Egregio dottor Zavagli,
mi rivolgo a lei e ai lettori di “estense.com” per vedere se c’è qualcuno che riesca a farmi capire quello che sta succedendo con la Cassa di Risparmio di Ferrara. Non sono esperto di banche né tanto meno di finanza ma come tanti altri ferraresi sono il “fortunato” possessore di azioni Carife. Dopo i due anni di commissariamento, ho letto che qualcosa si sta finalmente muovendo e ho persino visto in una televisione locale un’intervista all’ingegnere Maiarelli, attuale presidente della fondazione: mi sono però rimasti tanti, troppi dubbi. Si farà quindi un nuovo “aumento di capitale” a cui potranno partecipare vecchi soci (io per esempio) e nuovi (per esempio il “Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi”, che ha messo a disposizione 300 milioni di euro per tale operazione. Questi saranno utilizzati tutti o in parte una volta verificato a quanto ammonterà la cifra sottoscritta da altri). Giusto? Oppure per niente?
Bene, ma questi 300 milioni cosituiranno la nuova maggioranza per potersi definire “proprietari” di Carife? Mi spiego meglio. Se io avessi 300 milioni e decidessi di sottoscrivere da solo (o con qualche amico facoltoso) tutto l’aumento di capitale, sarei il nuovo “padrone” e potrei quindi decidere il nuovo Cda e poi eventualmente a chi vendere la banca? Oppure sarebbe sufficiente assicurarsi solo il 50%+1 di quella somma, cioè circa 150 milioni di euro? Questo lo chiedo per capire anche se, qualora i 28mila attuali soci di Carife si coalizzassero in modo serio, dovrebbero sborsare circa 5 mila o circa 10 mila euro a testa per diventare “proprietari” di Carife.
Altro punto dolente… le vecchie azioni? Non voglio sapere ora se e quanto saranno valutate, ma solo la modalità in cui entreranno in gioco (sempre che tecnicamente possa succedere) nel determinare la futura proprietà della banca. Da ultimo, ho percepito dalle parole dell’ingegner Maiarelli il fatto che la fondazione non parteciperà in modo sostanziale (forse per niente…) al nuovo “aumento di capitale” e quindi fin da oggi possiamo dire che la banca avrà di certo un nuovo proprietario, o meglio, azionista di riferimento? Non le pare che questo sia un avvenimento epocale che meriterebbe di essere ben evidenziato fin da subito? Magari anche per andarne a chiedere conto a qualcuno…
Tante affermazioni e tante domande: spero che direttamente da lei, dottor Zavagli, o dai commenti dei suoi lettori, potrò imparare come stanno davvero le cose perché non ho voglia di aspettare la convocazione dell’assemblea dei soci (so che serve tutta una serie di passi burocratici) per capire per cosa sarò chiamato a decidere quel giorno.
La ringrazio fin d’ora e colgo anche l’occasione per salutarla cordialmente,
Gabriele Bruni
Alle sue domande crediamo abbia già risposto in parte l’assemblea della Fondazione Carife, in particolare Riccardo Maiarelli, che ha prospettato l’ipotesi dello strumento dei “warrant”, come riportato in questo articolo da Estense.com