Sport
27 Maggio 2015
L'ex DS della Pallacanestro Ferrara tiene a precisare il suo punto di vista dopo il divorzio dalla società cestistica

Il saluto di Pulidori

di Redazione | 6 min

unnamed30-420x315Non è mai facile dire “addio” dopo una bella storia, la pensa così anche Andrea Pulidori, ds della Pallacanestro Ferrara nelle passate stagioni della dirigenza Bulgarelli.
Non è facile nemmeno non “lasciarsi male”, sebbene l’interruzione del rapporto tra Fabio Bulgarelli e Andrea Pulidori sia avvenuta senza che nessuno dei due abbia sostanzialmente sbattuto la porta. L’ex diesse della società cestistica ha però voluto dare la propria versione dei fatti, dopo le dichiarazioni pubbliche rilasciate ieri da Fabio Bulgarelli.
Il commiato di Pulidori, davanti ad un caffè, al tavolino di un bar, con alcuni addetti ai lavori, si unisce così a qualche chiarimento ritenuto d’obbligo. “Il ringraziamento a Fabio è doveroso – dichiara l’ex DS – ed è sentito, le mie non sono parole di circostanza. Sono stato molto contento di aver contribuito negli ultimi quattro anni a far rinascere la Pallacanestro, è stata un’esperienza indimenticabile, nonché una grande avventura. Ringrazio Bulgarelli per questa opportunità. Le critiche che mi sono state rivolte venerdì, quando il mio rapporto con la società si è sostanzialmente sciolto, in seguito alla conferenza stampa di ufficializzazione di Ebeling, sono critiche che non condividevo in toto, ma ho pensato di non replicare, in quanto, dati i quattro anni precedenti, fosse il caso di lasciarsi senza strascichi. Se però queste dichiarazioni divengono pubbliche mi sento di voler controbattere”.

Pulidori poi tiene a precisare che “ritengo il presidente una persona corretta, in quanto non ha addotto come motivazione del mio allontanamento il mio incontro con l’Ingegner Maiarelli e Hasbrouck, ma a motivazioni tecniche che però mi sentirei in parte nella condizioni di smentire”.

In merito alla critica sulla poca conoscenza degli stranieri, prosegue Pulidori, “riconosco che Huff sia tata una scelta sbagliata, l’avevo già riconosciuto durante l’anno. È stato determinante in qualche vittoria, nel complesso però il rendimento non è stato sufficiente, sebbene ci sia da mettere in conto che Huff era un rookie, quindi con tutte le incognite che questo tipo di scelta poteva portare. La critica in questo caso la accetto e la condivido. Mi sento di non condividere la critica relativa alla mia scarsa conoscenza degli stranieri”.

Il colpo dei colpi del mercato, Kenny Hasbrouck, è stato definito una casualità dal presidente, Pulidori replica così: “Hasbrouck al 31 di luglio era senza contratto, a quell’epoca stavo parlando con il suo corrispondente in Italia per un altro giocatore e venni a conoscenza di Kenny, che però era fuori budget. Nel giro di due giorni la trattativa si è evoluta rapidissimamente, anche perché io lo conoscevo, sapevo chi era e quindi non ho perso tempo ad informarmi sulle sue qualità, forse è stata davvero fortuna il fatto che ci fosse quest’occasione: che un giocatore così fosse libero non capita sempre, ma arrivare a portarlo a Ferrara non è stata solo una questione di buona sorte”.

Ad Andrea Pulidori, in sede di colloquio con il presidente, è stata offerta una via per rimanere all’interno della Pallacanestro Ferrara, ovvero quella relativa alla cura e all’allestimento del settore giovanile, offerta non accettata dall’ex diesse che precisa: “Consideravo una sorta di involuzione l’occuparsi del settore giovanile dopo aver gestito la prima squadra, poi probabilmente il mio ruolo all’interno della società non avrebbe portato le condizioni ottimali per far lavorare al meglio John, al quale faccio il mio più sentito in bocca al lupo, affinché le cose possano andare sempre per il meglio per la Pallacanestro Ferrara e spero che tutte queste dichiarazioni sugli intenti della società e sui traguardi da raggiungere possano consentirgli comunque di lavorare bene senza eccessiva pressione. Smentisco il fatto di essere arrivato all’apice e di non poter più fare di meglio, perché in realtà per me l’apice è stato otto anni fa, quando facevo l’Eurolega ed ero in quel gruppo di persone che dirigevano l’Eurolega in FIBA”.

Anche relativamente alla costruzione della squadra nella passata stagione è stata mossa qualche critica dal presidente: “Sul fatto che la squadra fosse costruita male… parlano i risultati. La squadra del primo anno di Silver era partita per salvarsi, l’entusiasmo ci ha portato a reinquadrare gli obbiettivi, dato che eravamo primi al termine del girone di andata, poi quella sequela di infortuni ci ha fermato e nonostante questo siamo arrivati a giocare una semifinale play off. Siamo stati anche la sorpresa della Coppa Italia, battendo Torino che era la favorita per salire in A1, con la squadra decimata. Il presidente è stato tra l’altro molto munifico nel voler rinforzare il roster a seguito degli infortuni”.
“Rispetto a quest’anno – ricorda Pulidori – c’era l’aspettativa di salvare la categoria, arrivare quindi da quartultimi in avanti: siamo arrivati secondi”.

Se poi l’idea della Federazione diventerà realtà di fatto, andando a formare un girone con le prime dodici di Gold e prime quattro di silver e la retrocessa dalla serie A, il campionato della Pallacanestro Ferrara si può considerare di assoluto successo, perché in questo modo, con il criterio meritocratico di divisione secondo i piazzamenti, ci si posizionerebbe nel girone tecnicamente più alto.

Ora che Andrea Pulidori non farà più parte dello staff biancazzurro, quali sono gli scenari che gli si propongono?
“Ancora non saprei. È accaduto tutto molto in fretta, dopo la conferenza stampa di mercoledì, il mio esonero era sostanzialmente nell’aria, venerdì il confronto con il presidente e da ieri l’ufficializzazione con il comunicato stampa. Per ora ho ricevuto tre offerte, ad una di queste ho risposto che ringrazio, ma declino per un motivo di distanza da Ferrara. Perché non ho mai fatto la scelta di vivere totalmente di basket, quindi devo stare vicino alle mura per motivi di lavoro. Per scegliere un ambiente in cui andare devono esserci determinate condizioni: un ambiente in cui sono supportato e in cui si parla di pallacanestro come piace a me, se trovo quest’ambiente ci rivedremo presto, altrimenti farò lo spettatore”.

Le parole di Pulidori sono senza rancore, tranquille, “è andata così”, sospira l’ex diesse, che ha assistito da vicino a vicende che nel basket è quantomeno raro vedere a Ferrara. Nell’ambiente della pallacanestro, a differenza di quanto può accadere in altre discipline e senza entrare nel merito delle decisioni, è oggettivamente non usuale avere settimane come quelle appena trascorse, giorni di picchi emotivi che coinvolgono tutta la piazza:

“Ho parlato oggi – conclude Pulidori – e non intendo parlare più ufficialmente di Pallacanestro Ferrara, però credo che tutta questa preoccupazione e questo coinvolgimento della piazza sia da ricondurre comunque alla logica dello sport e alla passione per lo sport. Poi è logico che ci siano persone più o meno esperte tra chi segue queste vicende, che possono recepire in maniera diversa certi tipi di situazioni o di anomalie o presunte tali, ma io non posso giudicare, perché non sono stato dentro la trattativa”.

E se in ogni situazione c’è qualcosa da imparare, Andrea Pulidori cosa porta a casa da tutta la vicenda?
“Buttandola in ridere – è la pacata ironia finale –, se ancora avrò la possibilità di lavorare in squadre in cui ci saranno da scegliere americani, dovendo fare i conti con limiti di budget, spero di essere in grado di portare altri giocatori come Kenny Hasbrouck in rosa”.

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