Eventi e cultura
24 Maggio 2015
Al Festival di Altroconsumo Nicola Porro dirige il dibattito tra sostenitori e detrattori del trattato commerciale

Ttip: libero scambio o rischio per la salute?

di Redazione | 3 min

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20150523_111259Cosa c’è in ballo col Ttip? E soprattutto, cos’è? È a queste domande che ha voluto rispondere il forum tenutosi stamattina alla sala Estense organizzato da Altroconsumo e moderato dal vicedirettore del Giornale e dal conduttore di Virus Nicola Porro.

A spiegare, per prima cosa, di cosa si stia parlando e la segretaria generale dell’associazione dei consumatori Luisa Crisigiovanni: “Il partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti”, racconta, “è un trattato volto a creare crescita e sviluppo abbattendo le barriere non tariffarie tra le economie europee e quella degli Stati Uniti. Il problema è che i negoziati in corso anche in questo momento sono assolutamente segreti”. Ecco quindi il vero problema: “L’obiettivo è nobile ma quando parliamo di prodotti alimentari o cosmetici c’è molto in ballo se i nostri standard vengono rinegoziati. Potremmo sì avere più prodotti a un prezzo inferiore ma il rischio è che non siano conformi agli standard europei”, ha continuato Crisigiovanni.

Gli esempi portati da Altroconsumo sono quindi quelli classici di coloro che manifestano la loro contrarietà al trattato: se l’Ue ha banditi da cosmetici 1328 sostanze chimiche il suo corrispettivo americano, la Fda, ne ha bloccati solo 11. Per quanto riguarda l’alimentazione invece negli Stati Uniti è possibile allevare gli animali destinati al consumo mediante l’utilizzo di ormoni, pratica invece negata in Europa. “È inaccettabile”, è stato quindi il commento della Crisigiovanni, “che questi contenuti siano discussi a porte chiuse”.

A dare una visione speculare del tema è quindi Simone Crolla, managing director della camera di commercio americana in Italia: “Per quanto riguarda la segretezza in realtà si sa di tutto, e le associazioni e le categorie stanno venendo consultate. Il punto è che per la prima volta Stati Uniti e Unione Europea stanno portando avanti negoziati così complessi. Stati Uniti ed Unione Europea insieme rappresentano la metà del Pil mondiale. Se questo accordo non venisse ratificato non rimarrebbe lo status quo, perché l’Italia è l’anello debole della catena economica mentre altri Paesi si stanno evolvendo. Per mantenere la premiership dobbiamo agganciare il carro o avremo un’economia ancora più indebolita. Se c’è un accordo per generare sviluppo e occupazione mantenendo salvi i principi di sicurezza io lo firmo, anche perché come noi abbiamo prodotti americani che non soddisfano i nostri criteri succede anche l’inverso”.

Ad avere l’opinione più critica del trattato è invece probabilmente Monique Goyens, direttrice generale del Beuc, secondo la quale “nonostante l’accordo sia sempre stato sponsorizzato come commerciale il fine ultimo è quello di far pagare meno alle imprese multinazionali, che è una cosa buona se ciò ricade sui consumatori, ma non si può rischiare che ciò possa succedere coi processi di sicurezza. Il Ttip sta venendo scritto da tecnocrati non eletti sotto mandato, e questo impatta anche sulle sovranità nazionali che andranno cedute”.

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