Economia e Lavoro
7 Maggio 2015
Sciopero generale il 18 maggio. I sindacati: "Organico all'osso, malcontento diffuso"

Vertenza Poste: “Mancano contributi statali”

di Redazione | 2 min

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sindacati postedi Francesco Altavilla

Attrezzature obsolete e molto spesso non a norma, carenza di organico, disdetta delle ferie e il frequente ricorso a distacchi per coprire le gravi carenze di organico. Sono questi i principali problemi lamentati dai rappresentanti sindacali di Slc Cgil e Uil Poste in merito alla vertenza sindacale aperta in Mercato Privati e Servizi Postali Emilia Romagna, che “non ha ancora prodotto risposte soddisfacenti”.

Per questa ragione allo sciopero di ogni prestazione straordinaria ed aggiuntiva indetto dal 22 aprile al 22 maggio, si aggiunge la convocazione di uno sciopero generale nella giornata di lunedì 18 maggio. Per l’occasione è stato organizzato da Slc Cgil e Uil Poste un presidio di fronte alla Prefettura dalle 11 a mezzogiorno.

Alla conferenza stampa di oggi giovedì 7 maggio Glauco Melandri, segretario provinciale di Slc Cgil ha fatto presente come la situazione non sia per nulla chiara per i dipendenti delle Poste Italiane spa: “La prospettiva di cedere a privati il 40% delle azioni della società prevederebbe un piano di riorganizzazione che viene costantemente rimandato, e che ora attendiamo per la fine del 2015”. Le privatizzazioni, annunciate verso la fine del 2014 dal ministro Padoan, hanno visto un rallentamento che ha lasciato nell’incertezza i dipendenti di Poste Italiane spa, costretti dalla carenza di personale ad una “flessibilità operativa estenuante e allo svolgimento di lavoro straordinario in casi non previsti dagli accordi sindacali”, ha aggiunto Melandri.

Nel frattempo nella provincia l’organizzazione del servizio postale deve fare i conti con un organico ridotto, passato da 784 dipendenti nel 2012 ameno di 700 addetti nel 2014 contando anche gli assenti e i rappresentanti sindacali. “I tanti fuoriusciti in questi anni non sono mai stati sostituiti – ha aggiunto Melandri – preferendo impiegare personale con contratti a tempo determinato in lavorazioni e orari non previsti dai vigenti accordi”

I tanti malfunzionamenti del servizio e il serpeggiante malcontento tra i dipendenti sono frutto, secondo Slc Cgil e Uil Poste, di una “riduzione progressiva del contributo statale al servizio universale”, che raggruppa la raccolta, lo smistamento, il trasporto e la distribuzione di invii e pacchi, oltre ai servizi correlati e alla posta massiva. “Il contributo dello Stato è calato negli ultimi sei anni di circa il 60% – ha concluso Melandri – se non si interviene in maniera decisa su questo punto, sarà impossibile risolvere i problemi che affliggono il servizio postale”.

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