Eventi e cultura
3 Giugno 2015
Il ritorno in città del direttore d'orchestra per la serata di beneficenza Note d’amore 2

Il maestro Basso tra Ferrara, musica e Internet

di Redazione | 5 min

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P1110861di Anja Rossi

Il maestro Diego Basso torna a Ferrara per dirigere il 14 giugno la serata di beneficenza Note d’amore 2. Con l’orchestra regionale Filarmonia Veneta e il trio Il volo, il maestro aveva già avuto molte soddisfazioni, tra cui quella di dirigere il concerto di Natale in Senato, l’anno scorso, davanti all’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e alle massime autorità dello Stato. Da ultima, è di qualche giorno fa la notizia che Basso sarà il direttore d’orchestra del trio di tenori più rinomato del momento (Piero Barone, 19 anni, Ignazio Boschetto, 18 anni, e Gianluca Ginoble, 17 anni), in un tour estivo tutto italiano che partirà a giugno e si concluderà all’Arena di Verona.

Dopo il successo della serata del 23 gennaio scorso, in cui aveva condiviso il palco e le emozioni con il cantante Ron, Basso torna a giugno nella città estense e ci racconta qualche anticipazione sulla serata (per cui si prevede di nuovo e a breve il tutto esaurito).

Maestro, come è per lei tornare a dirigere al teatro di Ferrara?
“Contentissimo! Io che sono un crossover, nel mio modo di vedere le cose, qui ho trovato un ambiente bellissimo e tanta disponibilità, con persone che ci credono e si mettono in gioco. Note d’amore è un appuntamento che sta andando, sia per lo scopo benefico che ha, sia per l’alchimia che si è creata tra gli organizzatori dell’evento. Nato un po’ in sordina, per me è un appuntamento a cui tengo molto e che sta diventando una tappa fissa per Ferrara. È come un concerto di Capodanno, sta diventando un momento molto atteso dal pubblico”.

Qualche anticipazione sul programma della serata di Note d’amore 2?
“Vogliamo continuare a fare musica di qualità unendo brani d’opera, come l’altra volta è stata per la Cavalleria rusticana, a musica di tutt’altro genere. Andremo dal rock sinfonico dei Toto, al Parsifal dei Pooh a delle improvvisazioni di Facchinetti al pianoforte. Inoltre quest’anno Yesterday compie 50 anni. Per questo con le orchestre faremo un vero omaggio ai Beatles. La serata non sarà di certo una copia di Note d’amore 1. L’altra volta, a fine spettacolo, Ron era molto emozionato”.

A proposito, ha già sentito Roby Facchinetti? È contento di venire?
“Quando l’ho chiamato, per dirgli che pensavo di riproporre la serata di beneficenza visto che l’altra volta all’ultimo non era potuto venire, lui mi ha risposto con le lacrime agli occhi. Non ci credeva che glielo riproponessi. C’era stato davvero male per non essere potuto venire a Ferrara, per via della rottura del polso e di una gamba dopo la caduta dal palco di The voice. D’altra parte, io a giugno ho tutte le date prenotate tranne il 14. Quindi questo è un concerto è un segno del destino: si deve assolutamente fare”.

Sul palco, come l’altra volta, saranno riunite insieme tre orchestre: l’Orchestra città di Ferrara, la Ritmica sinfonica italiana e la Regionale filarmonia veneta. Com’è per lei dirigere ben tre orchestre durante la stessa serata?
“Molti membri di queste tre orchestre si conoscono già da tempo, così quando Sauro Campioni, ideatore della manifestazione, ha proposto la sua idea di unire più orchestre insieme per l’occasione, per i musicisti è diventato subito un contesto naturale. È stata un’idea grandiosa, perché questo concerto è nato per stare insieme. E per fare buona musica divertendosi”.

Come vede l’impatto del mondo dei social e di internet, da un lato, e dei prodotti delle trasmissioni televisive, dall’altro, nel teatro e nella musica?
“È difficile costruire grandi artisti in questo modo. Ci sono le eccezioni, come Marco Mengoni che è un vero talento. Sicuramente le tecnologie diventano dei mezzi, ma questo modo ha fatto perdere la comunicazione reale, l’impatto fra le persone. Con gli sms posso bluffare quanto voglio, non è come sentire la voce di una persona. Noi non ci accorgiamo che siamo un popolo senza storia. Verranno persi tutti i dati, i cd, la messaggistica sui social. Io scrivo tutto, anche i primi arrangiamenti, non c’è niente di mio che non sia stampato. Inoltre con i mezzi che abbiamo ora non si sogna più, al massimo si ascolta. Affidiamo alla tecnologia tutto, e non sappiamo se di questo un domani rimarrà qualcosa. Io ai miei alunni faccio imparare quattro strumenti diversi al primo anno, in modo che possano sperimentare, e capire”.

Quindi la soluzione a tutto questo per lei è essere curiosi?
“Essere curiosi è il mondo. Noi siamo vincolati a un mondo che ci sta stringendo, ci sta bloccando. A casa non puoi creare, perché l’alba non la puoi vedere da internet. E se non vedi un cielo azzurro, se non vedi la sabbia del deserto, se non senti il profumo della montagna, del mare, non puoi creare. Diventiamo degli eremiti, noi siamo dei piccoli eremiti. Noi ci stiamo chiudendo, ed è gravissimo. Noi siamo in comunicazione con il mondo, sì, ma da un freddo computer”.

Tornando al 14 giugno, cosa dobbiamo aspettarci?
“Sarà un concerto che unirà insieme musica lirica, sinfonica e pop. Non siamo a compartimenti stagni come la politica, che vede il mondo all’esatto contrario. Vogliamo stare insieme, fare solidarietà e suonare per Anffas e per chi verrà allo spettacolo. In Italia abbiamo un patrimonio mondiale che è la lirica, dobbiamo iniziare a promuoverla e salvaguardarla, dobbiamo difendere la musica classica e le orchestre”.

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