Cronaca
10 Giugno 2015
Nuova sala colloqui e area verde. Tagliani: “Riconoscere il diritto di cittadinanza anche per i residenti in via Arginone”

Quando i figli vanno a trovare il papà in carcere

di Elisa Fornasini | 4 min

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Se fare i genitori è considerato il mestiere più difficile del mondo, fare il papà da dietro le sbarre sembra quanto meno impossibile. Ma non nella casa circondariale di via Arginone, dove sono tante le iniziative messe in campo dalla direzione dell’istituto penitenziario, dall’amministrazione comunale e dal mondo del volontariato per recuperare la genitorialità. L’apice di questo progetto a cura del Centro per le Famiglie comunale, già iniziato con il ciclo di incontri sulla genitorialità dal titolo “Comunque papà” e le proposte di animazione per i bambini in visita ai genitori detenuti durante “I sabati delle famiglie”, è stato raggiunto oggi con l’inaugurazione di un’area verde e di una sala colloqui destinate a ospitare gli incontri tra genitori carcerati e figli.

Nell’immaginario collettivo, nei locali di colloquio ci sono muri divisori che separano detenuti e familiari. Nella realtà ci sono tavolini di legno e tanti giochi per bambini. Abbattere il muro fisico serve per abbattere il muro mentale, per aiutare detenuti e figli, specialmente se minorenni, a vivere attimi di vita famigliare ‘normale’ seppur in un contesto ‘speciale’ come quello del carcere. In questa direzione di ricostruzione di una dimensione più umanizzante per un momento topico come quello delle visite, è stata inaugurata un’area verde al fine di implementare e migliorare gli spazi di vivibilità e accoglienza all’interno del carcere, con particolare attenzione ai detenuti nel cui nucleo familiare siano presenti bambini. Sia la nuova sala colloqui che l’area esterna con tappeto erboso, sono state arredate grazie al contributo di Ikea.

“Il recupero della genitorialità in carcere – fa gli onori di casa il direttore della casa circondariale Paolo Malato – è molto importante per la vita detentiva perché le persone che stanno espiando una pena in carcere vivono in funzione di questi colloqui. Questo spazio all’avanguardia, sicuramente il primo in Emilia Romagna per non dire su tutto il territorio nazionale, va verso il principio di umanizzazione della pena, così come i diversi eventi sportivi organizzati all’interno della casa circondariale”. Basti ricordare che l’istituto penitenziario di via Arginone ospiterà per la prima volta in Italia una competizione di pugilato. Tornando ai luoghi ideati per aiutare i bambini a vivere meglio le visite al proprio papà, conclude Malato, “si vuole dare un’idea diversa del carcere come un luogo dove il bambino non viene traumatizzato e può avere un contatto quasi normale con il padre”. “Da oggi in questa casa circondariale – rimarca il comandante Paolo Teducci affiancato dalla vicecomandante Annalisa Gadaleta – , i detenuti riusciranno a vivere uno dei momenti più belli nell’ambito della famiglia: vedere i bambini giocare in maniera spensierata nelle poche ore di colloquio a disposizione”.

Il progetto è possibile grazie all’organizzazione sinergica tra la direzione della casa circondariale e l’amministrazione comunale. “Bisogna riconoscere il diritto di cittadinanza anche per i residenti in via Arginone – spiega il sindaco Tiziano Tagliani -. Occuparsi di genitorialità in carcere è un dato complesso ma connaturato ai servizi offerti dal Comune ai genitori ferraresi, un momento rieducativo di ritorno alla società per riallacciare i rapporti con la comunità. Abbiamo alle spalle molti anni di disattenzione e c’è ancora tanta strada da fare per l’umanizzazione della pena: la sicurezza vera la si fa riconoscendo la dignità umana e non con la segregazione e la violenza”. In questa linea era nato il progetto “Cittadini sempre”, “un percorso maturato nel tempo – ricorda l’assessore Chiara Sapigni – per rendere il tempo dentro al carcere, un tempo vivo e prezioso, un’opportunità per la persona detenuta che non viene abbandonata. In questa iniziativa si inserisce l’inaugurazione della sala colloqui e dell’area verde per creare momenti più umani in luoghi più vivibili”.

Continuano intanto gli incontri de “I sabati delle famiglie” e “Comunque Papà” proposti dai Centri Isola del Tesoro e per le Famiglie del Comune: sono una decina i detenuti con figli minorenni che possono usufruire di questi servizi per aiutare a mantenere le relazioni genitoriali e familiari durante la detenzione. È provato, infatti, che trascorrere il tempo dell’incontro coi parenti in serenità e recuperare il proprio ruolo di padre, si ottiene un significativo miglioramento delle relazioni affettive e familiari e quindi si abbassa il rischio di recidiva.

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