoro a tempo determinato senza interruzione per ben tre volte. Il primo dal 1 febbraio 2010 come manutentore terzo livello; poi arriva la beffa, lo schiaffo del secondo rinnovo con inquadramento al secondo livello fino al 31 luglio 2014 pur continuando a fare il manutentore e sul contratto si legge “operatore ecologico”. Ma si sa, per lavorare e con la promessa di essere assunto Antonio accetta anche questa condizione. Poi il terzo rinnovo che dal primo di agosto arriva al 31 maggio 2015 riconoscendogli l’inquadramento per la reale mansione svolta, il manutentore che Antonio non ha mai smesso di fare da febbraio del 2010”.

“Antonio – prosegue il racconto di Zagatti – verificando l’inattendibilità delle promesse, con la Fp Cgil e lo studio legale Guglielmi avvia un tentativo di conciliazione presso la Direzione provinciale del Lavoro semplicemente per far applicare la legge, per farsi riconoscere un diritto maturato. Ma c’è un altro aspetto normativo da tenere in considerazione: il datore di lavoro non è obbligato a presentarsi ai tentativi di conciliazione, ne ha facoltà, è una libera scelta. Ma figuriamoci se Area, azienda del territorio, radicata, governata da 15 sindaci, rifiuta il tentativo di conciliazione di Antonio! In Funzione Pubblica Cgil gli diciamo “impossibile, nemmeno il datore di lavoro che più esprime disprezzo per le relazioni sindacali non si presenterebbe”. Ecco, appunto. Trascorrono i giorni e scadono i termini, Area non si presenta. Sceglie di non scegliere, decide di non decidere. Costringere un operaio senza lavoro a pagarsi un avvocato e fare causa ad Area, l’azienda del territorio, per provare semplicemente a far applicare la legge”.

“Complimenti ad Antonio – conclude Zagatti – che ha rifiutato l’offerta avvenuta fuori tempo massimo di accettare un piccolo compenso economico per chiudere la vicenda e a testa alta ha deciso di far valere i propri diritti. Mille Antonio servono ad indicarci la giusta strada, quella della legalità. Mille Antonio per dare dignità al lavoro. A chi dirige Area, a chi la presiede invece, può andare tutto il nostro disappunto per non essersi assunto la responsabilità dell'”errore” commesso optando per la più vile strada del processo e di rimettersi alla decisione di un giudice”.

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