Codigoro
29 Maggio 2015
A Pontelangorino situazione paradossale per una famiglia con bimba di 4 anni

Una casa senza via di accesso

di Redazione | 3 min

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uno (5)di Giuseppe Malatesta

Pontelangorino. Da qualche settimana sono impossibilitati a raggiungere la strada pubblica dalla propria abitazione, di fatto interclusa tra terreni e strade di campagna di proprietà altrui. E’ questa la strana situazione che stanno vivendo Daria Pozzati, 29 anni, e il suo compagno Roberto Gramigna, 36 anni, residenti in una casa in campagna nella periferia codigorese insieme alla loro bimba di 4 anni.

“Abbiamo acquistato la casa nel 2005 e per dieci anni abbiamo usufruito, per raggiungere la strada principale, dell’unica via possibile – racconta Roberto -, un sentiero che per il piano regolatore comunale risulta pubblico ma che in realtà, a quanto pare, insiste su terreni di diversi proprietari”.

Uno di questi in particolare, proprietario degli ultimi metri prima dell’imbocco della pubblica via, per decenni ha consentito il passaggio a chiunque ne avesse bisogno ma alla sua morte, avvenuta alcuni anni fa, i suoi eredi hanno deciso di ribadire la proprietà privata e interdire la stradina al vicinato, ricorrendo alle vie legali. “Dopo una causa civile lunga 5 anni, una sentenza ci ha dato torto in secondo grado – continua il signor Gramigna -, non siamo ricorsi in appello in quanto confidavamo nel diritto di ottenere comunque un passaggio di accesso alla nostra abitazione, in mancanza di quello utilizzato fino a quel momento e nei cento anni precedenti da chi ci abitava prima di noi”.

Ad oggi però né l’ufficio tecnico comunale né il consulente tecnico d’ufficio hanno trovato una soluzione al problema e nel frattempo i vicini hanno deciso, più o meno lecitamente, di chiudere l’accesso alla stradina con una catena che ne impedisce il passaggio in macchina e rende difficoltoso anche quello pedonale. Con il cattivo tempo e le piogge intense la situazione diventa ancor più insostenibile e ai disagi ordinari si aggiungono quelli causati dal dover percorrere a piedi sentieri dissestati e fangosi, circondati da canali e acquitrini che diventano un pericolo per i tre.

“Non riceviamo più la posta – interviene Daria -, speriamo di non dover mai aver bisogno di un mezzo di soccorso (Daria ha problemi cardiaci e potrebbe necessitarne, ndr), ma anche di non aver bisogno di sostituire le tubature dell’acqua (istallate proprio lungo quella stradina). Capita inoltre di non poter andare a lavoro perché è caduta troppa pioggia o di non poter accompagnare mia figlia a scuola. In ogni caso, dovendo lasciare l’auto in strada, mia figlia è costretta a percorrere quasi un chilometro, tra terra a volte fangosa, sterpaglie e canneti. Una vera assurdità”.

uno (4)In macchina, per una delle vie alternative tra i campi e le risaie non è andata comunque meglio, considerato che nei giorni scorsi sono finiti in un piccolo canale rovinando l’automobile. Daria e Roberto hanno sottoposto continuamente la questione alle autorità e agli organi competenti, ancora non in grado di definire esattamente il confine tra natura pubblica o privata della strada in questione: “Qualcuno sta commettendo un errore – conclude Roberto -, se si tratta di una strada pubblica chi oggi ci interdice il passaggio fa qualcosa di illegale, se si tratta di proprietà privata giustamente i proprietari agiscono nel loro interesse ma l’ufficio tecnico del nostro comune deve fornire una soluzione a noi e alla nostra bambina. Credo sia nostro diritto sapere qual è la strada che dobbiamo percorrere, o se esiste una servitù coattiva di passaggio, per poter fare tutto quello che un normale cittadino fa di solito, raggiungere la propria abitazione senza dover invadere la proprietà altrui, dover pagare un pedaggio o perdere anni in dispendiose cause in tribunale”.

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