di Luca Braccu
Centinaia di palloncini accompagnati da striscioni, slogan, fischietti hanno colorato il listone in piazza Trento e Trieste, dalle 12 di questa mattina (martedì 5 maggio). In occasione dello sciopero unitario nazionale della scuola contro il ddl Renzi-Giannini, ha avuto luogo un flash mob sostenuto da docenti, gruppi spontanei e famiglie per spiegare il dissenso al progetto di legge sulla scuola.
Ferrara, così come altre centinaia di piazze italiane, si è riempita di palloncini colorati ed aquiloni a difesa della scuola pubblica.
I manifestanti hanno abbandonato il nero del lutto di cui si erano rivestiti in passato, “per differenziarci dal colore divenuto macabro per colpa di quanto avvenuto a Milano a causa del black bloc”, come spiega una delle insegnanti presenti. “Oggi in Italia – prosegue – c’erano sette grandi manifestazioni; anche noi abbiamo cercato di dare modo di partecipare alla protesta a chi non ha potuto seguire i maggiori cortei”.
Il flash mob ha consentito a chi non ha potuto partecipare nelle grandi città, di manifestare nelle proprie piazze pacificamente ed in modo costruttivo per quella che gli organizzatori definiscono “una scuola migliore e di tutti”. Il corteo è stato investito da un’ondata di persone, che lo hanno quasi totalmente circondato nel suo perimetro.
Tra i tanti manifestanti, ecco la testimonianza di Marcello Brondi: “Questa iniziativa è nata un po’ sull’onda di ciò che sta nascendo nelle piazze grosse d’Italia, dei sindacati. Decine di città manifestano contro il Ddl scendendo in piazza. Sono cose che si sono formate autonomamente, non c’è un organizzatore. Sui palloncini abbiamo scritto ‘la buona scuola siamo noi’, in polemica col decreto della scuola, perché quella di ora è una cattiva scuola”.
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