Cronaca
24 Maggio 2015
L’intervento ha consentito anche il recupero delle antiche officine risalenti a metà ‘800

Consorzio Pianura di Ferrara, inaugurato il nuovo centro operativo di Baura

di Redazione | 3 min

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Monumenti. Al via il restauro della fontana dell’acquedotto

Tre interventi di restauro per restituire decoro ad altrettanti monumenti cittadini. È il pacchetto di opere avviato in questi giorni dal Comune di Ferrara, per una spesa complessiva di circa 100mila euro, per il recupero della statua e della fontana dell'acquedotto monumentale di piazza XXIV Maggio, del monumento a Garibaldi in viale Cavour e del monumento ai tre eroi risorgimentali ferraresi Succi, Malagutti e Parmeggiani, sulle mura di viale IV Novembre

di Marcello Celeghini

Baura. Far capire ai ferraresi l’importanza ingegneristica e culturale degli impianti di bonifica sparsi per la provincia. È stato questo l’intento che ha animato il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara nel restaurare le officine storiche del Centro Operativo di Baura che, assieme all’idrovoro di Cocomaro di Cona, ha il compito di controllare il delicato sistema idrico attorno alla città di Ferrara. In mattinata è avvenuta l’inaugurazione della struttura recuperata che da oggi ospiterà uffici e una sala conferenze.

La storia dell’Idrovoro di Baura affonda le proprie radici nel 1853, quando Ferrara era ancora parte dello Stato Pontificio e importante capisaldo in terra di confine con l’Impero Austriaco. In quell’anno i governatori della Legazione di Ferrara decisero di fornire alla città e al territorio circostante una sistemazione idrica funzionale che potesse stabilmente controllare le acque ed evitare frequenti inondazioni e ristagni. I progetti al vaglio dei tecnici avevano lo scopo di allontanare dal centro della città i tanti canali che la attraversavano e la circondavano. Venne interrato il Canale Panfilio e le sue acque vennero convogliate verso il Canal Bianco fino a Coccanile e venne aperto un nuovo canale nella zona fuori dalle mura a nord della città: il Diversivo della Gramiccia (dal nome del legato Mons. Pietro Gramiccia) che contribuiva a convogliare le acque verso il Naviglio. Dopo varie traversie dovute a difetti di progetto e ad elevati costi economici, il cantiere per la costruzione dell’idrovoro di Baura prese il via nel marzo del 1857 con i lavori di scavo della rete di canali. Il cantiere, però, proseguì a rilento e, solo nel 1861, si ha la conclusione dei lavori di costruzione dell’elegante fabbricato che ancora oggi vediamo lungo via Due Torri.

Alla costruzione dell’impianto parteciparono numerosi ingegneri e tecnici veneti, triestini e austriaci all’epoca i più competenti ni materie idrauliche e di bonifica. Il progetto di recupero del fabbricato è stato elaborato nel 2005, quando la struttura apparteneva ancora al Consorzio di Bonifica I° Circondario Polesine di Ferrara poi fusosi nel 2009 nel Consorzio Pianura di Ferrara.

In una prima fase è stato realizzato il nuovo grande capannone che ospita tutte le nuove officine e i mezzi, in modo da liberare le antiche officine, ormai fatiscenti e poco funzionali alla normale attività. Entrato in funzione il nuovo capannone, è iniziato il restauro conservativo della struttura storica. Gli interventi hanno riguardato il ripristino e il restauro del tetto a capriate lignee, il miglioramento sismico, il ripristino dell’aspetto esterno originario della struttura, la realizzazione di uffici e di una sala conferenze e la finale tinteggiatura del fabbricato. La spesa complessiva è stata di 2 milioni di euro totalmente finanziata con fondi propri e con maestranze interne all’ente consortile.

Grande la soddisfazione del presidente del Consorzio Pianura di Ferrara, Franco Dalle Vacche. “In questi anni la volontà di potenziare il sito di Baura è stata più forte delle ristrettezze economiche dei bilanci del Consorzio. Siamo il consorzio di bonifica più importante d’Italia, proprio grazie all’efficienza dei nostri impianti, all’organizzazione sul territorio e alla complessità idrogeologica da amministrare, e vogliamo mantenere alto il nostro livello. È anche un operazione culturale ed educativa il recupero di un bene come le antiche officine perché la cultura della bonifica non vada persa”. Sulla stessa linea anche il presidente della Provincia Tiziano Tagliani. “Chi abita a Ferrara città spesso vede la bonifica come qualcosa di estraneo ma in realtà è proprio il sistema idrografico e delle bonifiche a legare tutto il territorio provinciale dalle Pilastresi al mare, da Cento a Comacchio. Il nostro territorio si basa su un equilibrio idrografico delicato e questa particolarità dovrà essere sempre difesa su tutti i tavoli istituzionali in cui si decidono le ripartizioni dei fondi destinati a questi settori”.

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