Cronaca
30 Giugno 2015
Un elemento delle macchine è privo di certificazione Ce, la Fp-Cgil: "Più cura su un appalto da decine di milioni"

Cona, “altro stop alle nuove tecnologie di laboratorio”

di Redazione | 2 min

open_day 008Ennesimo stop all’uso delle nuove tecnologie nel laboratorio di analisi dell’ospedale di Cona. A denunciarlo è il sindacato Fp-Cgil.

Dopo la denuncia fatta dalla Fp-Cgil in passato sul “pasticcio del laboratorio di Cona” dove, “in un momento strategico del timing dello sviluppo del progetto di are vasta il Tar dell’Emilia Romagna ha sospeso la partenza delle nuove tecnologie in quanto un elemento delle nuove macchine è sprovvisto del marchio di conformità europeo (Ce Idv), le due aziende ferraresi – spiega la Cgil – hanno rassicurato le lavoratrici ed i lavoratori del laboratorio in virtù della richiesta di sospensiva effettuata”.

“Ovvero – aggiunge il sindacato – nei fatti, attraverso i propri legali le aziende hanno chiesto al consiglio di stato di sospendere la sentenza del Tar in attesa che lo stesso entri nel merito, per poter partire con le nuove tecnologie continuando a prospettare al personale l’imminente partenza. Da sottolineare – prosegue la Fp-Cgil – che parliamo di un appalto di diverse decine di milioni di euro con durata decennale, che secondo noi doveva essere trattato con il massimo della cura, da parte di chi se ne è occupato, per evitare questa situazione paradossale”.

Ma, denuncia il sindacato, “per la seconda volta la richiesta di sospensiva è stata presa in analisi dal Consiglio di Stato ma il giudizio finale è stato ulteriormente rinviato ed il giorno della verità, che non arriva mai, è stato posticipato al 30 luglio. Considerando poi che anche se venisse accolta, si andrebbe comunque a giudizio nuovamente per capire se la prima sentenza era corretta o no. Così in laboratorio si continua a lavorare senza sapere cosa accadrà domani e si attende la nuova data”.

“Noi come Fp-Cgil – scrive il sindacato – ci sentiamo in dovere di mantenere alta l’attenzione su questo tema perché chi utilizza soldi pubblici lo deve fare con il massimo della trasparenza e della cura così come gli stessi direttori generali continuamente professano quando si confrontano con noi. Ai quali, noi questa volta, vogliamo rivolgere l’invito di valutare bene cosa è successo e cosa succederà in questa situazione che nessuno voleva per il bene della nostra sanità e della nostra provincia anche in relazione al ruolo che essa ambisce ad avere all’interno dell’area vasta.
Le nostre aziende – conclude la Fp-Cgil – sono ricche di donne e di uomini di valore, anche giovani, che spesso nei rinnovi ormai atavici di incarichi alle stesse persone vedono la fine delle proprie ambizioni ma anche, di conseguenza, un limite che non gli permette di mettere a sistema il loro contributo”.

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