Cronaca
24 Maggio 2015
Il 28enne diffondeva il panico tra gli anziani della provincia per poi scappare con contanti e gioielli

‘Rifiuti tossici nell’acqua’: in manette il ladro che si spacciava per tecnico

di Ruggero Veronese | 3 min

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La Polizia di Stato ha eseguito un'ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Ferrara nei confronti di due persone di 35 anni, nomadi provenienti da fuori provincia, entrambe gravate da numerosi precedenti di polizia per reati contro il patrimonio, oggi gravemente indiziate di circa quindici furti aggravati e furti in abitazione messi a segno nel 2023 a Ferrara ai danni di ignari cittadini

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Il 28enne PG.I., ora agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico

“Un camion pieno di rifiuti tossici si è ribaltato lungo la strada e il suo contenuto ha intossicato le acque dell’acquedotto”. Niente panico: non è questa la notizia di cui parleremo nell’articolo. Si tratta infatti del falso allarme utilizzato negli ultimi mesi da un ingegnoso malvivente, arrestato ieri dalla polizia di Stato di Ferrara, per spacciarsi per tecnico delle reti idriche, introducendosi e mettendo a segno numerosi furti nelle case degli anziani sparse per la provincia.

Una tecnica che segue l’ormai ‘celebre’ filone dei finti carabinieri o dei finti tecnici del gas che puntualmente suonano alle case delle persone apparentemente più vulnerabili, diffondendo allarmi improvvisi per cogliere impreparati gli abitanti delle abitazioni nel mirino, preferibilmente isolate. In questo caso a mettere a segno almeno cinque furti – ma gli inquirenti nutrono solidi sospetti anche per altri cinque episodi – è stato un 28enne originario di Chivasso, in provincia di Torino, che solo durante il mese di marzo è riuscito a impossessarsi di gioielli per un valore di oltre 100mila euro, oltre che di migliaia di euro in contanti.

Il giovane malvivente seguiva un modus operandi ormai consolidato: suonava ai campanelli dei pensionati soprattutto alla mattina, durante l’orario lavorativo, per far sì che gli eventuali parenti fossero assenti. A quel punto, dopo aver presentato un falso tesserino da tecnico dell’acquedotto o di Hera, lanciava l’allarme sull’acquedotto contaminato a causa del ribaltamento di un mezzo pesante. E per dimostrarlo si era munito anche di un congegno elettronico – spacciato per rilevatore di mercurio – che metteva sotto l’acqua corrente dei lavandini e che faceva suonare e lampeggiare al momento opportuno grazie a un’applicazione dal proprio telefono.

Dopo essersi guadagnato la fiducia degli anziani e averli convinti del pericolo, l’uomo faceva riporre tutti i gioielli (per ‘prevenirne la corrosione’) in un contenitore e poi, al momento opportuno, tagliava la corda senza lasciare traccia. A permettere agli agenti della questura di risalire alla sua identità è stata la somiglianza tra questo modus operandi e quello utilizzato da una famiglia di nomadi Sinti piemontese, già al centro di un’indagine da parte della questura di Biella. Grazie alla numerose similitudini tra i furti, la squadra mobile ferrarese è riuscita a risalire a un membro di quello stesso nucleo, che risiedeva in un campo nomadi nella provincia di Bologna. Attraverso appostamenti sul posto, pedinamenti e attività di intelligence, gli agenti hanno studiato le sue abitudini e identificato la sua automobile: una Renault Megane grigia che corrispondeva perfettamente a quella descritta dalle vittime dei furti.

Il cerchio, insomma, si stava chiudendo, e il 3 marzo scorso l’indagine ‘Black Water’ ha avuto una notevole accelerazione, quando gli inquirenti ottennero riscontri decisivi anche per quanto riguardava la descrizione fisica del malvivente. Al termine degli accertamenti la squadra mobile ha ottenuto dal Gip un’ordinanza di custodia cautelare, sotto forma di arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Gli agenti sono riusciti a recuperare anche gran parte dei gioielli e dei contanti rubati, che il 28enne custodiva in un sacchetto nascosto all’interno del frigorifero.

 

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