di Silvia Franzoni

Soroptimist International è una organizzazione mondiale che opera dal 1921 e promuove, attraverso progetti, l’avanzamento della condizione femminile e l’accettazione delle diversità; la sezione di Ferrara, tra le attività svolte, annovera dal 1984 anche la promozione di un Premio biennale per la ricerca scientifica, assegnato con la collaborazione dell’Università cittadina a giovani studiose che, ricercatrici presso l’Ateneo, si siano particolarmente distinte per l’impegno e il contributo scientifico.

“A rotazione, negli anni, abbiamo coinvolto molti dipartimenti, e quest’anno la diciannovesima edizione del premio è stata destinata ad Ingegneria” spiega Carla Biondi, presidentessa del Soroptimist Club di Ferrara, nell’introdurre ai presenti la cerimonia di premiazione di questo pomeriggio.

In prima fila, a ricevere i saluti del rettore Pasquale Nappi, i complimenti del direttore del dipartimento di Ingegneria Giorgio Vannini e le lodi del docente tutor Andrea Conti, siede la premiata, la dottoressa Stefania Bartoletti, già insignita del premio ‘Natta e Copernico’, prestigioso riconoscimento per le scienze ingegneristiche, nel maggio scorso. Tra le quattro richieste pervenute, la giuria del Premio Soroptomist le ha riconosciuto “indiscutibili meriti scientifici” e ne ha apprezzato soprattutto “la maturità del curriculum – si legge nella nota ufficiale – in relazione alla giovane età”.

Stefania Bartoletti, laurea specialistica in Ingegneria e Tecnologia per le telecomunicazioni e l’elettronica, dottore di ricerca in Scienze dell’ingegneria, vanta numerose pubblicazioni su riveste internazionali e un’esperienza quale visitor student al  Massachusetts Institute of Technology (MIT): il suo campo di ricerca, svolta con “dedizione e passione”, come sottolinea il docente tutor Andrea Conti, si rivolge alle reti wireless di localizzazione, specialmente in ambienti indoor.

L’argomento di studio, reso semplificato per una platea digiuna in materia, è illustrato con chiarezza dalla stessa dottoressa: microfono in mano, mentre le slide si susseguono a cornice della sua voce, Stefania Bartoletti spiega come l’interesse della sua ricerca si sia posato sullo “sviluppo di algoritmi che permettano una maggiore precisione della localizzazione, con particolare riferimento a sistemi passivi o semipassivi, dove cioè i segnali o il target stesso non trasmettono segnali – spiega – ma riflettono quelli presenti. Sono moltissime le applicazioni di questi studi e uno dei progetti che vede impegnata me e il mio gruppo di lavoro indaga soluzioni green: ad esempio, il progetto italiano Greta, che ricerca anche la possibilità di sostituire le batterie con tecniche di Energy harvesting”.