Mesola
4 Maggio 2015
Individuati i cinque cittadini responsabili dell'abbandono dei rifiuti. Sanzioni per 3mila euro

Taglio della Falce, discarica abusiva nel Delta

di Redazione | 2 min

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discarica abusiva taglio falce 1Mesola. Sono stati individuati dalla Polizia Provinciale cinque cittadini, di cui tre residenti nel comune di Mesola e due in provincia di Rovigo, che avevano deciso di disfarsi dei propri rifiuti – sacchi contenenti perlopiù rifiuti urbani e oggetti di uso domestico – gettandoli ai bordi della strada nei pressi del Taglio della Falce, a due passi dal Boscone della Mesola e quindi all’interno del Parco del Delta del Po.

L’indagine della Polizia Provinciale, unitamente alla Polizia Municipale del Delta, ha consentito di risalire agli autori degli abbandoni, che saranno puniti con sanzioni da 600 euro ciascuna, per complessivi 3.000 euro di sanzioni che saranno elevate ai carico dei trasgressori.

Area e Comune di Mesola sono unanimi nel dichiarare che comportamenti di questo tipo non sono più tollerabili. “A Mesola – spiega il direttore generale di Area, Raffaele Alessandri – il sistema di raccolta porta a porta è partito quasi un anno fa, la raccolta differenziata ha raggiunto ottime percentuali, recuperiamo sempre più materiali e ne mandiamo all’inceneritore sempre meno: tutto va nella direzione giusta, se non fosse per la tendenza di alcuni soggetti a respingere le regole e perseverare con atti di vera inciviltà come quello di abbandonare i propri rifiuti, generando degrado e costi per la collettività”.

Nel 2014 Area ha speso oltre 100mila euro per risanare piccole e grandi discariche abusive, raccogliere rifiuti, anche pericolosi come l’eternit, abbandonati senza scrupoli nei punti più disparati del territorio.

discarica abusiva taglio falce 2“Si tratta di costi – continua Alessandri – che ricadono ingiustamente, ma inevitabilmente su tutti i cittadini, anche su quelli virtuosi. Per questo è importantissimo segnalare alle autorità eventuali comportamenti abusivi: girarsi dall’altra parte non conviene, perché la maleducazione di pochi la paghiamo tutti”.

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