Economia e Lavoro
24 Maggio 2015
Dall'Ente di Largo Castello attività di affiancamento e incentivi per i giovani talenti italiani residenti all’estero che decidano di aprire un’impresa a Ferrara

La Camera di Commercio investe sui giovani

di Redazione | 2 min

camera_di_commercioLa Ferrara che guarda al rilancio deve a puntare anche sui “cervelli di ritorno”. Ne è convinta la Giunta della Camera di commercio, che ha allo studio una serie di misure per valorizzare i giovani talenti italiani residenti all’estero che decidano di costituire un’impresa nella nostra provincia. Attività di affiancamento ed incentivi, dunque, per riconnettere i “cervelli” dispersi ai quattro angoli del pianeta con il tessuto sociale e produttivo provinciale, per riportare a Ferrara la forza lavoro più globale e qualificata, ma anche per invertire la rotta registrata dall’Aire (l’Anagrafe Italiani residenti all’estero della Farnesina), che, nel solo 2013, ha certificato il 71,5% di emigrati italiani in più rispetto al 2012.

“Vogliamo favorire il rientro dei giovani talenti che abbiano maturato esperienze internazionali di alto livello e che intendano fare impresa nella nostra provincia – ha spiegato il presidente della Camera di commercio, Paolo Govoni – perché siamo convinti che ciò possa incidere positivamente sul dinamismo dell’economia locale e creare nuova occupazione. Siamo convinti – ha concluso il presidente della Camera di commercio – che sul tema della generazione di imprese giovani e dai contenuti innovativi si possa costruire un ‘progetto territorio’, che coinvolga più attori: naturalmente le associazioni di categoria, ma anche i Comuni, l’Università e il sistema bancario”.

A beneficiare del supporto della Camera di commercio saranno i giovani italiani residenti stabilmente all’estero da almeno 24 mesi che, per tutto questo periodo, abbiano acquisito da laureati esperienze lavorative fuori dall’Italia. In alternativa, potranno accedere al bando i ‘talenti’ che abbiano ottenuto una laurea o una specializzazione post lauream frequentando fuori dall’Italia un corso di studi di almeno due anni, o che abbiano seguito un corso di un anno maturando un ulteriore anno di esperienze lavorative. Un percorso a tappe. In collaborazione con le associazioni di categoria, saranno realizzati seminari di orientamento che faciliteranno il mettersi in proprio, corsi di formazione per il trasferimento delle conoscenze, delle competenze e delle metodologie per la definizione del progetto imprenditoriale e assistenza personalizzata per la stesura del Business Plan. Al termine di questa prima fase saranno erogati i contributi, dopodiché inizierà il periodo di affiancamento alle imprese nella gestione aziendale, per un totale di oltre 50 ore di consulenza specialistica.

Meritocrazia, stipendi migliori, meno tasse e meno burocrazia: questa è la ricetta che convincerebbe i giovani ferraresi intervistati dalla Camera di commercio a non lasciare l’Italia. Ma il desiderio di un lavoro stabile non è in cima alla lista dei motivi di fuga dove svettano, invece, la meritocrazia (quasi l’80%) e la possibilità di fare bene il proprio lavoro (poco meno del 70%). Gli stipendi più alti, a sorpresa, sono solo al terzo posto (60%).

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