Economia e Lavoro
29 Aprile 2015

CariCento, 23 anni di bilancio in utile

di Redazione | 3 min

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unnamed (2)Cento. È la disamina del quadro macreconomico del presidente della Cassa di Risparmio di Cento Carlo Alberto Roncarati ad aprire l’assemblea dei soci che ieri pomeriggio alla Pandurera ha approvato il bilancio 2014 della banca, già presentato alla stampa circa un mese fa, e approvato le candidature di Luigi Chiari e Luca Padovani – entrambe presentate in assemblea dalla presidente della Fondazione Cariani – a, rispettivamente, consigliere del Cda della banca e sindaco supplente dopo le dimissioni dei loro predecessori.

“In Italia ed in quasi tutta Europa permangono forti elementi di preoccupazione relativi al contesto macroeconomico”, ha premesso Roncarati, che ricorda come l’attuale situazione geopolitica stia mettendo a repentaglio la “timida” ripresa italiana, che tuttavia procede subalterna del destino. “Dopo i deboli segnali di ripresa di fine 2013 la congiuntura italiana ha di nuovo rallentato il passo […] tanto che il Pil, di cui si pronosticava una cospicua crescita, ha finito per attestarsi di nuovo sotto allo zero”, ha proseguito il presidente di Caricento, che comunque nota anche come “la stagione delle riforme sia concretamente avviata” e sia “aumentata la fiducia riposta nel nostro Paese dagli osservatori internazionali”.

Caricento tuttavia, sempre secondo le parole di Roncarati, continua ad operare secondo il suo ruolo di banca del territorio che segue la via del rinnovamento, che si concretizza con l’installazione – in corso – degli Atm evoluti, la firma digitale agli sportelli, le nuove app per smartphone in materia di internet banking e le recenti introduzioni del nuovo programma socio e della possibilità di stipulare assicurazioni RC auto nelle filiali.

Per il resto non ci sono novità rispetto a quanto già annunciato: il bilancio è sempre quello, che vede l’utile crescere fino a quota 4.9 milioni di euro (+34% a/a al netto della rivalutazione delle quote di Bankitalia dello scorso anno); aumentare i soci fino ad oltre 9400; superare per la prima volta nella storia della cassa i 4 miliardi di euro nella somma delle componenti di raccolta, aumentando al contempo anche il risparmio gestito. Numeri che, secondo i vertici dell’isituto di credito, confermano – insieme col ROE al 2.52% e al CET1 al 12.04% -, che “la banca è in salute”, per dirla con le parole del dg Ivan Damiano.

Sisma e congiuntura sfavorevole pesano comunque sul bilancio della Cassa, che tra le ombre fa figurare un meno 4.3% di impieghi lordi e un aumento dei crediti deteriorati di quasi due punti e mezzo. Dati questi che hanno portato la banca a far toccare il 61.2% al rapporto di copertura delle sofferenze.

Alla fine comunque, per il ventitreesimo anno consecutivo, gli azionisti di Caricento vedranno un dividendo, quest’anno – come lo scorso -, pari a 12 centesimi di euro per azione.

Pochi gli interventi contrari all’introduzione dei vertici della banca, composti solo da quello di Marco Mattarelli, presidente dell’associazione piccoli azionisti, che ha criticato la scelta della banca di “prendere due dirigenti a fronte del licenziamento degli impiegati storici”, annunciando poi il suo voto di astensione; e dal rappresentante territoriale Fiab-Cisl Luca Dal Preto, che seppur annunciando il voto favorevole ha accusato la banca di far pressioni ai dipendenti “tramite capetti che dicono cosa vendere e cosa no”.

Per entrambi non si è fatta attendere la replica della banca: Roncarati, rispondendo a Mattarelli, spiega che non c’è stato nessun licenziamento forzato ma che il fondo collegato è stato aperto solo per coloro che hanno voluto lasciare il posto di lavoro di propria sponte, “anche perché nelle filiali non ci possiamo permettere il lusso di avere gente agli sportelli che non lavora visto che l’afflusso è di parecchio diminuito rispetto agli anni scorsi”, mentre Damiano, replicando a Dal Preto, smentisce categoricamente le sue affermazioni: “Non ci sono capetti di nessun tipo che spingono nel vendere alcunché. Questo accade nelle banche grandi, non qui, anzi rigetto questo tipo di comunicazioni sindacali”.

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