Eventi e cultura
24 Maggio 2015
Il Festival di Altroconsumo si apre con un dibattito su come difendere i propri dati personali e difendersi dai reati digitali

La privacy e la proprietà privata nell’era di Internet

di Redazione | 3 min

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unnamed (55)di Francesco Altavilla

Cosa succede nella rete? Tra privacy, reati digitali, un dibattito sulla proprietà nell’era di Internet. In un minuto su internet vengono caricate circa 72 ore di video su Youtube, vengono effettuate circa 4 milioni di ricerche su Google, si spediscono intorno ai 204 milioni di mail, si fanno 272 mila tweet e circa 2,5 miliardi di contenuti sono pubblicati su Facebook. Una massa di informazioni incredibile, ma quanto di questi dati è davvero in nostro possesso? Hanno provato a rispondere Enrico Fogli, ispettore capo della Polizia Postale di Ferrara, Ugo Bechini, notaio specialista in eredità digitali e Marino Cavallo, professore dell’Università di Ferrara specializzato in Marketing e Nuovi media. Il dibattito, organizzato nell’ambito del festival “Dire, Fare, Cambiare” e la presentazione del libro “La tua vita nella rete”, una delle guide pratiche di Altroconsumo, si sono svolti alla sala della Musica invece che al chiostro di San Paolo a causa del maltempo.

Il passaggio di molti dati alla rete a reso necessari alcuni accorgimenti nel disporre delle proprie informazioni. L’ispettore Enrico Fogli ha voluto sottolineare che “occorre fare grande attenzione a tutto ciò che si fa una volta connessi, dal momento che tutto è tracciato tramite l’Ip o Internet protocol adress”. I nuovi reati come il cyberbullismo e l’estorsione di denaro dietro la minaccia di pubblicare foto e video sessualmente espliciti (detto sextorcion) vedono, stando a quanto riferito l’ispettore capo Fogli, come fascia d’età più a rischio gli adulti “che conoscono meno il mezzo internet” rispetto ai ragazzi.

Ciò che è importante è dunque salvaguardare la propria privacy, ricordando però, come ha detto Ugo Bechini “dare la propria password di accesso non significa trasferire il diritto di proprietà sul bene protetto dalla password stessa”, un equivoco frequente, ha fatto presente il notaio, soprattutto per quanto riguarda i conti correnti bancari on line. L’evoluzione di certi beni come musica film, ma anche denaro e libri, prima legati a supporti fisici ed ora invece disponibili nella rete come beni immateriali pone invece una questione di proprietà che Bechini ha sintetizzato così: “un contenuto ci appartiene una volta che lo scarichiamo e lo salviamo su un dispositivo o su di un cloud, l’eredità di questi dati e questi file può essere regolata tramite un mandato post-mortem in cui si stabilisce la successione”.

“Nell’era di internet non si può sapere tutto” ha invece sostenuto il professor Cavallo, che ha ribaltato la questione del possesso dei dati telematici. “Nell’universo connesso e conversazionale, forse il più potente strumento di marketing, l’oggetto del business sono propri i dati, le informazioni” ha continuato il professore dell’Università di Ferrara. Una realtà informatica che apre però anche a nuove idee di business, la cosiddetta “wikieconomia” in cui piccoli progetti digitali possono diventare fonte di guadagno. Ed è stata questa l’iniziativa presentata da alcuni ragazzi che hanno frequentato il corso del professor Cavallo. Dal sito in cui poter vendere ed acquistare libri usati per l’università all’applicazione per sapere quanta coda c’è negli sportelli delle poste. Proposte utili che cercano di sfruttare le infinite risorse della rete e dell’immaginazione.

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