Cronaca
24 Giugno 2015
L'associazione Ccsvi nella sclerosi multipla dona 20mila euro a Unife per una sperimentazione di telemedicina

Dallo Spazio alla Terra, ecco come mettere a frutto Drain Brain

di Redazione | 2 min
Paolo Zamboni

Paolo Zamboni

L’associazione Ccsvi nella sclerosi multipla ha deciso di finanziare il primo progetto in Italia di telemedicina, in grado di progettare uno screening delle malformazioni vascolari extracraniche con un metodo oggettivo, non invasivo, privo di radiazioni, ed economicamente vantaggioso. Il primo contributo di 20mila euro è stato destinato all’Università degli Studi di Ferrara, di cui è responsabile scientifico Paolo Zamboni.

Il progetto permetterà ad alcuni centri distribuiti sul territorio nazionale l’utilizzo di nuove tecnologie diagnostiche sviluppate di recente presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara e sperimentate nell’ambito dei programmi spaziali governativi all’interno della Stazione Spaziale Internazionale in collaborazione con l’astronauta Samantha Cristoforetti. Tali tecnologie consentiranno all’Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara di effettuare diagnosi avanzate e certe, evitando al paziente viaggi faticosi e a lunga distanza. Inoltre saranno minori i costi della diagnosi e l’impatto rispetto alle indagini tradizionali perché le nuove avanzatissime tecnologie diagnostiche potranno dare informazioni supplementari su un possibile trattamento delle malformazioni vascolari, attualmente non sempre possibile.

Obiettivo dell’associazione è quello di rendere accessibile a tutti i malati le nuove tecnologie di diagnostica sviluppate all’interno dei programmi spaziali governativi, e di mettere a disposizione un concreto sostegno alla ricerca attraverso l’erogazione di un servizio diagnostico innovativo, non invasivo ed economico.

Il contributo destinato al Progetto di ricerca ‘Progettazione di uno screening in telemedicina delle malformazioni vascolari extracraniche’ è finanziato dai fondi provenienti dal 5 per 1000  e da quanto raccolto durante la “Settimana della Consapevolezza della Ccsvi”,  svolta la prima settimana di maggio. Il progetto è in accordo con le tre grandi sfide su cui la Onlus è nata, dopo la scoperta da parte di Zamboni dell’Insufficienza venosa cronica cerebrospinale: ricerca, assistenza, informazione.

 “Noi e i malati che rappresentiamo auspichiamo che Ferrara possa divenire un centro di eccellenza diagnostico per analizzare a distanza i dati raccolti sui pazienti in centri periferici. I primi 20mila euro andranno a finanziare la fase progettuale – afferma il presidente dell’Associazione Ccsvi nella sclerosi multipla Gabriele Reccia -.Il progetto permetterà di superare l’attuale situazione di screening per la Ccsvi spesso non possibile nei centri pubblici, e che obbliga i pazienti a rivolgersi a operatori spesso privi di adeguata esperienza diagnostica.”

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