Gentile direttore, scrivo per sottoporre alla attenzione una questione di cui ancora non ho sentito parlare.
Ieri ero dal mio commercialista!
Sono tra quelli che non intendono usufruire del 730 precompilato. Continuerò a percorrere la vecchia strada fino a quando non ci sarà la certezza assoluta che il 730 on line funzioni davvero.
Abbiamo parlato del JOB ACT e di ciò che comincia a rappresentare per le imprese, quelle da sempre virtuose. Una vera mazzata, tanto più che a Verona, in Veneto ed in altre realtà italiane, si stanno promuovendo dibattiti e confronti su questo tema tra imprenditori, associazioni di categoria, ordini professionali, ecc.
Per sintetizzare, lo scenario che sempre più prepotentemente sta emergendo, a parte la disoccupazione sulla quale fino ad ora la riforma del lavoro non ha avuto effetti certi, è che sembra che la stessa stia danneggiando quelle imprese “virtuose” che fino ad oggi sono riuscite a rimanere sul mercato senza fallire grazie alla innovazione, alla produzione che è continuata, all’investimento sulla risorsa umana accompagnata da assunzioni, anche se con difficoltà, regolari del personale necessario. La risorsa umana trattata da vera risorsa e capitale su cui investire.
Queste imprese si trovano danneggiate dal JOB ACT a causa della disparità del costo del lavoro che ha creato. Queste aziende trovano, quali competitors, imprese spesso decotte e malsane, che si sono messe ad assumere oggi per godere degli sgravi fiscali previsti dai contratti a tutele crescenti, almeno fino allo scadere del terzo anno. Per queste il costo del lavoro è diventato molto più vantaggioso rispetto a quelle che già avevano assunto. E quelle che avevano cercato di essere virtuose rischiano oggi la sopravvivenza. Una concorrenza sleale benedetta dallo Stato.
Paradossalmente la riforma premia chi non aveva investito sulla risorsa umana ed oggi ne approfitta, ed invece danneggia chi, virtuosamente, lo aveva già fatto.
Speriamo che non diventi una arma di ricatto, che crei davvero posti nuovi e che non li faccia perdere a chi lo aveva già. E che non porti a fallimento ulteriori imprese nel nostro Paese.
Era prevedibile ed evitabile questo scenario? Ora dovremmo interrogarci su come uscirne.
Rossella Zadro