Politica
30 Giugno 2015
Il gruppo regionale del Movimento ha chiesto a Bonaccini di prendere posizione

Anche il M5S contro le trivelle a Masi S.Giacomo

di Redazione | 3 min

800px-West_Texas_Pumpjack“La Giunta impugni davanti al Tar il decreto Sblocca Italia altrimenti nel giro di pochi mesi saremo invasi dalle trivelle. Questo vale soprattutto per la zona del terremoto dove evidentemente c’è chi vuole sostituire i Map con dei container per estrarre gas e petrolio. Un bel salto in avanti, non c’è dubbio”.

Il gruppo regionale del M5S ha inviato una lettera al presidente Stefano Bonaccini per sollecitare la Regione a prendere una posizione sulla concessione per il rilascio dei nulla osta per le attività estrattive nel sottosuolo che il decreto del 25 marzo 2015, noto come Sblocca Italia, di fatto annulla i poteri esercitati fino ad ora. “Durante l’ultima seduta dell’Assemblea Legislativa – spiega il gruppo regionale del M5S – avevamo chiesto di inserire la discussione di una risoluzione che impegnasse la Giunta ad opporsi al decreto ma la maggioranza non ha voluto rivedere l’ordine dei lavori sostenendo che non fosse una questione urgente. Noi siamo del parere opposto visto che non passa giorno senza che una compagnia petrolifera o impegnata nel commercio di gas non presenti una richiesta di ispezione del nostro sottosuolo, anche in una zona off limits come quella del cratere. Come ha dimostrato il caso della Enel Longanesi Developments Srl, che ha chiesto al Ministero di poter aprire un pozzo esplorativo a Masi Torello nel Ferrarese, dove è ancora vivo il ricordo della tendopoli allestita dopo il terremoto del 2012”.

La lettera indirizzata al presidente Bonaccini ricalca una risoluzione che il M5S ha presentato in Assemblea qualche giorno fa. “Il decreto ministeriale è solo l’ultimo tassello del piano architettato dal Governo per arrivare ad un accentramento delle decisioni in ordine alle estrazioni petrolifere – aggiunge il gruppo regionale del M5S – Le comunità locali e le istituzioni territoriali sono state di fatto spogliate di ogni potere e di ogni possibilità di intervento. Il decreto contiene diversi profili di illegittimità, soprattutto con riguardo al ruolo marginale che viene riconosciuto alle Regioni nei processi decisori, e per questo crediamo ci siano i presupposti per poterlo impugnare davanti al Tar del Lazio e di promuovere anche un conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale. In entrambi i casi abbiamo poco tempo per farlo visto che il termine per l’impugnazione scadrà il prossimo 5 luglio. Se Bonaccini non dovesse ascoltarci – concludono i consiglieri regionali del M5S – crediamo che sia chiaro come la Regione voglia alzare bandiera bianca sulla questione trivelle e sull’attuazione del principio di precauzione attuato subito dopo il sisma del 2012. D’altronde come classificare un mancato intervento su questo tema della nostra Giunta quando in Puglia, governata dal Pd, il presidente Emiliano ha già annunciato che farà ricorso?”.

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