Eventi e cultura
2 Luglio 2015
La collezione dello studioso a disposizione per la consultazione nella biblioteca di via Scienze

L’Ariostea ricorda Lanfranco Caretti

di Redazione | 3 min

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Lanfranco Caretti

Lanfranco Caretti

Cento anni fa, il 3 luglio 1915, nasceva Lanfranco Caretti, studioso di Ariosto, Tasso, Parini, Manzoni, docente negli atenei di Pavia e Firenze, Accademico dei Lincei e delle Scienze, e ferrarese. Alla città dove era nato e dove aveva trascorso gli anni dell’adolescenza, incontrato l’amata compagna di tutta la vita, Vittorina Sarasini, la “ragazza di Pontelagoscuro”, e dove tornava appena poteva per la Spal, volle donare la propria biblioteca – oltre 15mila volumi – dandone comunicazione nel 1994, un anno prima della scomparsa, nell’ambito di una cerimonia pubblica a Firenze alla biblioteca Laurenziana.

Dal 1997 la biblioteca di Lanfranco Caretti è a Ferrara, in Ariostea, studiata e consultata nella sala che si riserva ai manoscritti, ai codici miniati e agli incunaboli, ossia ai libri più preziosi. Una biblioteca nella biblioteca, un prezioso scrigno che si formò a partire dagli anni Trenta, anni in cui Caretti, universitario ed esordiente come critico sulle pagine del Corriere Padano, iniziò a raccogliere edizioni contemporanee di scrittori e critici della nostra letteratura, poi affiancate da molte edizioni antiche, prime edizioni acquistate sul mercato antiquario, soprattutto delle opere di Torquanto Tasso, una collezione di 6000 opuscoli, che colleghi e amici gli dedicavano, moltissimi fascicoli di riviste, fotocopie e ritagli di giornali.

La biblioteca si articola tra opere di autori antichi e moderni, tra testi fondamentali di filologia e di critica, tra prime edizioni ed esemplari rarissimi, quali “Le fiale” di Corrado Govoni del 1903. Molti sono i libri “lavorati”: da quelli semplicemente sottolineati, lievemente, discretamente a matita, a quelli dove la pagina a stampa diventa spazio per il lavoro del critico, che annota, revisiona, inserisce appunti, schede bibliografiche ed altro. Si conservano poi testimonianze oltreché degli studi e delle letture, delle passioni coltivate dallo studioso per la musica, il cinema, il teatro e naturalmente per Ferrara.

L’Ariostea raccoglie anche l’archivio di Lanfranco Caretti, costituito da una grande quantità di carte e documenti prodotti, ricevuti, acquisiti e utilizzati dallo studioso nel corso della propria attività, protrattasi per un sessantennio, dal 1934 al 1995, anno della morte. L’archivio è attualmente in fase di riordino e inventariazione e sarà presentato ufficialmente nell’autunno prossimo nell’ambito di una cerimonia pubblica in biblioteca.

Tre i nuclei più consistenti: l’Archivio di lavoro, quello della Corrispondenza e le Carte famigliari. L’illustre accademico ha conservato lettere e cartoline ricevute da più di 900 corrispondenti, nomi famosi del mondo letterario, editoriale e accademico del nostro Novecento: Italo Calvino, Mario Luzi, Vittorio Sereni, Sergio Solmi, Vasco Pratolini, Giulio Einaudi, Guido Bollati, Vanni Scheiwiller, Roberto Roversi, i “maestri” Giorgio Pasquali e Giuseppe De Robertis, i colleghi Walter Binni, Carlo Bo, Gianfranco Contini, Ettore Bonora, Mario Fubini, Walter Moretti, Ezio Raimondi, Cesare Segre, e l’elenco potrebbe continuare con tanti altri nomi di eccellenza.

Caretti insieme a questi ha voluto conservare anche le lettere di conoscenze occasionali, persone che lo avevano ascoltato durante una conferenza o una lezione restandone affascinati, genitori che lo ringraziavano per aver fatto appassionare allo studio della letteratura i propri figli, ragazzini delle scuole che lo avevano avuto maestro per un giorno nel loro istituto, un maestro che, come ha ricordato Cesare Segre, “più che insegnare insegnava a pensare”.

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