Cronaca
11 Luglio 2015
L'ex presidente del cda: "Strano che non compaia Murolo". Maiarelli (Fondazione Carife): "Situazione che avrebbe dovuto essere rilevata prima"

Risarcimenti Carife, lo stupore di Lenzi

di Ruggero Veronese | 3 min

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Sergio Lenzi al fianco dell’ex dg Daniele Forin

Sergio Lenzi al fianco dell’ex dg Daniele Forin

“Sono molto meravigliato del fatto che ci vengano a chiedere danni su vicende molto datate, più vecchie rispetto al periodo in cui siamo stati amministratori”. L’ex presidente del cda di Carife Sergio Lenzi si definisce “sgomento” di fronte alla causa civile promossa dai commissari Carife, Giovanni Capitanio e Antonio Blandini, nei confronti di tutti i dirigenti e i revisori de conti che dal 2007 al 2013 (quando l’istituto passò in amministrazione controllata) sono stati alla guida della Cassa di Risparmio di Ferrara. Un procedimento in cui gli attuali vertici della banca chiederanno 100 milioni di euro di risarcimento suddivisi non solo tra le persone che fino al 2010 facevano capo ad Alfredo Santini e Gennaro Murolo (quest’ultimo attualmente a processo per la presunta truffa legata alla vicenda Vegagest), ma anche al cda che gli subentrò fino al 2013 e di cui Lenzi era presidente.

“In quegli anni – afferma l’ex numero uno di Carife – noi abbiamo fatto di tutto per rimediare alle situazioni che si erano venute a creare negli anni precedenti, cercando di portare avanti tutte le attività necessarie per ridare solidità della banca. Sono davvero colpito dalle richieste di risarcimento”. Secondo i commissari Carife il danno complessivo causato dai due Cda sarebbe pari a 309 milioni di euro (ma in tribunale si punta prudenzialmente a recuperare 100 milioni), e in questo scenario Lenzi sarebbe responsabile della perdita di 12 milioni di euro per la fidejussione concessa alla Cassa di Risparmio di Cesena, di 54 milioni per l’acquisizione della società Commercio & Finanza e di 66 milioni per scelte gestionali successive ritenute sbagliate.

Ma l’accusa che provoco più stupore nell’ex presidente Carife è quella legata alla vicenda Vegagest, che ‘ereditò’ dalla precedente gestione Santini – Murolo e per la quale i commissari gli imputano danni per 30 milioni di euro (su 100 milioni totali di perdita causati dall’operazione). “È vero, si tratta di scelte effettuate molto prima rispetto alla nostra gestione e di fronte alle quali abbiamo cercato di porre rimedio nell’interesse della banca. Parlo sia per me, sia per quanto riguarda i componenti del mio cda”. E proprio riguardo allo ‘sciagurato’ investimento immobiliare milanese, Lenzi non nasconde il proprio stupore per l’assenza, nella lista di persone citate in giudizio dai commissari, di quella più coinvolta nell’operazione: “Ciò che trovo strano è che proprio Murolo non compaia nelle richieste di risarcimento. Forse per lui ci sarà un atto di citazione ad hoc”. Un’ipotesi che per il momento non trova conferma, anche se vale la pena ricordare come il percorso sul piano civile per Murolo potrebbe non coincidere con quello degli altri amministratori proprio per via del procedimento penale in corso a Milano.

Chi non è direttamente coinvolto in questa vicenda giudiziaria ma seguirà con molto interesse l’evolversi della situazione è naturalmente la Fondazione Carife, il cui presidente Riccardo Maiarelli offre un giudizio ambivalente: l’imprenditore ferrarese infatti non si mostra realmente stupito dall’iniziativa dei commissari, quanto dalle milionarie cifre in ballo. “L’esercizio dell’azione di responsabilità verso i precedenti amministratori – afferma Maiarelli – spetta ai commissari in base a una specifica previsione di legge, quindi era prevedibile che prima della chiusura della procedura questo potesse avvenire. La notizia non è tanto l’azione di per sé, ma la dimensione economica delle richieste e l’ampio numero dei destinatari coinvolti“.

Difficile quindi, di fronte a numeri di questo genere, che tra le persone coinvolte nessuno si fosse accorto della spirale discendente che aveva imboccato Carife a partire dal 2007: “Non possiamo entrare nel merito delle censure sollevate – puntualizza Maiarelli -, che appaiono assai complesse anche dal punto di vista tecnico, riguardando ruoli diversi e tempi molto ampi negli sviluppi della vicenda Carife. Il quadro che è stato delineato lascia in ogni caso alquanto perplessi, poichè farebbe emergere una situazione che, se confermata, avrebbe dovuto essere rilevata anche in precedenti verifiche, da parte dei competenti organi. Sicuramente seguiremo gli sviluppi, per comprendere meglio le ricadute nei confronti dei soci e quindi anche della Fondazione”.

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