Lettere al Direttore
24 Maggio 2015

Unindustria e Area Vasta: un mese vitale per Ferrara

di Redazione | 5 min

Questo mese di maggio si preannuncia importante per la città di Ferrara, e per una volta non per merito solamente del Palio. Altri avvenimenti a mio parere concorrono a modificare un clima altrimenti stagnante, soprattutto in tema di politica economica. Mi riferisco all’Assemblea di Unindustria che ha deliberato la fusione con Bologna e Modena, alla importante convention di CNA e, perché no alla manifestazione di venerdì delle opposizioni. Da questi tre avvenimenti si possono trarre alcune considerazioni che invito il Pd ed il Sindaco a non sottovalutare: Ferrara ha bisogno della politica, ma di una politica diversa, che marci davanti al mondo economico, imprenditoriale e civile, e non a rimorchio. L’operazione di Unindustria è straordinariamente importante perché l’Associazione non ha aspettato di sapere quali regole la Regione avesse intenzione di applicare per la cosiddetta “area vasta”, ma ha preso la sua decisione tempestivamente ed in autonomia, scegliendo di perseguire le migliori strategie di sviluppo attualmente praticabili.

Con questa operazione ha anche dimostrato ciò che noi da tempo affermiamo, e lo diciamo sin dalla campagna elettorale, e cioè che il concetto di “area vasta” non può essere un prodotto di laboratorio politico amministrativo, ma la ricerca delle migliori sinergie e strategie di sviluppo economico. Avevamo chiesto di abbandonare il modello di area vasta che si stava profilando, perché prefigurava il rischio di un ulteriore appesantimento istituzionale e burocratico, con la creazione di ulteriori livelli decisionali assolutamente inutili e dannosi. Avevamo indicato la necessità di percorrere la strada delle cosiddette alleanze “variabili”, concetto allora deriso ma oggi appassionatamente difeso dal Sindaco. Meno male.

Paradossalmente un anno fa concordavamo con alcune indicazioni tratteggiate da Tagliani nelle sue “linee programmatiche” che rischiavano però di non trovare applicazione, stritolate da diverse e meno nobili esigenze di ricerca di difficili equilibri politici regionali. Per questo avevamo fortemente contestato il Sindaco e ricordo ancora vivamente il modo sprezzante e arrogante con il quale lui e la maggioranza liquidarono la nostra richiesta di un Consiglio straordinario l’estate scorsa, dopo le anticipazioni sugli accordi già presi a livello politico sull’area vasta con Bologna, Reggio e Modena.

Unindustria ci sta invece dimostrando che allearsi è possibile, e sono sicuro cha farà anche bene. Lo stesso pare vogliano fare altri, in modo autonomo e seguendo le proprie naturali inclinazioni e interessi di sviluppo.

Vorremmo sapere se invece il Sindaco un progetto ce l’ha, ma ne dubito. Noi abbiamo sempre rilanciato la necessità per Ferrara di dotarsi di progetti a lunga scadenza ed ampio respiro; per creare una città policentrica, flessibile, un’area vasta senza confini e vincoli, costruita sui progetti: infrastrutture, turismo, cultura, università, sanità, aziende di servizi, burocrazia e così via. Occorre un grande salto di qualità e non mi sembra che Tagliani e il PD lo possano garantire. Quattro scarse progettualità non fanno un disegno strategico.

Fossi stato in Maiarelli, davvero bravo a portare a casa questo importante accordo con Bologna e Modena, quando in Assemblea ha chiesto a Tagliani di prendere la parola, non l’avrei solo chiamato amichevolmente per nome, ma gli avrei chiesto se il Sindaco ha una qualche idea non rituale sul futuro del nostro territorio nell’ambito di una Regione cardine a livello non solo nazionale!

Domanda cruciale nel giorno stesso in cui aumentano IRPEF e IMU! Questo è il modo che l’Amministrazione ha scelto per risolvere i problemi di bilancio. Problemi che indubbiamente esistono, soprattutto causa le nuove norme di armonizzazione contabile e il patto di stabilità. E qui viene il senso della nostra manifestazione di venerdì e la battaglia che daremo in Consiglio: pur comprendendo perfettamente le logiche “tecniche” che stanno dietro ogni manovra finanziaria, e in particolarmente di questa, contestiamo in modo forte che a pagare siano sempre i cittadini, nello stesso modo che Renzi usa fare a livello nazionale.

Negli anni scorsi avevamo tutto sommato apprezzato una diversa capacità di programmazione che era riuscita a ridurre il debito, anche con qualche artificio che oggi mostra i suoi limiti. Ma negli ultimi mesi tale capacità di programmare è venuta totalmente meno. La scelta (politica) di chiudere in tempi stretti e anticipati i bilanci preventivo e consuntivo senza una attenta valutazione delle ricadute economiche sui conti delle nuove norme di armonizzazione contabile ha prodotto l’attuale rigidità e i limiti di manovra. Forse una più attenta calibrazione dei dati, delle stime e dei riaccertamenti, lo slittamento dei tempi di approvazione dei bilanci con dei dati di proiezione più attendibili, ci avrebbe dato il tempo per valutare altre operazioni di riequilibrio dei conti. Tempo che ancora tecnicamente c’è per evitare di pescare sempre nelle tasche dei cittadini (IRPEF) o di pesare ulteriormente sulle case (IMU).

Se ci avessero detto nelle sedi opportune quali rischi di bilancio si correvano, avremmo insistito di più nella richiesta di vendita delle quote Hera disponibili, delle aziende partecipate non strategiche, di una programmazione più seria e incisiva di riduzione delle spese, particolarmente del personale, il tutto per alleggerire (tema da sempre a noi caro) il peso di una amministrazione elefantiaca e autoreferenziale. Gli sprechi si annidano non solo nei macronumeri della manovra finanziaria ma anche nei mille rivoli di una spesa spesso fuori controllo o intoccabile.

Contrariamente a ciò che dice il PD con una rituale e stucchevole litania, l’opposizione le proposte alternative dal punto di vista economico le ha: il problema è che per loro significano riduzione di consenso, di potere e controllo sociale, di erosione politica e non l’accetteranno mai. Ne avremo temo conferma lunedì e martedì in Consiglio.

Ai cittadini, a quelli che venerdì sono venuti in piazza con noi, e che ringrazio di cuore, diciamo che continueremo a fare la nostra battaglia per loro. Ma lo facciamo anche per le migliaia di cittadini che per pigrizia, indolenza, saccente superiorità e menefreghismo sono rimasti a casa; noi continuiamo per noi e per tutti loro.

Vittorio Anselmi
Capogruppo Forza Italia Consiglio Comunale

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