Politica
30 Giugno 2015
Acceso dibattito sul titolo di studio, Fornasini attacca Maisto "assessore azzeccagarbugli"

Direttore Holding, aspra polemica in Consiglio

di Elisa Fornasini | 4 min

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OLYMPUS DIGITAL CAMERAÈ un consiglio comunale ‘caldo’ quello di lunedì pomeriggio. A surriscaldare l’atmosfera è la discussione sull’avviso pubblico di selezione di un nuovo direttore generale della Holding Ferrara Servizi che rimarrà in carica 4 anni con uno stipendio previsto di 80mila euro lordi annui. Ad accendere la miccia della polemica è l’ordine del giorno a firma dei consiglieri Fi che, come spiega Matteo Fornasini, chiede di sospendere l’iter di selezione e di destinare le risorse così risparmiate alla riduzione delle tasse comunali.

Le forti perplessità espresse dai consiglieri azzurri sono di tipo sia gestionale, sulla reale necessità di questa nuova figura dirigenziale, che formale, sulla legittimità dei requisiti richiesti nella selezione. “Non capiamo la reale necessità che la società si doti di questa nuova figura esterna che guadagnerà 320mila euro per i prossimi 4 anni – dichiara Fornasini -. Costi aggiuntivi per le casse comunali che potrebbero essere risparmiati nominando un amministratore unico in grado di guidare in modo autonomo la holding senza l’ausilio di un direttore generale o, in caso si ritenga comunque necessario questa figura, nominando un dirigente comunale come avveniva fino allo scorso anno”.

Qui arriva la prima rettifica da parte del vicesindaco Massimo Maisto che dà voce alla nota del sindaco Tiziano Tagliani, assente al consiglio per ferie: “Non è assolutamente vero che fino a un anno fa il ruolo di direttore generale era svolto formalmente da un dirigente della pianta organica comunale; è vero invece che sia stato possibile concentrare sull’amministratore unico anche le funzioni di direttore generale, dovute a circostanze particolari e oggi non più esistenti. La figura del direttore generale, istituita già dal 2008 e non disciplinata nello statuto per il semplice e unico motivo che non è un organo della società – corregge il vicesindaco – è un investimento utile per la più importante holding del Comune”.

Maisto, che assicura che “non alziamo le tasse per pagare le cariche dirigenziali ma per garantire i servizi”, non trova neanche legittimo chiedere al Comune di sospendere una selezione intrapresa da una holding che, seppur di proprietà del Comune, agisce in maniera autonoma. “Non invidio di indossare i panni dell’assessore ‘azzeccagarbugli’ Maisto che si è arrampicato sugli specchi come pochi altri avrebbero saputo fare” replica Fornasini, secondo cui “è molto grave quello che sta dicendo il vicesindaco perché la holding non è autonoma ma deve rispondere al Comune, essendone partecipata al 100%”.

L’accesa polemica continua sul fronte formale “perché i requisiti predisposti dal bando – nota Fornasini – non corrispondono a quelli prescritti dalla legge, che per svolgere un incarico di questa rilevanza richiede un diploma di laurea, mentre per partecipare a questa selezione basta un diploma di scuola superiore”. Sulla mancata legittimità dei requisiti interviene anche il consigliere Claudio Fochi (M5S) con un emendamento in cui ribadisce che “i parametri richiesti non rispondono agli standard internazionali e non sono adeguati al compito da svolgere”. “Per questo incarico la laurea non è un elemento indispensabile – risponde il presidente del gruppo consiliare Ferrara Concreta Alberto Bova – e la commissione verificherà i requisiti e sceglierà le persone migliori”.

Le risposte della maggioranza – arrivate da Luigi Vitellio del Pd (“Non avete davanti Alemanno e la sua giunta ma l’amministrazione comunale che vuole fare bene per Ferrara”) e Alberto Bova di Fc – non convincono l’opposizione che passa al contrattacco. La risposta più infuocata è quella di Francesco Rendine (Gol): “Spiegherò a mio figlio studente che prendere la tessera del Pd è più importante della laurea perché basta essere compiacente col sindaco per ottenere un incarico. Per lavorare in questo Comune – rincara la dose – bisogna essere graditi all’amministrazione”. Una velata minaccia di corruzione ripresa dalla consigliera Ilaria Morghen (M5S): “Cosa se ne fa la città di nomine a norma di legge che sono solo giochi di partito? È una perdita di credibilità affidare questo incarico a una persona senza titolo, questo gli elettori non lo perdonano”. Dello stesso parere Paolo Spath (FdI): “Questa selezione ci mostra la vera faccia dell’amministrazione che aumenta gli incarichi per spartirsi le quote di potere con persone fidate. Come sartoria siamo bravissimi: continuiamo tramite selezioni, concorsi e bandi fatti ad hoc, a confezionare una giacca su misura per gli amici che dobbiamo continuare a sostenere”.

Si passa poi al momento delle votazioni. Vengono bocciati sia l’emendamento di Fochi che la mozione di Forza Italia con 20 voti contrari della maggioranza e 9 favorevoli dell’opposizione, nessun astenuto. Ma il dibattito rimane aperto. “Andremo fino in fondo alla questione – assicura Fornasini – contattando se necessario la Corte dei Conti e la Commissione Anticorruzione, perché siamo stanchi di requisiti tagliati su misura per permettere agli amici non in possesso della laurea di partecipare alla selezione per incarichi dirigenziali”.

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