Salviamolapoliziaprovinciale@gmail.com è l’indirizzo mail al quale inviare le espressioni di solidarietà contro lo smantellamento del servizio ora in capo alle Province, come disposto dal decreto legge numero 78 del 19 giugno scorso. L’articolo cinque del provvedimento scritto dal governo, infatti, recita: “Il personale appartenente ai corpi e ai servizi di polizia provinciale (…) , transita nei ruoli degli enti locali per lo svolgimento delle funzioni di polizia municipale”.
Disposizioni che se da un lato danno risposta al futuro occupazionale degli agenti provinciali, dando in parte soluzione al problema dei soprannumerari delle Province come riformate dalla legge Delrio dell’aprile 2014, dall’altro aprono punti interrogativi grandi come una casa sul futuro del controllo territoriale finora svolto dagli enti intermedi, con costi ambientali che potrebbero rivelarsi ben presto delle spiacevoli sorprese.
A lanciare l’allarme sono le guardie e associazioni volontarie eco-zoofile, ambientali e ittico-venatorie ferraresi, che da anni agiscono all’interno di un coordinamento e a fianco della Polizia provinciale per innumerevoli attività di controllo, presidio, sorveglianza e per iniziative di educazione alla legalità e per una cultura di maggiore rispetto dell’ambiente, con il coinvolgimento di istituzioni, cittadini, scuole e società civile in varie forme e articolazioni.
Oltre 250 guardie volontarie – fra Anpana, Arci pesca, Associazione nazionale libera caccia, Aeop, Comitato Wwf, Fipsas, Federcaccia, Legambiente, Lida, Lipu, Ggeevv e altri – che si sommano ai 17 agenti della polizia comandata da Claudio Castagnoli.
“Una vera e propria rete complessiva di controllo del territorio – ha spiegato il vicepresidente della Provincia, Nicola Rossi -, che rischia di svanire se competenze, conoscenze, esperienze e risorse umane della Polizia provinciale, saranno disperse suddividendole fra le varie Polizie municipali”.
Un allarme cui peraltro ha fatto seguito la precisazione all’unisono dei vari portavoce del mondo associativo e delle guardie volontarie: “Comunque continueremo a fare ciò che stiamo facendo insieme con la Polizia provinciale, fino a quando sarà possibile”.
Nel frattempo, lo stesso vicepresidente della Provincia ha ricordato che da Upi e dagli stessi interlocutori a livello regionale si stanno già muovendo dei passi per provare a disegnare una soluzione regionale degli agenti, in una logica di gestione più unitaria e territoriale del problema, scongiurando i costi che potrebbero insorgere dalla dispersione di una rete di controllo e coordinamento che, grazie alle Polizie provinciali, ha dato negli anni risultati che nessuno, allo stato attuale, sarebbe in grado di replicare.
Occorrerà vedere quali spazi si apriranno nella fase di discussione del decreto legge e quali modifiche potranno essere recepite nel testo da qui alla sua conversione in legge, cioè dopo sessanta giorni dalla sua emanazione, come prevede la Costituzione.
“L’auspicio – ha proseguito Rossi – è che non siano disperse competenze, esperienze e la stessa rete di coordinamento, che in questi anni sono state un’efficace presidio del territorio: dal problema del bracconaggio, ai comportamenti illegali di carattere ambientale, fino alla proliferazione delle nutrie coi noti danni arrecati all’agricoltura e alla sicurezza idraulica”. “Se occorre parlare di superamento delle Province come istituzionalmente le abbiamo finora conosciute – è stata la conclusione -, dobbiamo però continuare ad avere una visione unitaria del territorio e per questo occorre salvaguardare competenze ed esperienze evitandone la dispersione”.