Goro
2 Luglio 2015
Scritto a quattro mani dai giornalisti Nicola Bianchi e Giacomo Battara

La storia di Willy Branchi ora è un libro

storia di willy - libro
di Daniele Oppo | 3 min

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Foto tratta dal web

Foto tratta dal web

Ci sono tre protagonisti in questa storia: Willy Branchi, Valeriano Forzati e la città di Goro. Sono i ‘personaggi’ tratteggiati dai giornalisti Nicola Bianchi e Giacomo Battara nel libro “Storia di Willy – e di Valeriano Forzati presunto colpevole”, uscito per i tipi di Minerva Edizioni.

Si tratta di 141 pagine dense, tra atti giudiziari, indagini, interviste, ricostruzioni, ma anche, alla fine, con alcune foto del corpo del giovano Willy, nudo e abbandonato a se stesso, un pugno alla coscienza di tutti più che allo stomaco. Sono 141 pagine di un giallo-inchiesta sul cold case ferrarese che da 26 anni non conosce la verità: l’omicidio efferato di Vilfrido Luciano Branchi sull’argine del Po, a Goro. In mezzo, la storia del presunto colpevole, poi assolto, Valeriano Forzati, e a fare da contorno Goro e i goresi, quelli che conoscono la verità e non l’hanno mai detta a nessuno e quelli, tanti, che quella verità invocano a gran voce.

“Il libro – spiega Nicola Bianchi, giornalista del Resto del Carlino che, con la sua inchiesta e insieme al fondamentale lavoro dell’avvocato Simone Bianchi, ha contribuito a far riaprire il caso – è frutto del lavoro di ricostruzione sulla base degli atti e dei fascicoli del caso Branchi e della strage al Laguna Blu di tre mesi dopo”. È la storia di Willy ma, dicevamo, anche quella, collegata, di Valeriano Forzati che il libro cerca di riabilitare almeno per le ingiuste accuse che 26 anni fa gli vennero mosse: “Era l’unico imputato (ai tempi c’era ancora il codice Rocco) e ho trovato vecchie interviste in cui lui affermava la sua innocenza, anche rabbiosamente. Raccontava di come i suoi figli tornassero a casa piangendo perché tutti dicevano fosse lui l’assassino. La sera in cui commise la strage al Laguna Blu stava ‘cercando quei cani’, come dicono alcuni testimoni, che avevano tentato di ammazzarlo due volte. Si presentò al Laguna Blu ma lo buttarono fuori, forse perché troppo ubriaco, poi ritornò dopo essersi procurato delle armi. Le persone che cercava non c’erano più, ma per lui era ormai  troppo tardi e commise la strage”. Ma, probabilmente, lui con Willy non c’entrava nulla e quell’accusa lo distrusse: “In punta di piedi arriviamo a sostenere che se non fosse stato accusato dell’omicidio, forse la strage non sarebbe mai avvenuta”.

C’è poi Goro, “spesso descritta come omertosa – afferma Bianchi -, ma è solo una piccola parte ad esserlo come dimostra la fiaccolata per chiedere verità sull’omicidio di Willy a cui hanno partecipato 2.500 persone”.

storia di willy - libroUna vicenda che rimarrà a lungo nella mente del giornalista: “È stata una grande soddisfazione aver riportato a galla una vicenda stra-archiviata e aver dato un minimo apporto alla riapertura del caso, con il primo avviso di garanzia anche se solo per false dichiarazioni al pm (per don Bruscagin, ai tempi sacerdote a Goro e che fece rivelazioni importanti proprio in un’intervista a Bianchi, ndr). Soprattutto – prosegue il giornalista – è un’immensa soddisfazione vedere la famiglia Branchi con una nuova speranza: il loro ‘grazie’ mi rimarrà per sempre”.

Il libro nasce anche grazie all’interessamento del suo coautore, Giacomo Battara: “Ha letto i miei articoli e, parlando, è nata l’idea di scriverci un libro – racconta Bianchi -. Lui collabora da tanto tempo con la casa editrice Minerva e l’editore Roberto Mugavero è stato subito entusiasta. L’abbiamo scritto in quattro mesi”. La presentazione sarà sabato 11 luglio alle ore 19 proprio a Goro presso il Belvedere di piazza Leo Scarpa. Ci saranno gli autori, Luca Branchi, l’avvocato Simone Bianchi, lo scrittore e criminalista Francesco Altan (che ha curato la prefazione), l’investigatore Davide Tuzzi e l’editore Roberto Mugavero. Modererà l’incontro il direttore dell’edizione ferrarese del Resto del Carlino, Cristiano Bendin.

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