Dopo la politica con la p minuscola, ecco la polemicuccia con la p minuscola. Il tutto all’insegna del “me ne frego”. Tagliani rompe il silenzio di 48 ore e risponde alle parole dell’ex assessore al bilancio Luigi Marattin, che alla Festa del Pd di Francolino aveva sparato a zero sulle ultime scelte della giunta in merito all’aumento delle tasse e al concorso per nuovo direttore della Holding Ferrara Servizi: “fossi ancora in giunta – riportava il “Carlino” – avrei presentato al sindaco le mie dimissioni”.
Attorno a quelle parole era sceso il gelo negli ambienti del Pd ferrarese. Un gelo che il sindaco legge invece come noncuranza: “Pd annichilito ed imbarazzato per quelle dichiarazioni? e se invece si trattasse di mero, autentico ed autarchico “me ne frego”?”.
Il motto dannunziano, e mussoliniano, si riflette anche sul resto dell’intervento, che Tagliani affida a una nota della portavoce: “Capisco che le sparate di Gigi Marattin, frequenti qualche mese fa e al limite dell’inflazione, oggi facciano notizia. Capisco anche che una giunta impegnata a svolgere la propria attività amministrative continuando a tagliare i costi e che non interviene a sostegno di Tizio o Caio, nel momento in cui una commissione di elezione sta lavorando, è meno fashion del nostro Varoufakis in salsa liberal: ma così è se vi pare ma anche se non vi pare!”.
Il primo cittadino evita di entrare nel merito delle critiche mosse non solo dall’attuale consigliere economico di Renzi, ma da tutta l’opposizione e ricorda che “Gigi è un amico ed è stato un ottimo collaboratore e non pretendo che condivida scelte alle quali non partecipa più; come del resto io ho una montagna di riserve ad esempio sul “decreto enti locali”, ma ciò non toglie che il sottoscritto sia restio ad insegnare agli altri il proprio mestiere mentre cerco di fare bene il mio”.
Tagliani tira invece fuori un sibillino “vecchi rancori e nuovi interessi” per assicurare che “alla fine di tutta questa panna montata ad arte, risulterà confermata la linea di questa amministrazione: ridurre i costi, tagliare società inutili, rafforzare il governo delle nostre società con persone competenti e tagliare le tasse, sempre se il governo smette di tagliare trasferimenti e di elargire centinaia di milioni di euro a copertura dell’Imu a quei comuni “furbetti” che l’aumentarono confidando sul soccorso governativo”.
Capitolo chiuso insomma, quantomeno per Tagliani, che chiude ricordando quella che potrebbe diventare una delle sue vittorie più importanti, quella relativa al contenzioso con Dexia per la chiusura dei derivati: “Chissà se l’Alta Corte di Londra sarà più utile di questa polemicuccia con la p minuscola”.