Cronaca
25 Maggio 2015
Progetto Bes: bene ambiente, istruzione e servizi, male lavoro, condizioni economiche e sicurezza

Le dimensioni del benessere a Ferrara

di Redazione | 9 min

OLYMPUS DIGITAL CAMERAL’Istat e il Cnel nel 2010 hanno avviato il progetto Bes-benessere equo e sostenibile. L’iniziativa si inquadra nel vivace dibattito sul “superamento del Pil”: si può misurare il progresso di una società basandosi solo su parametri economici? Oppure occorre affiancarne anche altri di tipo sociale e ambientale, corredati da misure di diseguaglianza e sostenibilità?

Il dibattito sulla misurazione del benessere degli individui e della società sta riscuotendo una crescente attenzione anche da parte delle istituzioni locali che, in collaborazione con l’Istat, hanno avviato progetti basati sul paradigma del Bes, dando origine al progetto UrBes: benessere equo e sostenibile nelle città, con il fine di disegnare la mappa della qualità della vita nelle realtà urbane d’Italia.

Il 23 aprile è stato quindi presentato dall’Istat il secondo rapporto su “Il benessere equo e sostenibile nelle città”. Il rapporto offre una panoramica multidimensionale dello stato e delle tendenze del benessere nelle realtà urbane. In questa edizione è stata migliorata la capacità informativa sul Bes nelle città attraverso l’aumento del set di indicatori, saliti da 25 a 64, e il rafforzamento della rete dei comuni partecipanti, passati da 15 a 29 comprendendo quelli capofila delle città metropolitane e gli altri comuni aderenti al Progetto UrBes.

Il rapporto è corredato dalle schede delle città redatte dai 29 Comuni partecipanti al progetto, fra cui quello di Ferrara, che riportano un commento generale dei dati. Per consentire il confronto con i comuni aderenti al progetto Urbes in modo analogo è stata redatta la scheda degli indicatori riferita al Comune di Ferrara.

Il Comune di Ferrara è da sempre sensibile alle tematiche della qualità della vita e a dicembre 2014 nell’ambito della valutazione da parte dei cittadini dei servizi pubblici erogati nel comune è stato chiesto ai cittadini ferraresi di contribuire a definire le dimensioni più rilevanti per il benessere, in modo che l’individuazione sia realmente condivisa e legittimata, valutando l’importanza delle 12 dimensioni proposte dall’Istat-Cnel.

L’approccio infatti seguito in Italia parte dalla premessa che il concetto di benessere sia strettamente legato a tempi, luoghi e culture e quindi non possa essere definito univocamente, ma solo attraverso la condivisione con la società civile nella definizione delle dimensioni del benessere.

Attraverso la valutazione dell’importanza delle 12 dimensioni del Benessere tra quelle individuate finora dall’Istat e dal Cnel, in particolare pensando alla città in cui vivono, i cittadini ferraresi intervistati hanno così stilato la loro graduatoria.

Partendo dall’aspetto più rilevante, la salute, si osserva come i cittadini residenti nella provincia di Ferrara abbiano visto aumentare la loro speranza di vita alla nascita, in linea con quella media italiana, attestandosi nel 2013 a 79,8 anni per gli uomini e 84,6 anni per le donne. Un po’ sotto al valore medio nazionale è il tasso di mortalità per tumore nella fascia 20-64 anni e la mortalità per demenza senile e malattie del sistema nervoso con riferimento alla classe di età anziana di 65 anni e più. Superiore alla media italiana e regionale invece la mortalità per accidenti di trasporto nella fascia 15-34 anni, principale causa di morte per questa fascia di età, che però segna una diminuzione nel periodo considerato.

Il livello di istruzione acquisito dalla popolazione residente nel Comune di Ferrara è nettamente superiore alla media (nazionale e regionale): al censimento 2011 il 70,9% dei residenti tra i 25-64 anni ha almeno un diploma superiore (contro il 57,6% in Italia e il 62% in E.R.) e il 36,2% dei giovani 30-34enni ha un titolo universitario (il 23,2% in Italia e il 25,4 in E.R.). Solo il 10,9% dei giovani tra i 18 e i 24 anni esce precocemente dal sistema scolastico (contro il 18,1% in Italia e il 17,4% in E.R.) e i cosiddetti Neet, giovani di 15-29 anni che non studiano e non lavorano, sono il 13,8% (il 22,5% in Italia e il 15,5 in E.R.). I livelli di competenza alfabetica e numerica degli studenti delle seconde classi della scuola secondaria superiore si collocano al di sopra della media nazionale, ma per quella numerica al di sotto di quella regionale.

Gli indicatori del mercato del lavoro si rivelano negativi per la provincia di Ferrara. Rimandiamo agli approfondimenti a livello comunale che il Comune di Ferrara attua annualmente attraverso l’indagine campionaria sull’Occupazione e la disoccupazione http://servizi.comune.fe.it/index.phtml?id=6372 . Secondo l’indagine, il dato sull’andamento dell’occupazione nel Comune di Ferrara per l’anno 2014 ha risentito inevitabilmente della fase congiunturale, registrando un peggioramento sia per l’incremento della disoccupazione (+2%, prevalente per le classi di età oltre i 45 anni), sia per la diminuzione dell’occupazione (-0,8%, prevalente tra i lavoratori indipendenti, in parte compensata da un aumento dei lavoratori dipendenti a tempo determinato). In questo scenario vanno rilevati i dati assolutamente positivi a livello di occupazione giovanile (15-29 anni), che vedono: una diminuzione della disoccupazione (- 5,5%); un incremento dell’occupazione (+4%); la diminuzione dei  giovani inattivi, che non studiano, non lavorano, né sono in cerca di occupazione. E – elemento ancor più importante – questi andamenti positivi valgono per entrambi i generi. Positivamente molto basso è lo scarto tra il tasso di occupazione delle donne 25-49 anni con figli in età prescolare e quello delle donne senza figli, indicando una alta partecipazione al lavoro anche per quelle donne che debbono accudire figli piccoli.

Il perdurare della crisi si innesta su di un territorio provinciale che ha sempre registrato livelli di benessere economico inferiori alla media regionale e sempre appena superiori a quella nazionale: il reddito disponibile pro capite delle famiglie consumatrici della provincia ferrarese è pari a 17.547 euro per il 2012 (17.307 euro è la media nazionale e 20.834 euro quella regionale). Quasi un quarto dei contribuenti Irpef del comune (24,4%) e il 27,2% dei contribuenti della provincia di Ferrara dichiara meno di 10 mila euro l’anno (contro il 32% in Italia e il 25,5% in E.R.) ed un po’ sopra la media regionale è anche la quota di persone che vivono in famiglie senza occupati (con almeno una persona di 18-59 anni): 3,7% nel comune e 3,6% nella provincia, contro il 3,3% a livello regionale (6,7% a livello nazionale). Le sofferenze bancarie sono in crescita e si attestano nel 2013 al 5% degli impieghi.

A sostegno delle relazioni sociali, Ferrara si contraddistingue per una alta presenza di volontariato, ed ha visto quasi raddoppiare gli addetti nel comune dal 2001 al 2011, 1.157 volontari ogni 10.000 abitanti. Vi sono 75,8 istituzioni no profit ogni 10.000 abitanti e 2 cooperative sociali per 10.000 abitanti con 83,9 lavoratori retribuiti, sempre ogni 10.000 abitanti.

La partecipazione politica e le istituzioni, hanno registrato a Ferrara l’ultima posizione nella graduatoria di importanza tra le 12 dimensioni del benessere rilevata con l’indagine 2014 “Ascoltare i cittadini” denotando l’attuale basso livello di fiducia dei cittadini italiani e ferraresi nei confronti delle istituzioni (al 10° posto a livello nazionale). Ciò nonostante, è ancora relativamente elevata la percentuale di partecipazione elettorale nel 2014 alle elezioni comunali, 69,7% degli aventi diritto. La partecipazione femminile è in crescita sia nel consiglio comunale (22,5%) che nella giunta (57,1%), mentre l’età media di consiglieri (51,5 anni) e assessori (49,9 anni) si mantiene stabile e in linea con le medie regionali e nazionali. La lunghezza dei procedimenti civili di cognizione ordinaria di primo grado è tra le più basse a livello nazionale, 579,6 giorni, ed è in diminuzione negli anni considerati.

La sicurezza, dimensione posta al 9° posto per importanza a livello nazionale, si colloca al secondo nella graduatoria dei ferraresi. Una città come Ferrara che sempre si è considerata da questo punto di vista “tranquilla”, percepisce negli ultimi anni una minaccia a questa dimensione del Benessere che ha da sempre ritenuto importante. Gli indicatori selezionati per questa dimensione evidenziano una crescita dei reati denunciati alle forze dell’ordine: i furti in abitazione nel comune sono cresciuti da 225 ogni 100.000 abitanti nel 2009 a 584 nel 2012 (da 288 a 481 nella provincia); la media nel 2012 è di 540 furti nella regione e 399 in Italia. In crescita anche i furti con destrezza: nel 2012 263 furti per 100.000 abitanti nel comune e 152 nella provincia, con una media nazionale di 250 furti. Nel 2012 sono state denunciate 71 rapine per 100.000 abitanti. E’ bene considerare tuttavia che le statistiche della delittuosità risentono fortemente della propensione più o meno elevata a denunciare i reati, in particolar modo quelli legati alla microcriminalità, che caratterizza le diverse aree geografiche del paese.

La città di Ferrara con il suo centro storico Patrimonio Unesco offre ai cittadini ed ai visitatori un ricco numero di musei e monumenti, evidenziato dagli indicatori selezionati per la dimensione del paesaggio e patrimonio culturale. Ferrara si posiziona ben al di sopra delle medie nazionale e regionale per quanto riguarda il numero di biblioteche, musei, gallerie, monumenti e siti archeologici, visitatori e consistenza del tessuto urbano storico.

La dimensione ambiente è spesso condizionata dalla posizione geografica delle città e l’attenzione per questa dimensione è elevata nel comune. A Ferrara il numero di superamenti del valore limite giornaliero di PM10 è stato di 51 giorni, contro una media di 40 tra i comuni capoluogo italiani e il numero di vetture circolanti con standard inferiori ad Euro 4 è in diminuzione, paria a 310 vetture per 1.000 abitanti, contro una  media regionale di 275 e di 312 nazionale. Nonostante l’incidenza delle aree verdi (naturali protette e verde urbano) sul vasto territorio comunale sia solo del 4,7%, si calcola che ogni ferrarese ne disponga di 46 mq pro capite (contro una media dei capoluoghi italiani di 32,2 mq) e ogni 100 abitanti vi sono 46 mq di orti urbani, valori superiori alla media dei comuni capoluogo. Superiore alla media è anche la rete di  teleriscaldamento, con 40,7 m3 di volumetria servita per abitante.

Gli indicatori che misurano la dimensione della ricerca e innovazione sono tre. La propensione alla brevettazione, con 42,3 brevetti per milione di abitanti nella provincia di Ferrara contro i 44,5 a livello nazionale e i 93,8 nella regione, presenta valori contenuti. Dai dati Censuari 2011 solo il 3% degli addetti delle unità locali censite opera in settori ad alta intensità di conoscenza (la media nazionale è di 4,4% e quella regionale di 3,4%). Indicatore più positivo è la diffusione della banda larga tra le famiglie per la connessione ad internet: sempre dai dati censuari 2011 è connesso in tale modalità il 47,9% delle famiglie del comune, contro una media nazionale di 44,9% e di 47,2% regionale.

La dimensione relativa alla qualità dei servizi racchiude un insieme eterogeneo di indicatori. Partendo dai servizi rivolti all’infanzia, in provincia di Ferrara sono il 24,3% i bambini sotto i due anni in carico ai servizi per l’infanzia, un valore di poco inferiore a quello medio regionale (27,3%), ma nettamente superiore a quello medio nazionale (13,5%). Sul fronte della mobilità, in un comune dove il tempo medio dedicato agli  spostamenti per studio o lavoro è di 23,4 minuti, in linea con la media nazionale, a fronte di una poco estesa rete urbana per il trasporto locale (1.337 posti-km per abitante contro una media di 4.794 tra i comuni capoluogo), Ferrara presenta una alta densità di piste ciclabili (33,1 per 100 kmq di superficie comunale, valore elevato ancor più se si tiene in considerazione la vasta estensione del territorio comunale), contro una media di 18,9 tra i comuni capoluogo. Inoltre, ogni abitante dispone di 27,6 mq di aree pedonali e sono attivi sul territorio comunale 7 servizi sui 9 di infomobilità1. Tutti questi indicatori segnano un miglioramento negli anni esaminati. Infine pur segnando una diminuzione, il tasso di incidentalità stradale è ancora ad un livello elevato, 491,6i incidenti stradali per 100.000 abitanti incidenti nel 2013, contro 411 a livello regionale e 300,9 a livello nazionale.

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