Eventi e cultura
27 Maggio 2015
Teatr Osmego Dnia mette i scena i propri archivi stilati dai servizi segreti polacchi

I Dossier, gli attori spiati dal regime sovietico

di Redazione | 3 min

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I contatti e le amicizie, le confidenze e le carte private. E poi le registrazioni, le recensioni, i documenti sugli spettacoli prodotti dalle attrici e dagli attori della compagnia Teatr Osmego Dnia negli anni del totalitarismo comunista. Sono queste le basi da cui parte lo spettacolo “I Dossier”, rappresentato ieri sera al teatro Julio Cortàzar di Pontelagoscuro dalla compagnia polacca, che per un periodo di tempo visse anche a Ferrara, quando i componenti scelsero di scappare dopo la proclamazione dello stato d’assedio e l’attuazione della legge marziale in Polonia.

Teatr Osmego Dnia fu fondato nel 1964 da un gruppo di studenti universitari della città di Poznan, in Polonia, controllata dalla censura, dalla repressione e da una sorveglianza costante del regime totalitario.

Tradotto dal polacco in italiano nel giro di soli pochi mesi, lo spettacolo vuole raccontare con diversi toni com’è leggersi (e leggere le proprie attività, il proprio lavoro) nei carteggi dei delatori della Repubblica popolare di Polonia, lo stato satellite subordinato all’Unione sovietica.

Dal 1952 al 1989, durante il governo del Partito comunista, il potere raccolse infatti un’imponente mole di materiale, creata allo scopo di sorvegliare e controllare il pensiero e l’attività di ogni persona non allineata al Partito operaio unificato polacco.

La scoperta di questa documentazione avviene solo nel 2007 e per i componenti del gruppo tutto questo materiale diventa oggetto per un nuovo spettacolo, che parli di loro, delle loro battaglie e di che cosa vuol dire per un gruppo teatrale aver vissuto in uno stato totalitario senza libertà di espressione.

I quattro componenti uniscono le loro corrispondenze di allora ai carteggi dei delatori, alle provocazioni subite, alle registrazioni scoperte. Ne esce un quadro grottesco in cui la corrispondenza del potere sembra perdere ogni connotato politico e cade nell’assurdo, in una serie di frasi folli in cui del gruppo dell’ottavo giorno “è dedito con i propri spettacoli a propaganda politica illegale”, “usa toni antisocialisti e scurrili, inoltre si ubriaca spesso” e in cui alcuni componenti devono essere tenuti d’occhio perché “non lavorano, ma riescono a mantenersi all’università con borse di studio”, creano attività ostili perché nella loro libreria hanno “ben 35 libri stampati illegalmente”, perché leggono autori come Emil Cioran e Fëdor Dostoevskij, o perché hanno contatti con Solidarność.

Un ricordo particolare, finito lo spettacolo, va “agli amici e fratelli” Cora Herrendorf e Horacio Czertok del teatro Nucleo, “che quando fummo espulsi dal nostro Paese, ci diedero una mano offrendoci la loro casa e il loro teatro per continuare a lavorare. Come noi sapevano cosa volesse dire lasciare tutto quello che avevamo per la libertà”.

“I dossier” è uno spettacolo che si fa beffa ancora una volta del potere, è divertente e crea empatia col gruppo del Teatr Osmego Dnia e con le sue vicissitudini. Tra le risate, però, ci ricorda, magistralmente, che niente di più intollerabile al mondo, per il potere, che la libertà.

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