Economia e Lavoro
28 Aprile 2015
Modificato lo statuto, i soci pubblici potranno scendere sotto il 51% del capitale sociale

Il dividendo Hera porta 2,3 mln al Comune

di Redazione | 3 min

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taglianinewSi è riunita a Bologna l’assemblea dei soci Hera, in seduta sia ordinaria che straordinaria. Fra le diverse deliberazioni assunte, l’assemblea ha provveduto all’approvazione di alcune modifiche dello statuto sociale. Sono stati inoltre approvati i bilanci economico e di sostenibilità 2014 e la conseguente distribuzione di 9 centesimi di dividendo per azione.

Introduzione della prevalenza dei diritti di voto dei soci pubblici. L’Assemblea ha approvato la modifica dell’articolo 7 dello Statuto che consiste nell’eliminazione della percentuale minima del 51% di capitale della società che deve essere di proprietà dei soci pubblici.  Per garantire il mantenimento del controllo pubblico è stata introdotta nello stesso articolo la prevalenza dei diritti di voto di titolarità dei soci pubblici. Essendo quindi Hera una “società a prevalente capitale pubblico”, nonostante l’eliminazione della percentuale minima del 51%, non ci saranno variazioni nella governance della Società, anche in relazione al confermato mantenimento dei vincoli statutari previsti in precedenza per il limite al possesso dei singoli azionisti privati.

Introduzione del voto maggiorato. L’assemblea ha approvato la modifica dell’articolo 6 dello statuto con l’introduzione della cosiddetta maggiorazione del voto, che consente di attribuire a ciascuna azione fino ad un massimo di due voti.
In particolare, il voto maggiorato spetta alle azioni detenute da un medesimo azionista (pubblico o privato) per almeno 24 mesi, iscritte in un apposito elenco, e in Hera sarà applicato solo nelle votazioni per la nomina e/o revoca del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale e per la modifica del limite al possesso azionario, nonché per la modifica dello stesso articolo che istituisce il voto maggiorato.
La scelta di adottare il voto maggiorato vuole favorire il coinvolgimento, in talune specifiche scelte decisionali a medio-lungo periodo, degli azionisti anche di minoranza che abbiano dato prova di fedeltà.

Un consigliere in più alla minoranza azionaria. Per un migliore equilibrio di governance fra diritti di voto dei soci pubblici e diritti di voto degli altri azionisti, è stato inoltre approvato l’incremento, a partire dal 2017, del numero degli attuali componenti il consiglio di amministrazione da 14 a 15 membri, 4 dei quali (anziché 3) da eleggersi nell’ambito delle liste presentate dai soci di minoranza.

Approvazione dei bilanci economico e di sostenibilità. Dividendo a 9 cent./azione. L’assemblea ha approvato poi i bilanci economico e di sostenibilità relativi al 2014, unitamente alla proposta del consiglio di amministrazione di distribuire un dividendo di 9 centesimi di euro per azione (confermato rispetto allo scorso anno), in ragione di risultati economici che hanno evidenziato, al 31 dicembre 2014, ricavi per 4.189,1 milioni di euro, un margine operativo lordo di 867,8 milioni di euro e un utile netto di pertinenza di 164,8 milioni. Lo stacco della cedola avverrà il 22 giugno, con pagamento a partire dal 24 giugno. Il dividendo erogato, in base alla quotazione del titolo Hera alla fine dello scorso anno, corrisponde a un rendimento annuo di circa il 4,6% (lo scorso anno fu del  5,46%, ndr).

Ferrara, tra Comune e Holding, detiene circa 25,5 milioni di azioni che dovrebbe corrispondere a una remunerazione molto vicina ai 2,3 milioni di euro.

Le altre deliberazioni approvate. L’Assemblea, oltre alla relazione sul governo societario e sulla politica di remunerazione, ha infine approvato il rinnovo dell’autorizzazione al consiglio d’amministrazione all’acquisto di azioni proprie (e le modalità di disposizione delle medesime), per un controvalore fino ad 150 milioni di euro per ulteriori 18 mesi. L’autorizzazione è stata richiesta per perseguire le finalità consentite dalla normativa e dalle prassi di mercato ammesse, fra cui le opportunità di investimento che implichino l’utilizzo di azioni proprie per aumentare la creazione di valore ed eventuali acquisizioni di partecipazioni che prevedano anche scambi azionari.

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