Cronaca
22 Luglio 2015
Le associazioni animaliste chiedono all’amministrazione di giungere ad un protocollo d’intesa con Unife

Incontro per la liberazione dei sei macachi

di Redazione | 2 min

unnamed (2)di Marcello Celeghini

Sviluppare metodi sostitutivi alla sperimentazione sugli animali per la ricerca medica. È questa la richiesta delle associazioni animaliste ferraresi Animal Defenders, Osa, Enpa, A Coda Alta, Lav, Oipa e Gata che ieri pomeriggio sono state ascoltate dalla Conferenza dei gruppi consigliari del Comune, riunitasi in Sala Zanotti, in merito alla condizione dei sei macachi che sarebbero presenti all’interno dello stabulario di Unife.

La richiesta delle associazioni animaliste al Comune è quella di vigilare sulla corretta applicazione del regolamento comunale sulla tutela degli animali (PG 66255- del 22/11/2008) e cercare di mettere nero su bianco un protocollo d’intesa con Unife per favorire lo sviluppo di metodi sostitutivi innovativi e di tecnologie avanzate non più basate sull’uso degli animali. Tra le istanze proposte dalle associazioni anche quella di una modifica del Regolamento Organismo preposto al Benessere Animale che disciplina l’Osservatorio Benessere Animale, ovvero l’organismo che controlla i ricercatori dello stabulario su possibili irregolarità e abusi e che, attualmente, vede al suo interno i ricercatori stessi. Secondo gli animalisti, questo meccanismo “genera un conflitto di interesse che vede i controllati tra i controllori”.

In un contesto generale in cui gli stabulari universitari sono addirittura potenziati, le associazioni animaliste ferraresi vedono nel caso di Modena una sorta di modello da seguire. Il Comune di Modena, infatti, ha siglato lo scorso 15 aprile un protocollo d’intesa con UniMo-Re per la liberazione dei sedici macachi custoditi all’interno dello stabulario modenese. I sedici primati sono stati concessi dall’Università, su base volontaria, alle associazioni animaliste modenesi che si occuperanno a loro spese del mantenimento dei sedici esemplari. A Modena, però, non è stato programmato alcun metodo di sperimentazione sostitutivo, perché troppo oneroso, ma solo una sospensione della sperimentazione per i prossimi tre anni.

“Il caso di Modena dovrebbe essere applicato anche qui a Ferrara- sottolinea Elena Cirelli di Animal Defenders-. Siamo ben consapevoli che il Comune non possa fare ingerenze verso l’Università e che debba rappresentare sensibilità su questi temi assai diverse dalle nostre, sarebbe però una battaglia etica a vantaggio di tutta la città. Quindi il Comune deve fare una scelta politica. Da questo primo incontro intanto abbiamo ottenuto controlli da parte dei consiglieri comunali all’interno dello stabulario per verificare che il Regolamento sia correttamente applicato”.

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