Economia e Lavoro
17 Luglio 2015
I sindacati strappano le garanzie richieste ai commissari. E al termine del commissariamento il rinnovo del contratto inegrativo

Carife, c’è l’accordo: esuberi volontari e finanziati dalla banca

di Ruggero Veronese | 4 min

OLYMPUS DIGITAL CAMERAIn ogni maratona che si rispetti il chilometro più lungo è sempre l’ultimo. Lo sanno bene i sindacati impegnati nella trattativa con i commissari di Bankitalia sugli esuberi Carife, conclusasi dopo almeno nove ore di proposte rigettate, perfezionate e limate nel corso della giornata. Ma il risultato raggiunto di comune accordo tra le due parti è di quelli che – almeno per quelle che erano le premesse iniziali – suona come una vittoria per i lavoratori della Cassa di Risparmio. Perché pur di fronte ai 60 esuberi imposti dal management di Bankitalia, le garanzie e le reti di salvataggio per i dipendenti non mancano: un fondo esuberi sostenuto interamente dalla banca, licenziamenti esclusivamente su base volontaria con buonuscita per chi è prossimo all’età della pensione, promozioni sbloccate a partire da inizio ottobre e rinnovo del contratto integrativo aziendale al termine del periodo di transizione con cui si concluderà il commissariamento.

Scongiurate quindi le ipotesi più catastrofiche che si erano ipotizzate all’inizio della vertenza, in particolare riguardo all’arbitrarietà dei licenziamenti e al rischio di ulteriori giornate di solidarietà da imporre ai lavoratori per sostenere il fondo esuberi dei colleghi in uscita. L’accordo ora dovrà essere valutato dal Fondo Interbancario di Tutela Depositi – che al termine dell’amministrazione straordinaria acquisirà il controllo di Carife attraverso un aumento di capitale da 300 milioni di euro -, ma si tratta quasi di una formalità: dopo un mese e mezzo di incontri e un’ultima giornata di trattative ancora più serrate dei commissari, l’impressione generale è che i commissari Antonio Blandini e Giovanni Capitanio volessero essere certi di un accordo definitivo, prima di stringere la mano ai sindacalisti impegnati nel confronto. Un accordo che il segretario provinciale di Fiba Cisl, Marco Barioni, definisce “molto sofferto negli ultimi momenti, in particolare per quanto riguarda alcuni nodi critici”.

Ma vediamo insieme i principali dettagli tecnici anticipati dai sindacati a Estense.com: i 60 esuberi ‘ufficiali’ in pratica si riducono di cinque unità, ovvero dipendenti che (per scelte personali) hanno abbandonato Carife durante il periodo della vertenza, ma che i sindacati sono riusciti a includere nell’operazione. Gli esuberi saranno volontari e incentivati attraverso un fondo diretto ai lavoratori prossimi all’età pensionabile: quelli che matureranno l’accesso diretto alle erogazioni dell’Inps tra il 2016 e il 2020. A metà novembre si svolgerà un nuovo incontro tra le parti per verificare lo stato delle adesioni al piano esuberi e, nel caso non vengano raggiunte le 60 unità, i sindacati sono riusciti a strappare un’ulteriore concessione ai commissari: estendere il target dei possibili licenziamenti anche a chi andrà in pensione nel 2011 e 2022, con la banca a garantire le eventuali nuove risorse per il fondo esuberi.

Per quanto riguarda il contratto integrativo aziendale, il rinnovo avverrà entro 60 giorni dal termine dell’amministrazione straordinaria, periodo in cui i commissari resteranno in carica per gestire la fase di transizione al Fondo Interbancario, e in cui i sindacati avvieranno i contatti con la futura dirigenza per concordare i dettagli del nuovo contratto. Altro nodo contrattuale che viene sciolto riguarda le promozioni, ‘congelate’ per chi ne aveva maturato il diritto dall’inizio del commissariamento: è stata deliberata per inizio ottobre la convocazione della commissione sui contratti pendenti, in modo che in autunno si possano sbloccare le posizioni e gli aumenti di retribuzioni rimasti invariati negli ultimi due anni. Per quanto riguarda la chiusura di sedi e filiali, ogni ragionamento è rimandato all’insediamento del nuovo cda post- commissariamento.

Il nodo più difficile nella trattativa riguardava la società Commercio & Finanza di Napoli, più volte indicata come una delle principali ‘zavorre’ nelle trattative per una cessione di Carife. In questo caso sindacati e commissari hanno concordato che la partita restasse fuori dall’attuale trattativa: la palla passerà direttamente alla nuova proprietà, che sarà chiamata a scegliere le prospettive aziendali e occupazionali dell’azienda del Gruppo Carife. Per la quale,  nell’ipotesi di nuovi esuberi futuri, dovrà essere aperta una vertenza autonoma.

“Per come si era posta la situazione, anche dal punto di vista organizzativo e finanziario – afferma Barioni -, è un accordo che ci soddisfa, soprattutto a livello di pensioni e livello occupazionale. Indubbiamente è un segnale importante il fatto che questa volta non si saranno toccati i portafogli dei colleghi e che tutto avverrà con le risorse per il fondo esuberi, senza giornate di solidarietà o riduzioni di retribuzione ma solo attraverso accantonamenti di bilancio. Ma in questo dobbiamo dare merito anche ai sindacati, che hanno impostato positivamente la vertenza. Personalmente credo che l’incognita sul futuro graviti attorno a Commercio & Finanza, visto che secondo i commissari il lavoro per l’azienda comincia a calare e questo indubbiamente solleva qualche preoccupazione. Ma anche in questo caso è indubbio che l’obbligo di aprire una nuova vertenza rappresenti una garanzia per i colleghi Napoli”.

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