di Silvia Franzoni
Il Premio Estense Scuola, la declinazione giovanile dell’Aquila d’oro, giunge quest’anno alla sua 20esima edizione: a presentarlo con orgoglio è Enrico Zuffellato, presidente del Gruppo giovani imprenditori di Unindustria Ferrara, che lo inserisce “nelle iniziativa volte a trasmettere cultura d’impresa ai giovani”. La partecipazione al Premio ha contato quest’anno 12 istituti del territorio (istituto ‘G.B. Aleotti’, liceo ‘L. Ariosto’, liceo ‘Dosso Dossi’, liceo ‘G. Cevolani’, istituto ‘V. Bachelet’, istituto ‘Bassi-Burgatti’, istituto ‘Vergani-Navarra’, istituto Argenta Portomaggiore, liceo ‘G. Carducci’, liceo ‘A. Roiti’, istituto ‘Copernico-Carpeggiani’, istituto ‘L. Einaudi’) tra i quali la giuria ha individuato i finalisti, ovvero “i sei lavori più attinenti al testo” che questa mattina sono stati portati sul palco della Sala San Francesco.
I ragazzi sono stati chiamati a produrre lavori originali partendo dall’opera vincitrice del cinquantesimo Premio Estense: il 27 settembre scorso il Teatro Comunale applaudiva il diario di prigionia di Domenico Quirico e Pierre Piccinin da Prata ‘Il paese del male. 152 giorni in ostaggio in Siria’ e proprio dopo la lettura di questo testo, e gli incontri con gli autori, gli studenti hanno iniziato il percorso di elaborazione. Percorso che li ha portati a “dimostrare una grande capacità creativa – queste le lodi del vicesindaco Massimo Maisto – di rilettura e riproduzione, nonché di inserimento di studi e passioni personali”: il palco è stato infatti colorato da vere e proprie esibizioni, da gestualità e suoni, da voci e silenzi.
La classe 4 D del liceo Dosso Dossi ha realizzato un video a mostrare la realtà dei migranti così come è stata vissuta dai giovani che, presso l’Istituto Don Calabria, si sono avvicinati alle storie di quattro testimoni, intervistando e creando un libro per immagini; nessun supporto video, ma mani colorate, invece, per i giovani dell’istituto Argenta-Portomaggiore che, per porre l’attenzione sulla “responsabilità personale del non chiudere gli occhi”, hanno organizzato sul palco un flashmob dando voce alle associazioni del territorio che “fanno qualcosa, perché anche noi non restiamo con le mani – gridano – in mano”: l’associazione Libera, gli scout, i tutor scolastici, il gruppo parrocchiale. La classe 2 A del liceo Ariosto, poi, ha indagato le sfaccettature del male attraverso un caleidoscopio su cui si poggiassero gli occhi di vittime e carnefici: ne è nata un recitativo che, sulle tristi note di un violino, ha percorso un viaggio nel Male della Storia, dai desaparecidos ai bambini soldato, dalla caccia alle streghe all’odierno Iraq.
Ma ad aggiudicarsi i premi (1600, 1200 e 600 euro per i primi tre), a salire sul podio, sono altri istituti: il terzo posto, infatti, è stato assegnato alla vivace esibizione della 3 A dell’istituto Aleotti che con “Il paese del male vs il paese del bene” irrompe (letteralmente) nella sala e, forte di un allestimento semplice ma efficace, dimostra come “il male genera il male, ma è altrettanto vero che il bene genera il bene”. Al secondo posto, invece, si classifica il lavoro “Oltre le tenebre” della classe 4 G dell’Istituto Vergani-Navarra: il loro è un filo di letture che accosta libri ed epoche distanti, attingendo alle rime del Sommo Poeta, passando per i versi di Primo Levi e giungendo alle parole de ‘Il paese del male’ per concludere con un messaggio “non di banale ottimismo, ma di fiducia e speranza”.
Il gradino più alto, quello del vincitore, è assegnato alla 2 C dell’istituto Bachelet: il loro elaborato “Quando il bene vince” si configura come una breve pièce dell’immaginario carteggio tra gli autori e i loro famigliari, ed è la grande capacità di immedesimazione dimostrata, “tanta da farli assomigliare ai loro figli”, ad aver valso loro il Premio, e ad aver saputo restituire alla Sala la drammaticità dei 5 mesi di prigionia di Domenico Quirico e Pierre Piccinin da Prata. È proprio quest’ultimo, presente in tutte le fasi del concorso, a raccogliere gli ultimi attimi di silenzio prima degli applausi e dell’emozione dei vincitori: “sono contento di essere qua – conclude Piccinin da Prata – perché ci sono molti che dicono che la gioventù non è più in grado di far riflessione, e invece avete dimostrato il contrario, avete dimostrato che questo non è affatto vero”.
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