Politica
2 Luglio 2015
Il capogruppo Pd: "Inaccettabile fare delle sfortune altrui 'carne da macello' per la politica". Critico anche Fiorentini (Sel)

Vitellio attacca Spath e la sua “gita” al centro profughi

di Daniele Oppo | 4 min
Luigi Vitellio

Luigi Vitellio

È un Luigi Vitellio indignato e che non le manda a dire quello che commenta “con amarezza” quella che definisce “l’ennesima gita del consigliere Spath per andare a visitare luoghi in cui, in realtà, non ci sono oggetti da vedere, ma persone”.

Il riferimento è alla visita del consigliere di Fdi al neo aperto centro di accoglienza profughi a Pontelagoscuro sono ospitati i richiedenti asilo “che – sottolinea il capogruppo Pd – non vengono in Italia per rubare o togliere il lavoro agli italiani: vengono in Italia per scappare alle torture, alle guerre, alle persecuzioni, alla fame e probabilmente alla morte. Donne e uomini – prosegue Vitellio – che spinti dallo spirito si sopravvivenza decidono di abbandonare il loro paese per cercare un luogo più civile. Ed è proprio da qua che dobbiamo partire, dimostrare loro che l’Italia è un luogo in cui civilmente si accetta chi ha bisogno”.

“Pare invece che il consigliere Spath sia più intenzionato a farsi fotografare e porre problemi invece di risolverli come dovrebbe essere suo dovere in qualità di rappresentante dei cittadini – affonda il segretario provinciale del Pd -. Suo dovere ricordare che dietro alle persone ci sono storie, magari anche terribili, che non si meritano di esser banalizzate in numeri o infelici frasi fatte. Proprio per questo è mia intenzione chiedere al Comitato Vivere Insieme di Pontelagoscuro di coinvolgere tutte le associazioni del territorio, per incontrare e dare il benvenuto ai nuovi arrivati e, perché no, coinvolgerli in attività socialmente utili, come vero strumento di integrazione e coesione sociale: perché solamente così e solamente con i fatti si può parlare di integrazione, senza scadere nella più becera demagogia. Non e’ accettabile – conclude Vitellio – che sulle sfortune altrui si faccia ‘carne da macello’ per la politica”.

Critico sulle “dichiarazioni di fuoco” sullo sforamento del tetto (teorico) di 400 immigrati a Ferrara, provenienti da Lega Nord e Fdi anche Leonardo Fiorentini, consigliere comunale di Sel: “Credo sia ora di smetterla di far strumentale polemica politica sulla pelle delle persone. Sì perché, parrebbe bene ogni tanto ricordarlo, sono persone quelle che fuggono dalla fame, dalla miseria, dal terrore, dalle torture e dalle guerre. Quelle vere”. Fiorentini fa poi diretto riferimento a Spah: “Sia chiaro che non basta farsi fotografare con loro per lavarsi la coscienza. La coscienza dovrebbe imporci di accoglierli tutti, altro che tetto di 400. Non perchè ce lo dice l’Europa o la nostra Costituzione, non perchè vi siano obblighi derivanti dal diritto internazionale o da quello nazionale. Semplicemente perchè sono esseri umani in difficoltà che fuggono da situazioni drammatiche e che, spesso dopo viaggi allucinanti in cui hanno più volte rischiato la vita, arrivano sulle nostre coste chiedendo il nostro aiuto. E sarebbe troppo facile appellarsi alla coscienza cristiana, di cui spesso quegli stessi esponenti politici si ritengono eroici paladini ed unici difensori. Io mi appello alla nostra coscienza in quanto, semplicemente, esseri umani. Certo – prosegue Fiorentini – sarebbe più facile farlo per un micio in difficoltà o un cagnolino abbandonato. Del resto mi rendo conto che in un periodo storico in cui si istituisce il premio all’amministratore meno buonista, queste parole possano sembrare fuori contesto, ma è così: abbiamo il dovere, etico e morale, prima che giuridico, di aiutare altri esseri umani in difficoltà, siano essi italiani o stranieri. Almeno questo succede in una società che sia degna di questo nome ed in cui valga la pena di vivere”.

“Chi si scaglia contro di loro – continua il consigliere di Sel – chi si chiede ‘dove li mettiamo’ (dimenticando che solo nella nostra città vi sono oltre 5400 alloggi sfitti), chi grida all’allarme dei cittadini (quando ben pochi cittadini si sono sinora accorti della presenza in città di 200 rifugiati), chi inneggia all'”aiutiamoli a casa loro”, salvo poi tagliare inesorabilmente i fondi alla cooperazione internazionale, chi dice “rimandiamoli a casa”, dimenticandosi che a casa loro molto spesso, semplicemente, si muore, chi urla “prenditeli a casa tua”, dimenticando – conclude Fiorentini – che la comunità è casa nostra, insomma chi fomenta la paura fine a se stessa, cerca solo di lucrare politicamente sulla tragedia altrui”.

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