Sport
30 Maggio 2015
Al Cus un dibattito tra rappresentanti di Comune, Unife e società sportive sui nuovi progetti da mettere in campo

Quale futuro per lo sport universitario ferrarese?

di Redazione | 3 min

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unnamed (25)di Francesco Altavilla

Quale futuro per lo sport, universitario e non solo, nei prossimi sei anni? La domanda è stata il filo rosso dell’incontro di venerdì mattina tra i tre candidati alla carica di rettore: i professori Francesco Bernardi, Piero Olivo e Giorgio Zauli, introdotti dal presidente del centro universitario sportivo di Ferrara, Giorgio Tosi alla presenza dell’assessore allo Sport Simone Merli.

Il faccia a faccia che ha avuto per cornice gli impianti all’aria aperta del centro di via Gramicia è stata “l’occasione per far conoscere meglio la realtà del Cus, per parlare di idee, sogni e progetti, oltre che del ruolo futuro del centro” come ha sottolineato Tosi, il quale ha ricordato ai tre candidati “la mancata sottolineatura” di un punto programmatico riguardante proprio lo sport universitario. “Si è parlato molto di città universitaria, di integrazione tra città e università, ritengo che il Cus possa essere un ulteriore collante per realizzare completamente questa sinergia”. Nei treimpianti del centro universitario sportivo, quello storico di via Gramicia, le strutture nautiche nella Darsena di San Paolo e la più recente acquisizione degli impianti di via Liuzzo, circolano 9109 tesserati, di cui 2403 studenti universitari. Numeri che fanno della struttura guidata da Giorgio Tosi il secondo centro universitario sportivo in assoluto in Italia ed il primo per il numero di non universitari tesserati.

Ciò che Tosi e la dirigenza cussina chiedono al prossimo rettore è una maggiore integrazione del centro con l’Università, un adeguato progetto di trasporti che colleghi il centro cittadino con gli impianti e l’approntamento di sale studio nelle sedi Cus. Cui dovrebbe affiancarsi un’adeguato riconoscimento dei crediti sportivi nella carriera universitaria e una più accurata promozione dell’offerta sportiva dell’Università di Ferrara. “Progetti realizzabili con piccolo contributo sostenibile” ha chiarito Giorgio Tosi. Cui ha fatto eco l’assessore Simone Merli, che ha ricordato come in Regione sia attualmente in corso una discussione articolata sul cambio della legge regionale ferma al 2000, una situazione che pone non pochi problemi a chi ha la responsabilità “di risolvere situazioni critiche, a Ferrara ci sono 127 impianti sportivi – ha ricordato Merli ­ma troppi sono chiusi. Le diverse realtà sportive non devono farsi la guerra”. A parere dell’assessore non si può “parlare di sport solo in campagna elettorale” ma bisogna tornare ad “occuparsi politicamente di sport, raccontandosi anche ciò che non va”.

Suggerimenti, quelli di Giorgio Tosi e Simone Merli, colti dai tre candidati, che hanno esposto per sommi capi le loro idee ed impressioni su quale possa essere lo sviluppo dell’universo sportivo universitario nella “loro” Unife. Una politica sportiva che “va fatta dal basso” secondo il professor Piero Olivo, che ha suggerito di introdurre tra i sistemi di finanziamento per gli eventi sportivi universitari il sistema del crowdfounding, già molto in voga in nord Europa e negli Stati Uniti, cui andrebbero unite efficaci “campagne di marketing rivolte agli studenti che si affacciano al mondo dell’università”. Sport che “può e deve diventare uno dei più efficaci strumenti di prevenzione, uno dei punti del Patto della Salute recentemente firmato” ha ricordato Giorgio Zauli, per cui l’attività sportiva ha anche una “valenza formativa straordinaria, per cui il lavoro sinergico tra Università e Cus, già esistente proseguirà sul sentiero tracciato”.

Il grande “motore di attrazione” che è il Cus, ha replicato Francesco Bernardi ha la “capacità formidabile di fare proposte in larga parte autofinanziate, ha capacità di generare iniziativa”. Secondo Bernardi il centro universitario sportivo deve essere un “luogo privilegiato di formazione”. Nel congedarsi i tre candidati hanno dovuto cedere all’insistenza del pubblico, promettendo di recarsi più frequentemente negli impianti sportivi universitari perché per “intervenire su un luogo, bisogna viverlo e conoscerlo” come ha concluso il presidente Giorgio Tosi.

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