Voghiera
8 Luglio 2015
Griffith si consegnò ai carabinieri dopo aver sbattuto più volte la testa della donna sul pavimento, credendo di averla uccisa

Picchia e manda in coma la moglie, condanna esemplare in tribunale

di Ruggero Veronese | 3 min

tribunaleVoghiera. Aggredì e picchiò selvaggiamente la moglie, con una furia e una violenza che trovano pochi precedenti analoghi nelle cronache locali. E oggi il 34enne Juan Carlos Griffith, in carcere dal 18 marzo scorso, quando si consegnò spontaneamente ai carabinieri con la convinzione di aver appena ucciso l’ex compagna, è stato condannato a 5 anni e 10 mesi di reclusione dal tribunale di Ferrara, dopo il processo in rito abbreviato in cui è stato giudicato colpevole di lesioni gravissime e violazione di domicilio. Una sentenza che include anche 50mila euro di provvisionale immediatamente esecutiva, mentre il resto dell’ingente risarcimento alla donna verrà quantificato in sede civile.

La drammatica aggressione avvenne nella casa dei genitori della moglie di Griffith, dove questa si era trasferita al termine del rapporto con il 34enne, anche se non erano ancora giunti formalmente al divorzio. I due coniugi si erano separati consensualmente e la figlia era stata presa in affidamento dalla madre.

Proprio questo aspetto sarebbe stata la causa scatenante del terribile litigio del 18 marzo: l’uomo avrebbe richiesto il permesso di trascorrere più tempo con la piccola, ma di fronte al rifiuto della ex compagna avrebbe perso il lume della ragione, decidendo di fare irruzione nell’abitazione della donna. Dopo aver sfondato la porta la tramortì con un pugno in pieno volto, per poi afferrarle i capelli e sbatterle ripetutamente la testa contro il pavimento, rompendole il setto nasale e la mandibola, provocandole una frattura al lato destro del cranio e facendole perdere i sensi. Poco dopo arrivò la suocera dell’aggressore, che ha immediatamente chiamato i soccorsi.

Una volta esaurito il raptus di violenza, Griffith si rese conto di quanto commesso e si consegnò ai carabinieri, per poi essere immediatamente trasferito nel carcere di via Arginone. Sua moglie trascorse diversi giorni in coma e tuttora, pur essendosi ripresa fisicamente, presenta danni permanenti che verranno valutati e quantificati economicamente dal tribunale civile. Al termine del processo in rito abbreviato la procura ha chiesto una condanna di 6 anni e mezzo, che comprendeva anche l’accusa relativa ai presunti maltrattamenti in famiglia. Un capo di imputazione che secondo il tribunale non ha trovato fondamento, anche se la condanna per gli altri due reati per cui Griffith era stato indagato (lesioni gravissime e violazione di domicilio) rimane esemplare: 5 anni e 10 mesi, oltre alla provvisionale da 50mila euro e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Soddisfatto della sentenza l’avvocato di parte civile Daniele Bertaggia, che rappresenta la vittima dell’aggressione: “Le istanze dell’accusa sono state accolte quasi interamente – afferma il legale -: siamo di fronte a un esempio di buona giustizia, perché dopo una serie di cattiverie e lesioni violentissime si è arrivati in pochissimi mesi a una sentenza di condanna. Per noi la sentenza è giusta, equa ed equilibrata, e visto che Griffith rimane in carcere non sarà più in condizioni di nuocere, come a volte capita in casi analoghi, anche se non a Ferrara”.

Mentre l’avvocato Alex De Anna, difensore dell’imputato, non esclude un possibile ricorso in appello dopo la lettura delle motivazioni della sentenza, che verranno depositate entro 90 giorni: “Nella condanna ci sono elementi che lasciano aperta l’ipotesi di un ricorso, anche per quanto riguarda il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche”.

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