L'inverno del nostro scontento
3 Luglio 2015

Tutto quello che ti dicono sulla Grecia è falso

di Girolamo De Michele | 7 min

di Giovanni Drogo (next quotidiano, 1 luglio 2015)

[C’è chi, sulla Grecia, ha come fonti la signora del piano di sopra che si incontra in ascensore, la barista, il barbiere, il garzone del fruttivendolo – altro che la casalinga di Voghera. E poi ci sono i giornalisti seri, quelli che studiano i dati, e si preoccupano di fornire le fonti, una per una. Il migliore articolo che ho trovato sulla Grecia è questo che vi propongo, di Giovanni Drogo (sempre che interessi sapere davvero come stanno le cose). Non avendo il tempo di scrivere un pezzo mio (e comunque non avrei saputo fare così bene), lo ringrazio due volte. Quello che avevo da dire sulla Grecia, peraltro, l’avevo già detto 4 anni fa qui].

Mancano quattro giorni al #greferendum sulle proposte della Troika. Ancora per qualche giorno le vostre bacheche Facebook saranno intasate dai tifosi del Sì e dai sostenitori del No. E allora ecco un prontuario per voi che avete un amico espertone di economia su Facebook, che sa tutto della Grecia: aiutatelo nella sua analisi macroeconomica fatta di chiacchiere da bar fornendo alcuni dati. Sì, certo: i dati sono numeri, i numeri sono veri e quindi non stanno bene insieme alle chiacchiere ma perché non approfittarne per fare un po’ di chiarezza sulle balle che ci stiamo raccontando sulla Grecia in questi giorni?

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(da: Corriere della Sera, 27 giugno 2015)

I GRECI SI SONO MANGIATI I SOLDI PRESTATI DALL’EUROPA?

Uno dei punti principali delle discussioni sui Social è che se i greci hanno ricevuto dei prestiti dagli stati membri della UE (ovvero da noi cittadini) allora sono tenuti a restituirli. Quel che è giusto è giusto e quel che è nostro, deve tornare ad essere nostro.

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(infografica del Sole 24 Ore sul salvataggio della Grecia nel 2009)

Ma dove sono realmente finiti i soldi del salvataggio greco? A spiegarcelo un pezzo del Guardian di qualche giorno fa [qui] che la fetta più consistente dei 240 miliardi di euro prestati alla Grecia tra il 2010 e il 2012 è andata (attualmente il debito ammonta a 320 miliardi) a finire nelle casse delle banche che avevano prestato denaro prima del crollo. In buona sostanza è vero che il debito pubblico greco è ingente, ma molto più preoccupante è la situazione dell’indebitamento dei privati, ovvero delle banche che hanno prestato denaro in modo a dir poco sconsiderato. Del denaro prestato alla Grecia solo il 10% [qui] è stato effettivamente utilizzato dal Governo per riforme economiche, il resto è stato utilizzato per ripianare i debiti e gli interessi sui debiti della finanza privata. Se nel 2010 la quasi totalità del debito era dovuto alle banche oggi invece il 78% di quei 320 miliardi di euro è della Troika, ovvero delle istituzioni pubbliche. Le operazioni di salvataggio hanno trasformato il debito dei privati (ovvero l’esposizione delle banche elleniche ed europee che sono state salvate) in un debito pubblico. I soldi quindi non sono andati ai greci ma alla finanza privata che, una volta al sicuro, ha pensato bene di scaricare gli oneri sulla paese. Se guardiamo il grafico qui sopra è evidente come nel 2009 le banche europee (principalmente tedesche e francesi) e non gli stati fossero molto esposte in virtù dei crediti concessi in modo sbarazzino. Nel 2014 la situazione è invertita. Perché? Perché le stesse banche hanno scaricato gli oneri sugli stati [qui] cioè gli stessi cittadini che ora vogliono indietro i soldi dai greci (le banche hanno accettato un haircut del 50% sul debito). Ad essere stato salvato è il sistema bancario, non la Grecia.

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E se pensate che la Grecia sia l’unico paese che ha speso denaro per salvare il sistema bancario ecco qui questo bel grafico che mostra come anche gli altri paesi dell’eurozona abbiano allegramente finanziato il sistema bancario all’inizio della crisi.

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(riduzione del numero dei dipendenti pubblici in Grecia negli ultimi cinque anni)

LA GRECIA NON HA FATTO NULLA PER USCIRE DALLA CRISI DEL DEBITO?

C’è un pregiudizio nei confronti dei Greci, raffigurati come allegre cicale spendaccione che in questi anni invece che mettere mano ai conti pubblici e intraprendere la strada delle riforme strutturali hanno preferito ballare il sirtaki e ubriacarsi di ouzo (con i nostri soldi!11). In realtà le cose non stanno così. I punti principali riguardo ai quali i critici contestano alla Grecia un’inerzia e un’indolenza eccessive sono: “ci sono troppi dipendenti pubblici“, “i greci non stanno facendo le riforme strutturali richieste“, “non è stata fatta nessuna riforma delle pensioni” ed infine “i greci non si sono impegnati in un piano di riduzione del deficit“. Ma andiamo con ordine, se si ha la pazienza di leggere la tabella qui sopra (estratta da qui) si potrà notare che nel 2009 il totale dei dipendenti pubblici era di 907.351 unità mentre nel 2014 si è scesi a 651.717. Si tratta di 255.634 dipendenti in meno in cinque anni (qualcosa come il 25% in meno). Qualcuno potrà dire che Tsipras ha intenzione di invertire questa tendenza, ma a quanto pare il piano di assunzioni riguarda al massimo quindicimila nuovi assunti, una piccola frazione rispetto ai posti di lavoro tagliati negli ultimi anni.

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LA GRECIA NON HA FATTO LE RIFORME STRUTTURALI?

Come misurare l’impatto e la consistenza delle riforme fatte dal Governo ellenico? Secondo molti analisti e commentatori da bar la Grecia non ha fatto nulla. Forse sarebbe più corretto dire che la Grecia ha fatto molto, ma non abbastanza da poter mettersi al pari con la maggior parte dei paesi europei. A sostegno di questa tesi si può citare il fatto che nel 2010 la Grecia secondo il report di Doing Business [qui] si posizionava al 109° posto in una classifica globale dei paesi dove è più conveniente aprire un’attività e fare affari. Il punteggio riguarda diversi indicatori che prendevano in considerazione la competitività e le riforme attuate. Lo stesso report del 2015 [qui] vede la Grecia scalare la classifica e posizionarsi al 61° posto della classifica. Se la Grecia non avesse fatto nessuna delle “riforme strutturali” come ha fatto a salire di posizione (tenendo conto che tra i fattori che contribuiscono al punteggio ci sono proprio le riforme)? Giusto per fare un paragone guardate dove si posiziona l’Italia rispetto alla Grecia. Negare che i greci abbiano fatto le riforme strutturali è semplicemente una balla. Certo c’è ancora da combattere il problema dell’evasione fiscale, ma non è una cosa che Tsipras avrebbe potuto fare in pochi mesi (in Italia ci proviamo da sempre e l’unica cosa che siamo riusciti a partorire è stato lo scudo fiscale).

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(fonte: Doing Business 2015)

LA GRECIA REGALA LE PENSIONI?

È vero, il sistema pensionistico greco è stata una delle principali fonti della spesa pubblica anche se non è corretto dire che i greci andavano tutti in pensione a cinquantanni come si sente dire in giro. Ma non è vero che la Grecia non ha posto in essere una serie di riforme volte a modificare lo status quo. Una su tutte: l’innalzamento dell’età pensionabile (nb: nel grafico la Grecia è indicata con la sigla EL)

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Se andiamo a guardare l’impatto [qui] a lungo termine (nel 2060) e lo confrontiamo con la situazione prima della riforma (la linea blu del grafico) vediamo due cose: la situazione greca era simile a quella italiana e con la riforma attuale i greci andranno in pensione più tardi degli italiani (ma anche dei tedeschi). Lo sforzo c’è stato, ed è considerevole. E se il problema fosse la spesa pensionistica rispetto al PIL? Secondo quanto riporta Icebergfinanza [qui] non solo la spesa greca è in linea con quella di paesi europei come Italia e Francia…

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…ma a quanto pare il “costo” di un pensionato greco è molto inferiore a quello di un pensionato tedesco.

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Di nuovo, si può fare di più e meglio tenuto conto della drammatica situazione del paese? Forse. Ma senza dubbio molto è già stato fatto.

E LA RIDUZIONE DEL DEFICIT, RAGA?

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Leggete il grafico qui sopra che riassume i dati del debito pubblico dei paesi OCSE [qui]. No, rileggetelo. La Grecia è passata da un deficit al 15,6% nel 2009 al -1,4% nel 2015. E ancora c’è qualcuno che dice che i greci non hanno fatto nulla e non sono in grado di fare sacrifici? Sempre per fare un paragone date un occhio all’Italia e pensate ai sacrifici che ci sono stati imposti per passare dal -5,4% al -2,1% e di cui tutti si lamentano. Ok, ora prendete i tagli alla spesa pubblica e provate ad immaginare cosa è successo in Grecia in questi ultimi cinque anni.

oxi

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